OTTOBRE 2018
DOPPIA ELICA PERLATA
(Dalla terra dei padri al grembo di Nostra Madre)
(Terza sezione)
י In virtù del Progetto d’Amore Infinito che da sempre Dio nutre per l’umanità, un enorme numero di generazioni con sterminate popolazioni di persone al suo interno, ha preceduto di milioni di anni la Venuta vivificante e rivelatrice di Gesù. Il Figlio è stato inviato dal Padre perché attraverso la Sua Persona umana e divina rivelasse all’uomo la sua vera origine, quale cellula del Suo Corpo il Principio Fontale increato di tutte le cose visibili ed invisibili.
In riferimento alla relazione che tale immane fetta d’umanità ha contratto con la Venuta di Cristo può essere d’aiuto l’esempio di un Corpo adulto che, una volta pervenuto al Suo compimento, raggiunto mediante lo sviluppo individuale di ciascuna delle Sue cellule, ripercorra nuovamente, a partire da una singola cellula zigotica generata e non creata la strada percorsa fino a quel momento, ristrutturando e riunificando a Sé ogni cellula del passato. Tale Corpo andrà oltre ricapitolando a Sé tutte le cellule passate, presenti e future dell’intera umanità facendone un Unico Immenso Corpo. Nella prima generazione adamica, ciascuna cellula del Corpo di Cristo Veniente si sarebbe inizialmente sviluppata direttamente dalle viscere di Madre Terra per raggiungere, dapprima la forma matura di una cellula umana ed infine quella di un organismo maturo differenziato nei suoi tessuti e diversificato sessualmente. Nel Progetto redentivo e salvifico, le azioni di assimilazione, ristrutturazione e ricapitolazione finale conseguenti alla Morte e Resurrezione di Cristo, permettono a ciascuna persona morta in qualsiasi momento della storia in uno stadio mono, parvi o pluricellulare, di poter partecipare quale singola cellula redenta al Suo Corpo Mistico, che ha iniziato a crescere ed a svilupparsi sacramentalmente nel Grembo di Maria con la prima deposizione. Ciascuna persona della generazione adamica, che aveva vissuto la sua realtà terrena in maniera apparentemente indipendente dalle altre persone, differenziandosi in maniera individuale ed autonoma all’interno del contesto geografico di appartenenza, può adesso ritrovare sacramentalmente il suo posto particolare all’interno del Corpo Mistico al quale appartiene da sempre. Ogni persona del passato e del presente, più o meno differenziata fisicamente, anche qualora possa sembrare sia stata inviata in avanscoperta a maturare inspiegabilmente in luoghi geografici e contesti storici, personali e sociali assai diversi tra loro, la sua immagine e somiglianza con Dio, è in realtà stata concepita sin dal principio quale parte fondante del Corpo Mistico di Cristo. È nel Corpo di Cristo Redentore e Salvatore del mondo che il Creatore, dopo avere assistito al concepimento diretto e indiretto delle Sue cellule, dopo avere inviato a scaglioni innumerevoli generazioni di suoi contingenti cellulari ed avere seguito con amore paterno la loro crescita ed assistito alla loro morte, ha voluto manifestarsi al mondo nella pienezza dei tempi mediante l’Incarnazione del Suo Unigenito. Il Corpo di Gesù, concepito di Spirito Santo a Nazareth ed il Corpo Mistico di Cristo, in gestazione sacramentale sul Golgota, sono in realtà un Solo Corpo. Tale Corpo si è incarnato in un paesino pressoché sconosciuto della Galilea, è nato a Betlemme di Giuda, è morto a Gerusalemme, laddove è sceso agli inferi per entrare in Gestazione spirituale sacramentale nel Grembo di Maria e Risorgere per quindi Ascendere al Cielo. Non essendo affatto intuitivo su un piano meramente umano quanto precedentemente detto, per quanto l’umanità sia stata lungamente e largamente preparata dalle Scritture e dalla voce dei profeti, c’è da riconoscere come ancora oggi siano realmente tanti gli uomini increduli, o perché scandalizzati dalle cattive testimonianze, o perché confusi dalle tante eresie, o perché ingannati dal maligno e rafforzati nella loro concupiscenza. In conclusione l’umanità sembrerebbe ad oggi piuttosto esterrefatta dinanzi alle dichiarazioni di Gesù, che reclama quale Sua proprietà non solo le persone che Lo hanno preceduto, ma anche quelle presenti e che seguiranno fino alla fine dei tempi. Egli ha garantito inoltre a ciascun uomo che una volta morto e sepolto, otterrà la resurrezione del proprio corpo ed il posto a lui riservato nella Casa del Padre Celeste, che altro non è se non la Corporeità Glorificata del Suo Unigenito. Gesù con le Sue dichiarazioni continua certamente a sconvolgere qualsiasi logica del mondo e la promesso della Sua Seconda Venuta sulle nubi del cielo per giudicare i vivi e i morti rafforza tali perplessità, soprattutto in riferimento all’instaurazione del Suo Regno che non avrà mai fine. In una visione di Fede l’umanità dovrebbe imparare a percepire se stessa nel Suo Corpo Vivente, costituito da miriadi e miriadi di cellule ciascuna delle quali prevista, voluta e creata a Sua immagine e somiglianza. Alcune di esse Lo hanno preceduto nel tempo, altre hanno convissuto con Lui ed altre ancora saranno concepite in futuro non essendo ancora chiamate alla vita. Sembrerebbe questa la strada scelta da Gesù per consentire a ciascuna cellula-uomo, appartenente a una delle tre macro-generazioni citate, di sperimentare la sua appartenenza al Corpo Mistico del Risorto. Le cellule-uomo della prima macro-generazione non hanno goduto durante la loro esistenza terrena, dei benefici sacramentali relativi alla Sua Prima Venuta, mentre quelle della seconda macro-generazione hanno partecipato di persona alla Sua manifestazione e rivelazione storiche. Le cellule-uomo della terza macro-generazione sono chiamate a partecipare di persona, oltreché a godere in pienezza dei benefici sacramentali della Rivelazione che scaturiscono dalla Celebrazione Eucaristica. Il Cristo che precede l’Annunciazione, il Cristo che si Incarna ed il Cristo che Muore, Risuscita, Ascende e che verrà una Seconda Volta nella Gloria, sono la medesima Persona umana e divina di Gesù. Ciascuna persona che ha fatto parte della prima, della seconda o della terza macro-generazione, una volta entrata sacramentalmente nel Suo Corpo Mistico diviene una Sua cellula redenta e salvata, coeterna con il Padre e lo Spirito Santo nella potenza sacramentale. Agli eletti è dato di partecipare con Cristo per Cristo ed in Cristo alla Vita intra-trinitaria di Dio, Grazia preclusa agli stessi Angeli santi. Ciascuna anima appartenuta ad una delle tre differenti macro-generazioni, nello sviluppare la sua personale vocazione conseguendo quella particolare differenziazione cellulare in relazione alla sua appartenenza tessutale al Corpo Mistico, avrà accesso per via sacramentale alla vita intra-trinitaria di Dio. L’umanità delle origini intuì e sperimentò l’appartenenza ad un Corpo Unico, per avere confidato esclusivamente negli angeli custodi e nelle proprie intuizioni, scaturite dalla visione beatifica di cui tutti gli uomini godevano prima del peccato originale. La sua appartenenza ad un Corpo Unico fu attestata e precedette di gran lunga tutte le Verità di Fede che sarebbero state esplicitate molto tempo più tardi nei vari Concili. La seconda macro-generazione, che visse nel periodo compreso tra la manifestazione pubblica del Battista e l’Ascensione al cielo di Gesù, fu provata ed a volte scandalizzata dagli eventi della Rivelazione. La terza macro-generazione, attinente al periodo post-Ascensione, è giunta sino ai nostri giorni e detiene i più grandi benefici e privilegi, essendo direttamente coinvolta nella vita sacramentale di grazia che Gesù ha voluto lasciare per l’instaurazione del Suo Regno di Pace e di Gioia senza più fine. Le anime delle tre suddette macro-generazioni sono simultaneamente presenti ad ogni Celebrazione eucaristica, ciascuno di esse individualmente chiamata a passare in Cristo dalla morte degli inferi alla vita dei cieli. È grazie all’Eucarestia, attraverso l’intercessione dei singoli fedeli, che le anime del Purgatorio bisognose di suffragi ed assetate di preghiera, entrano a far parte della Vita del Corpo Mistico. Analogamente a quanto accade nel divenire impetuoso dei corpi celesti, ogni defunto che nei cieli è stato privato del suo corpo mortale anela al conseguimento della sua perfezione ultima in Cristo, che sa di potere conseguire soltanto attraverso il passaggio nella fecondità sacramentale del Suo Corpo Mistico, propedeutico per potere ricevere a tempo debito il proprio corpo immortale e glorificato. L’insieme delle generazioni passate, presenti e future costituisce un unico cielo stellato che, ad ogni Celebrazione eucaristica nel mistero della transustanziazione, offre a ciascun defunto la libertà di poter partecipare al Corpo ed al Sangue di Cristo di cui ogni anima è una cellula legittima. Durante la Santa Messa si compie una mistica contrazione spazio-temporale in virtù della quale, durante la Consacrazione, tutte le anime anche quelle vissute milioni di anni fa si rendono presenti nelle Sacre Specie. Il Dio della vita e della luce permette loro di continuare a splendere, analogamente alle costellazioni passate luminose del cielo, nel presente della Celebrazione eucaristica. Ciascuna anima, in accordo all’ordine prestabilito da Dio, può attraverso la partecipazione sacramentale del comunicando, cambiare radicalmente la sua condizione esistenziale di vita passando dal buco nero degli inferi alla condizione di nova o di supernova nei cieli. Durante la Santa Messa miriadi di anime appartenute alle generazioni del passato sono introdotte, cellula dopo cellula, nella Sala del Banchetto Nuziale, dove puntualmente ha luogo il prodigio della loro conformazione sacramentale al tessuto istologico di appartenenza del Corpo Mistico di Cristo.
ט La Seconda Persona umana di Gesù è unita sin dall’Eternità alla Seconda Persona divina della Santissima Trinità. Il Sì di Maria ha consentito a Gesù Zigote di unire a Sé materialmente quanto lo era già spiritualmente sin dal principio. Fu così che l’umanità precedente e futura venne assunta dalla Sua Incarnazione e ricapitolata con la Sua Morte, in ciascuno dei suoi singoli elementi redenti sin dalla condizione esistenziale di zigote. Fu l’ovocita della tuba uterina di Maria ad essere fecondato di Spirito Santo conferendo all’Unigenito Figlio di Dio, eternamente generato dal Padre, la natura umana. L’Incarnazione evidenziò quanto Giovanni apostolo avrebbe affermato successivamente: «Tutto è stato fatto per mezzo di Lui, e senza di Lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste» (Gv. 1, 3). Il DNA metafisico, increato ed aploide divino era sceso come un’ombra sull’ovocita materno in attesa e, unendosi al DNA fisico, creato ed aploide materno si era materializzato nella sequenza genica diploide di Gesù Zigote, Vero Uomo e Vero Dio. Senza alcuna mediazione fisica, se non quella del consenso verbale di Maria all’Arcangelo Gabriele, il DNA metafisico divino aploide all’origine della creazione visibile e invisibile, aveva fecondato l’ovocita generando la Persona Umana di Gesù. I ventitré cromatidi increati divini, quali fotoni di Luce increata, si appaiarono ai ventitré cromatidi materni per donare nella pienezza dei tempi un corpo fisico all’Autore della vita: «In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini» (Gv. 1, 4). Il Nucleo primigenio increato, che con la Sua potenza luminosa aveva sin dall’Eternità creato ed irradiato del Suo Splendore la Terra ed i Cieli, era stato inviato dal Padre Celeste nella grotta tubarica di Maria ed ivi deposto sotto le sembianze di una minuscola Cellula-uomo fecondata verginalmente. «Venne tra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto. A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo Nome» (Gv. 1, 11- 12).
Il Nome di Dio in ebraico è: יהוה, si legge da destra verso sinistra nel seguente modo translitterato: Yod, He, Waw, He. La doppia He potrebbe simboleggiare la natura divina e umana di Gesù. Un Ebreo non oserebbe mai pronunciare il Nome di Dio ad alta voce, né la Sua traslitterazione perché sa di poterlo fare solo mentalmente ed in sintonia con il battito del suo cuore. Tutto questo è encomiabile. Secondo il pensiero ebraico difatti il nomeidentifica persone e cose che, nel momento in cui vengono proferite, sono possedute ad un livello intimo da colui che le ha pronunciate. Le quattro consonanti presenti nel “Tetragramma” identificherebbero pertanto, ciascuna, una precisa Persona Divina della Santissima Trinità e poiché la Seconda Persona gode di due nature, queste sarebbero indicate ripetendo due volte la medesima Persona. Nella vita intra-trinitaria, Dio costituisce un “Trigramma” che, soltanto ai fini dell’economia della salvezza si è fatto conoscere quale Tetragramma. La י del Padre simboleggia l’Oriente Assoluto che genera eternamente il Figlio alla Sua destra, sul versante occidentale. Questi, nella potenza della ו dello Spirito Santo si fa uomo nel Grembo di Maria. Maria è la Madre del Mistero dell’Incarnazione mediante il quale, grazie al Suo Sì, il Trigramma di Dio si è fatto Tetragramma per l’uomo a Nazareth, è nato in una grotta a Betlemme ed è morto in Croce sul Golgota. La prima consonante del Tetragramma è la Yod, a simboleggiare la Prima Persona della SS Trinità; la He vicina è la Seconda Persona Divina del Figlio; la Waw sigla la Terza Persona della SS Trinità e la seconda He, la prima consonante a sinistra di chi legge, contrassegna la Seconda Persona Umana del Figlio. Credere nel Nome di Gesù significa credere nel Tetragramma e, pronunciandolo, vuole dire possederne sacramentalmente il Mistero di grazia nella propria carne, smettendo definitivamente di prendere gloria dagli uomini perché si è trovata la Gloria che viene da Dio all’interno del proprio essere. «E come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene da Dio solo?» (Gv. 5, 44).
ח Nell’istante in cui Gesù spira sulla Croce e ogni volta che nella Celebrazione eucaristica seguita a darsi in Sacrificio per la Salvezza dell’umanità, i momenti del Suo Concepimento, della Nascita, Crescita, Morte, Discesa agli inferi, Redenzione, Resurrezione, Ascensione e Seconda Venuta, si susseguono prontamente nelle Parole e nelle Azioni presenti nella Liturgia della Parola ed Eucaristica.
Il Corpo di Gesù, Autore, Origine Fontale e Fine di ogni vita, non ha conosciuto e mai conoscerà la corruzione. Dal momento in cui il Salvatore del mondo fu deposto nel Grembo di Sua Madre ai piedi della Croce e da lì nel Sepolcro nuovo, ebbe inizio il travaso sacramentale attraverso i corpi dei comunicandi della Redenzione delle anime dei defunti, nel passaggio dagli inferi del Purgatorio alle altezze celesti del Paradiso. Ogni fedele sacramentato è divenuto, in Cristo, la nuova spiga piantata nei campi mariani di solo grano. La cariosside matura del Corpo di Cristo morto che, ad ogni Eucarestia cade nella Terra caliceale di Maria nella deposizione, dà vita ad una nuova spiga Cristificando il corpo già marianizzato del comunicando. Sulla Terra è incredibilmente elevato il numero di spighe che puntualmente germogliano ad ogni Celebrazione. Sarà l’Eucarestia a trasformare tutta la Terra in un Unico Campo Mariano di Grano purissimo, nonostante lo scalpitare del maligno e la sua semina perseverante della zizzania.
La discesa agli inferi è una condizione mistica particolare nella quale durante la Consacrazione eucaristica il Corpo esanime di Gesù unitamente alla sua Anima, entrambi avvolti dal Manto della Vergine, vengono portati fino agli abissi più profondi del Creato per assimilare nella Sua Persona morta senza avere conosciuto la corruzione tutti i defunti che giacciono, anima e corpo, nella decomposizione della morte. Sul Golgota furono 40 le ore intercorse tra la Seconda Deposizione e la Resurrezione di Cristo, intervallo di tempo che nella Celebrazione eucaristica si riduce a pochi istanti. La Madre Celeste porta il Suo Unigenito nelle profondità più tenebrose della condizione cadaverica umana per fare sì che il Suo Unigenito possa Redimere ciò che altrimenti non avrebbe mai potuto essere raggiunto, Redento, Risuscitato ed infine Salvato. In questa reiterata discesa avvolto dal manto materno, il Corpo esanime di Cristo entra con l’Ostia consacrata nel sepolcro nuovo del comunicando portandovi la Redenzione, sia a favore del fedele sacramentato che delle anime che saranno redente per suo tramite. Il comunicando che partecipa al Sacramento dell’Eucarestia deve essere battezzato e deve avere ricevuto l’assoluzione dei suoi peccati in confessionale. Da tali abissali profondità, i capillari radicolari della nuova spiga di grano ricevono nella persona del comunicando, le anime di volta in volta affidate per immergerle nel Sangue e nell’Acqua della Morte di Cristo, quale nuova linfa di Redenzione. Quanti tra i Principati, le Potestà, le Potenze e le Dominazioni angeliche, tradirono il loro mandato originario peccando di superbia, assistono ora attoniti e impotenti a tale prodigiosa manifestazione sacramentale di divina Potenza, precipitando come folgore dal cielo mutati da alti ufficiali di un tempo in infimi e spietati demoni nell’oggi di Dio. La discesa agli inferi ha difatti neutralizzo qualsiasi rivalità presso gli uomini e, padroneggiando sulla morte, sullo spazio e sul tempo, ha strappato dalla rete diabolica nel Presente Eterno di Dio ogni anima che era prigioniera ridandole gratuitamente la libertà. Il Corpo esanime di Cristo morto in Croce, è La Cariosside Messianica Pasquale di solo grano immacolato, con al Suo interno non più lo Zigote unicellulare di Nazareth ma il Suo Corpo compiuto nascosto nel chicco. Il Cristo morto, avendo dato pieno compimento alla Sua Missione Redentiva ha potuto grazie alla discesa agli inferi ricapitolare nella Sua Morte ogni morte e risuscitarla a vita nuova con la Sua Resurrezione. Il Risorto non sanguina più nel mostrare agli Apostoli le cinque piaghe della Sua Passione, lo stesso dito di San Tommaso fuoriesce netto di sangue dal momento che con la Sua Resurrezione, tutto ciò che si era allontanato durante la vita terrena dalla Sua Corporeità, è stato nuovamente assunto e ricapitolato nel Suo Corpo durante la discesa agli inferi per essere ricondotto alla Casa del Padre, con la potenza della Resurrezione prima e dell’Ascensione poi. Il Corpo con il Sangue di Cristo, consacrato giornalmente sugli Altari Eucaristici del mondo e spezzato dalle mani sacerdotali, viene puntualmente deposto nelle Patene e nelle Pissidi mariane, quale Chicco di grano compiuto, per poter essere distribuito e consegnato nel Sepolcro nuovo dei comunicandi, divenendo con essi un Solo Corpo nel Suo Corpo Mistico. Durante la Passione il Sangue Espiatorio di Cristo, allontanandosi dal Suo Corpo, ha raggiunto i fratelli più distanti che nel Suo Nome vorranno essere salvati. In ogni Particola consacrata e in ciascun Suo submicroscopico frammento v’è Gesù Cristo in tutta la Sua interezza e pienezza. Egli spezza Se stesso con le Sue mani per potere raggiungere ciò che il peccato aveva spezzato e riunifica nella Sua Persona Risorta, ciò che Dio Padre aveva da sempre previsto quale parte integrante della Sua Umana e Divina Corporeità. Gesù Sacramentato, entrando nel sepolcro nuovo del comunicando si lascia masticare, frantumare, digerire e assimilare, fino a scendere negli inferi del suo essere e distribuirsi ad ogni sua cellula a iniziare dai parenchimi più nobili che sono il cuore, il cervello e i due reni. È da tali organi che, sotto il profilo spirituale, ha inizio l’opera di conversione. Sarà dalle ossa, dalla carne e dalla cute che avrà avvio il capolavoro della Resurrezione, come mirabilmente descritto dal Profeta Ezechiele al capitolo 37, laddove lo Spirito di Dio che soffia dai quattro venti entrerà nei morti e li farà rivivere e rialzare in piedi. Tali dinamiche sacramentali hanno già definitivamente sconfitto e neutralizzato il male sin dalle sue più profonde e lontane diramazioni radicolari, sebbene l’incredulità umana continui a dargli quella forza apparente che tanto atterrisce, confonde e spaventa i dubbiosi ed i tiepidi. «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna» (Gv. 3, 16). Il Figlio Unigenito, Icona del Padre, ha amato ed ama così tanto ogni uomo da avere chiesto ed ottenuto dal Padre di poter Morire e Risuscitare quale Vittima Sacrificale per ciascuno di noi, con la medesima intensità del Golgota, ad ogni Celebrazione eucaristica. La Redenzione, la Resurrezione e l’Ascensione sono tre condizioni esistenziali di vita che Gesù Risorto dona ad ogni anima, a prescindere dall’adesione o meno all’Opera di Salvezza. La Seconda Resurrezione, di vita o di morte, sancirà per le singole anime nel Giudizio finale quanto già sentenziato nel Giudizio particolare. Il modo apparentemente incruento con il quale si svolge il Sacrificio del Golgota sull’Altare, nulla toglie alla Sua reale attualizzazione che risulta essere del tutto sovrapponibile alla forma cruenta e sanguinaria con cui fu perpetrato due millenni or sono. È dovuto al rispetto che Dio nutre nei riguardi della sensibilità percettiva di quanti prendono parte alla Santa Messa, se la Celebrazione dei Santi Misteri avviene sotto una forma incruenta.
ז Soffermiamoci ora brevemente sull’identità delle cosiddette forze del male. Chi sono? Iniziamo col dire che potrebbero essere distinte in due categorie principali: 1) Gli ideatori o emissari o mandanti del male e, 2) gli aguzzini del male. Il Corpo compiuto di Cristo è riflesso della creazione visibile ed invisibile. Gli ideatori del male si celerebbero tra i neuroni del Corpo della creazione mentre, gli aguzzini, si nasconderebbero tra le altre tipologie cellulari del medesimo Corpo.
Ai neuroni, localizzati non solo nella regione del capo, apparterrebbero esclusivamente i puri spiriti angelici ribelli, provvisti di un corpo puramente spirituale angelico: «La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti» (Ef. 6, 12). Alle altre tipologie cellulari, presenti anche nella regione del capo, farebbero invece parte le anime degli aguzzini identificabili in quella fetta d’umanità che, vissuta dopo il peccato originale, è stata almeno una volta nella vita ingannata dagli ideatori del male. I Principati e le Potestà e, in altri passi della Scrittura, le Potenze e le Dominazioni, rappresentano dunque le quattro gerarchie angeliche che hanno prodotto gli “Eccellenti” e “Spietati” Ribelli, quali ideatori o emissari o mandanti del male. Le loro maledette strategie diaboliche costituiscono, nell’insieme, il frutto maturo complesso o falso frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, conosciuto con il nome di superbia. Tale frutto, dato in pasto agli uomini attraverso la componente femminile evitica della persona, si è reso responsabile del più Alto Tradimento perpetrato dal genere umano nei riguardi di Dio. Circa un terzo degli angeli, approssimativamente il 33,3 % di essi appartenuti ad una delle quattro summenzionate gerarchie dei nove Cori Celesti, ha tradito in modo irreversibile il progetto d’Amore di Dio fondato sulla loro preziosa ed insostituibile azione e mediazione. Tale tradimento fontale ha determinato la caduta nel peccato del 100% dell’umanità, ad eccezione di Maria Santissima e di Gesù. L’inganno satanico, fondato sul lavoro capillare svolto dai Ribelli su ciascun uomo dal Peccato originale in poi, ha conferito loro il permesso di confondere l’umanità facendo crescere a dismisura la menzogna tra gli uomini. La Venuta di Cristo ha fatto trionfare la Verità e permetterà agli uomini santi che avranno trionfato con Lui sulla menzogna, di potere giudicare e condannare definitivamente gli angeli ribelli relegandoli per l’Eternità nello stagno di fuoco e di zolfo. «Non sapete che giudicheremo gli angeli? Quanto più le cose di questa vita!» (1 Cor. 6, 3). Cristo, seduto sulle nubi del cielo, giudicherà nella Sua Seconda Venuta l’umanità intera ma lascerà che sia l’uomo a giudicare l’angelo. L’uomo potrà condannare dunque l’angelo ribelle all’Inferno con il verdetto di Traditore dell’Amore di Dio o riconoscerlo quale suo idolo, condividendo con lui la dannazione eterna. Ciascun uomo conosce se stesso solo in relazione a Cristo, perché creato a immagine e somiglianza di Dio quale cellula della Sua Carne. Le anime dei defunti sono chiamate indistintamente ad operare incessantemente vivificando, per mezzo dei carismi ricevuti in vita, l’umanità pellegrina sulla Terra a iniziare dai propri conoscenti, amici e parenti. Divenire come angeli in cielo dopo la morte, significa assolvere tale missione a vantaggio dei fratelli che vivono ancora una condizione di precarietà e di maggiore fragilità sulla terra. In un clima di confusione e di tossicità creato dal male può accadere che intuizioni elargite a fin di bene dalle anime sante del Purgatorio e del Paradiso, entrino a fare parte di elaborati piani diabolici escogitati su misura dai mandanti del male creando ancora più confusione presso gli uomini. Gli aguzzini professionisti sono difatti abili ad utilizzare e strumentalizzare qualsiasi cosa per realizzare i loro disegni. La magia, lo spiritismo, la parapsicologia, l’occultismo e ogni pratica esoterica lontana dagli insegnamenti del Magistero della Chiesa, arrecano gravi danni a quanti li praticano. Tali esperienze imprigionano, costringono, scoraggiano, confondono e schiavizzano le anime ed i corpi di quanti vi sono coinvolti creando superstizione. Le situazioni evangeliche che testimoniano queste condizioni sono altamente significative e spaziano, dalla possessione diabolica all’infestazione, dalla vessazione alla soggezione, dall’ossessione alla sofferenza fisica e spirituale manifestando vari gradi di afflizione con diverse manifestazioni e proiezioni patologiche. È fondamentale evidenziare come qualsiasi azione che abbia avuto origine dagli angeli ribelli, debba sempre e necessariamente sottostare alla Sovrana Permissione Divina per realizzarsi, difatti non appena Gesù intima ai demoni di lasciare qualsiasi corpo da essi abitato questi sono immediatamente costretti ad obbedire. Il male, pur essendo permesso da Dio è sempre a Lui sottomesso. Le anime dei defunti vivono nelle case corporee degli uomini della terra in ubbidienza a Cristo, quali cellule del Suo Corpo Eucaristico o nella disubbidienza. Il grado di domiciliazione di ciascun ospite differisce da caso a caso in funzione dell’amore che ciascun defunto ha per Gesù, che si riflette nel servizio prestato al fratello ospitante per il bene del Corpo Mistico. Quando l’anima ospitata è un’anima immonda questa sarà al servizio dei puri spiriti angelici ribelli. Trattandosi dell’anima di un familiare, di un amico o di un conoscente, difficilmente si allontanerà dall’ospite, le cui debolezze conosce fino al punto da possederlo diabolicamente in modo più o meno manifesto ed eclatante. i vizi, le perversioni e le inclinazioni alle cattive abitudini spesso nascondono questa grave realtà la quale, piuttosto che essere giudicata da un altro uomo, ha bisogno di preghiere per venire debellata dalla potenza ecclesiale e sacramentale della Santa Chiesa. Prendiamo ora in esame le direttive evangeliche che danno testimonianza circa le varie modalità di liberazione e dei differenti tipi di guarigione ottenuta a vantaggio delle persone coinvolte. Mediante la loro attenta disanima diviene possibile poter risalire, con le dovute cautele, ad una plausibile diagnosi etiologica di ordine spirituale. Scendendo più nei dettagli, qualora la guarigione/liberazione di una persona posseduta avvenga in modo eclatante e spasmodico, tale comportamento potrebbe rivelare la presenza di un’anima o di un gruppo di anime asservite al male ma spiritualmente deboli, il cui comportamento per quanto sotto il profilo sensibile possa apparire eclatante e pauroso, in realtà non rientrerebbe nella condizione fredda e ostinata di ribellione definitiva spirituale a Dio che caratterizza le anime dei veri dannati.
ו Ogniqualvolta esiste il dialogo con Dio, come negli episodi evangelici del branco dei porci, dell’indemoniato della sinagoga di Cafarnao e dell’epilettico sanato, è piuttosto verosimile che ci si trovi dinanzi ad anime deboli di defunti che sono ispirate sì dai demoni, ma non dannate.
«1Intanto giunsero all’altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni. 2Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo. 3Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene, 4perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo. 5Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. 6Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi, 7e urlando a gran voce disse: «Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». 8Gli diceva infatti: «Esci, spirito immondo, da quest’uomo!». 9E gli domandò: «Come ti chiami?». «Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti». 10E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione.
11Ora c’era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo. 12E gli spiriti lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». 13Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l’altro nel mare […]» (Mc 5, 1-13).
Queste anime testimonierebbero un’estrema debolezza spirituale attraverso le manifestazioni cliniche della persona ospitante, la cui natura e violenza non sono mai casuali ma sempre sottomesse alla Permissione Divina. Saranno pertanto le medesime anime a scongiurare Gesù di venire inviate nel corpo animale dei porci, piuttosto che essere abbandonate alla realtà immateriale, incorporea e gelida degli angeli ribelli. Gesù, acconsentirà alla loro disperata richiesta innalzata dagli abissi degli inferi, pur nella consapevolezza del grave danno materiale che il Suo assenso recherà agli abitanti di quella regione. Il Dio della Vita compenserà in altro modo la perdita della mandria a quegli uomini di poca fede con tanta paura. La Misericordia Divina ha trasportato l’intero allevamento di maiali dal porcile all’aperto, situato nel territorio dei Gerasèni, all’Ovile Mariano, le cui acque di morte diventeranno Acqua di Vita Eterna. Il suicidio di massa dell’intera mandria ha paradossalmente ridato vita a tutte quelle anime prigioniere nei corpi dei porci che, per suo tramite, sono state immerse dalle altezze della superbia nelle acque dell’umiltà battesimale del Giordano, che scorre giù nella valle. Tutta quella legionedi ammutinati spirituali, costituita da anime titubanti nell’eseguire in vita la Volontà di Dio ha potuto, in un solo istante, transitare dalla nebbia fitta dell’inganno satanico alla Luce tersa della Verità.
ה Qualora l’anima di un defunto abbia scelto la condizione irreversibile della dannazione eterna, rifiuterà qualsiasi dialogo con Dio, alla cui permissione divina dovrà sottostare per costrizione e giammai per ubbidienza. Tali anime producono sofferenza, malattia e morte nei corpi che le ospitano, attualizzando in ciascun malato in vario grado la Passione di Cristo. Il reale valore espiatorio o meritorio di una malattia è conosciuto soltanto da Dio. L’accettazione della sofferenza, della malattia e della morte in unione alla Volontà di Cristo, rende certamente meritoria sulla Terra ogni afflizione. Le anime dei dannati riescono ad essere più spietate e fredde degli stessi demoni, le malattie incurabili e gli eventi funesti ne sono testimonianza. Singole o in gruppo quando operano non fanno mai scalpore, preferendo agire in maniera piuttosto subdola e, nel momento in cui Gesù nei vangeli ordina loro di lasciare immediatamente la persona colpita lo fanno senza fiatare né proferire menzogne. La costrizione forzata non ha nulla a che vedere con l’ubbidienza, dal momento che queste anime sono totalmente sorde alla Voce della Parola Creatrice di Dio, verso cui nutrono uno smodato impulso demolitivo. La Vergine Immacolata, i Santi, gli Angeli del Paradiso, l’Uomo ed il Creato sono pura follia ai loro occhi accecati di odio. Negli episodi evangelici in cui si parla di febbre, di lebbra, di emorragia, di idropisia, di sordità, di mutismo, di cecità e di paralisi, è molto verosimile che si sottintenda tale funesta realtà quale causa scatenante.
ד Gli ideatori o emissari o mandanti del male sono creature dotate da Dio di un corpo totalmente spirituale. Dall’alto della loro elevata condizione creaturale, la ribellione di cui sono artefici non potrà mai essere perdonata da Dio. Capitanati dal loro capo, sono i promotori del peccato originale ed i responsabili del malessere presente da quel momento in Cielo e sulla Terra. Il loro agire è astuto, insidioso, mascherato, subdolo e mai disinteressato. L’intelletto umano neuronale, che entra in dialogo unitamente all’intelletto spirituale dell’anima con l’intelletto diabolico, non avrà alcuna possibilità di scampo e ne uscirà comunque e in ogni caso perdente dall’incontro. I mandanti del male sono i primi responsabili di tutte le tipologie di sofferenza fisica e spirituale che affliggono l’umanità e il Creato. Colpiscono indistintamente credenti e non credenti, fedeli ed infedeli a prescindere dal credo professato. Questa genia di angeli ribelli infesta i Cieli e la Terra ed il Corpo della Creazione dalla Testa ai piedi benché, essendo stati anch’essi chiamati all’esistenza in Cristo da Dio Padre, restino sottomessi alla Sua Divina Permissione per potere eseguire qualsiasi azione. La capacità mimetica nel cambiare forma e atteggiamenti, a seconda delle circostanze, spazia dall’antico serpente dell’Eden al Tibi dabo del deserto nei Vangeli e, dal drago alle bestie d’acqua, di terra, di cielo, fino al falso profeta dell’Apocalisse. Le azioni umane inspirate da questa stirpe diabolica lasciano sempre un retrogusto amaro, nonostante la caratteristica dolcezza con la quale esordiscono. L’impassibile freddezza che anima il loro operato è alla base dei sentimenti di spietatezza, rabbia, egoismo e odio che essi suscitano presso gli uomini. La più grande frustrazione di questi puri spiriti diabolici e delle anime immonde ad essi affiliate, consiste nella evidente consapevolezza della loro condizione esistenziale di eterna dipendenza da Dio nell’irreversibile lontananza da Lui per avere scelto la Morte eterna. La Santissima Trinità nella Sua Infinita Misericordia ha voluto riservare per tali anime immonde un’esistenza immortale, quale frutto della Redenzione e della Resurrezione ottenute dal Sacrificio di Cristo, nella convivenza eterna con i demoni. Alle anime dei dannati è stata dunque riservata una prima Resurrezione di vita da trascorrere all’interno del Corpo Mistico, cui farà seguito una seconda e definitiva Resurrezione, questa volta di Morte Eterna all’interno del Pozzo stagnante della separazione definitiva e inconvertibile dal Corpo Mistico di Cristo. Prima che ciò accada in forma perenne, l’anima immonda costretta dalla Forza Sacramentale ad abbandonare la casa corporea che occupava, lo farà esclusivamente per la sua evidente impotenza dinanzi all’Onnipotenza Divina e giammai per ubbidienza. Anzi, nella sua irremovibile alleanza con il male, nell’uscire dal corpo che la ospitava attenderà l’ennesima Permissione Divina per una nuova proposta di rientro, alleandosi nel frattempo con altri spiriti immondi peggiori di lei al fine di rendere la condizione di quella persona, che potrebbe essere un parente, un conoscente o un fedele intransigente, peggiore di prima.
«24Quando lo spirito immondo esce dall’uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito. 25Venuto, la trova spazzata e adorna. 26Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell’uomo diventa peggiore della prima» (Lc 11, 24-26).
Sono i luoghi aridi, privi dell’Acqua battesimale, sordi alla Parola di Dio, ciechi dinanzi la Verità e lontani dalla Vita sacramentale di fede, la dimora prediletta delle anime immonde al servizio dei demoni. Così come sono i Santi ed i fedeli inflessibili a subire i loro ripetuti, violenti e rabbiosi attacchi. Il fine ultimo del male consiste nella demolizione del Creato producendo accuse, disunione, smembramento, isolamento e separazione. Poiché è l’aridità spirituale a contraddistinguere la genia dei ribelli, fu verosimilmente la risposta idrofila conseguente alla Permissione Misericordiosa di Gesù a spingere nelle acque del Giordano i duemila porci posseduti da quella legione che, annegando, liberarono le anime ingannate ma non dannate, permettendo loro di fare ritorno alla casa del Padre, con grande disappunto dei demoni che assistevano impotenti dal cielo. I puri spiriti diabolici e le anime immonde al loro servizio non conoscono riposo e possono pertanto orchestrare, senza tregua, tentazioni e suggestioni per ingannare l’umanità, ciascuna di esse calibrata su misura per la vittima da colpire. La Pace tra gli uomini nella Comunione degli angeli e dei santi è già in atto, sebbene potrà essere apprezzata pienamente soltanto dopo il Giudizio Finale con la definitiva reclusione nello stagno di zolfo dei ribelli. I sette sacramenti della Chiesa, unitamente al digiuno, alla preghiera e all’elemosina ai fratelli, rappresentano il solo rimedio per aiutare Cristo a neutralizzare le insidie del male. Saranno la perseveranza e la crescita nella fede di ciascun uomo nei confronti della Persona umana e divina di Gesù ad ottenerGli la vittoria definitiva sul male.
ג L’anima che avrà deciso di cambiare direzione alla propria vita convertendosi a Cristo nel rifiuto delle suggestioni proposte dal male, facendolo anche in punto di morte sarà votata alla santità. Il Purgatorio è una dolorosa condizione spirituale, nella quale si sperimentano le atroci conseguenze della disubbidienza tenuta in vita in riferimento alle direttive evangeliche. La sofferenza provata da un’anima durante tale parentesi espiatoria è indicibile e dura fino a che essa non giunge alla visione beatifica di Dio. Nonostante le anime del Purgatorio siano tanto bisognose di purificazione, di preghiere, di opere di carità e di indulgenze da parte dei fratelli che vivono sulla Terra, esse già partecipano alla Comunione degli angeli e dei Santi e sono per questo chiamate anime sante del Purgatorio. Se potessero urlerebbero al mondo intero la Magnificenza e la Misericordia che Gesù ha usato nei loro confronti, pur restando estremamente attente a non interferire dall’alto della loro più elevata condizione creaturale sul libero arbitrio dei fratelli d’esilio.
Le liberazioni degli indemoniati, le molteplici guarigioni, la maledizione della pianta di fico ed il completo dominio sulle forze della natura, in particolare sulle acque e sui venti, sottolineano il pieno governo di Gesù sul Creato e la Sua particolare attenzione nei riguardi dell’uomo. Attenzione ed Amore nutriti per ciascuna persona sin dal suo concepimento e per le anime che soffrono nelle più lontane plaghe del Purgatorio, nonché per le anime che svettano come cedri del Libano in Paradiso. Attenzione ed Amore riversati anche per le anime di quanti Lo hanno rifiutato ed hanno preferito i demoni della Morte alla Vita.
Con la Sua Seconda venuta, Gesù ripristinerà la Pace senza più tramonto nei Cieli ed in Terra perché l’ideatore del male, insieme ai suoi seguaci, le bestie ed il falso profeta saranno definitivamente relegati per i secoli dei secoli nello stagno di fuoco e di zolfo, da loro acceso e mantenuto rovente. Le anime dei dannati seguiranno i puri spiriti angelici dei ribelli, per condividerne la medesima condizione infernale per l’Eternità, tormentate giorno e notte. Esse riprenderanno comunque i loro corpi particolari con la Seconda Resurrezione, nonostante abbiano tradito il valore salvifico della Redenzione e della prima Resurrezione. Le anime dei giusti, redente e risuscitate una prima volta con la loro anima nel Corpo Mistico di Cristo ed una seconda volta, con l’anima ed il proprio corpo glorificato in Cristo, saranno deificate e prenderanno parte con Cristo alla Vita Intra-Trinitaria di Dio dove Gesù sarà tutto in tutti.
«Io ho detto: “Voi siete dei, siete tutti figli dell’Altissimo» (Sal 82, 6).
I puri spiriti angelici diabolici, sono così finemente strutturati da essere stati in grado di penetrare e contaminare ogni ambito umano, persino la realtà della Chiesa per colpirla a iniziare dalla Sua umanità. In forza della loro proverbiale capacità mimetica sono riusciti a mettere uomo contro uomo e l’intera creazione contro il Creatore, seminando disprezzo a livello di etnia, razza, nazionalità e condizione sociale di vita. Tutti gli uomini, dal microscopico zigote al maestoso esemplare pluricellulare ultracentenario, siamo stati ingannati. Gli stessi malati, piuttosto che essere visti e trattati come una grande provvidenza per i fratelli sani, sono considerati un peso e gli anziani un fardello. L’Iscariota, non appena realizzò di essere stato ingannato dal male, confessò la sua colpa e restituì i trenta denari prima di porre fine alla sua esistenza terrena, suicidandosi. Isolato dal collegio apostolico e confuso dal maligno non ebbe modo di accogliere su di sé la Misericordia di Cristo chiedendoGli il perdono. Gli ideatori del male allontanano le loro vittime dal confessionale e le distolgono da un’eventuale restituzione di quanto sottratto. Come lupi famelici, non cessano di sbranare e di uccidere spiritualmente e fisicamente le loro prede, proponendo l’inganno in mille modi diversi all’umanità creaturalmente più debole ed indifesa di terra e di mare. Il loro obiettivo finale consiste nella destrutturazione del Creato mediante l’opera dell’uomo ingannato piuttosto che del demone incarnato.
La bestia che nasce dal mare e la bestia che sale dalla terra, descritte ampiamente nel libro dell’Apocalisse, sono emblema dell’Umanità intrauterina ed extrauterina che, allontanandosi sempre più dall’Amore di Dio, hanno assunto le sembianze di due animali mostruosi e distinti. L’umanità ha smarrito il concetto di gregge per sposare quello di bestia e di due bestie distinte che hanno rinnegato la loro comune origine zigotica. Il drago ed i suoi seguaci sono invece la personificazione dei puri spiriti angelici ribelli, che alla Comunione del Corpo Mistico hanno risposto riunendosi nella Corporazione a sangue freddo del rettile prima e del drago poi. Le due bestie ed il drago costituirebbero una sorta di trinità diabolica contrapposta alla Santissima Trinità rivelata dalla Parola Creatrice del Verbo Incarnato. La voce del falso profeta è udibile grazie al silenzio degli uomini che, avendo rimosso Cristo quale origine fontale e perfezione ultima della Creazione, hanno dato voce a chi non ha voce. In questo scenario apocalittico di infedeltà, accuse reciproche e profetiche bestialità, saranno gli angeli santi capitanati da San Michele Arcangelo a scampare gli uomini dall’autodistruzione riportandoli a Cristo, Verità di Dio. Le malattie, i conflitti e le dilaganti sciagure che ammorbano il mondo, saranno trasformati in altrettanti strumenti di Salute e di Pace a testimonianza del trionfo dell’Onnipotenza di Gesù Cristo sul male. Il Sacrificio Espiatorio che ha luogo sugli Altari Eucaristici della Terra, non potrà avere fine sino a quando Cristo non avrà saldato l’ultimo debito prodotto dall’uomo per il suo peccato. Il genoma di un chicco di grano contiene circa 17 miliardi di nucleotidi, numero equivalente ad un patrimonio genetico oltre cinque volte superiore a quello del genoma umano. Nella Parabola Evangelica, la Cariosside matura del Chicco di grano che muore per donare la vita agli uomini morti nel peccato, veicolerebbe dunque nella sequenza nucleotidica pentuplicata del proprio genoma, la prefigurazione delle cinque piaghe redentrici del Corpo del Salvatore.
Morire con Cristo è la gioia più grande che un uomo possa desiderare allorquando, con il sopraggiungere della morte, a qualsiasi età o condizione di vita questa piombi, egli sa di poterla oltrepassare serenamente considerandola la soglia che apre negli atri della Redenzione, da cui avrà accesso alle stanze della Resurrezione del Tempio Unico della Vita Eterna. Morire con Cristo significherà entrare nella Terra Promessa di un’Unica Maternità, dove scorrono il latte e il miele che Lei elargisce a ciascun figlio in base ai suoi bisogni ed alle sue necessità. Gli alberi piantati presso gli argini del grande Fiume della Vita, sono gli umili di cuore e i saggi di mente che hanno speso la loro vita sulla Terra ed in cielo al servizio della Verità di Cristo, dalla quale non si discosteranno mai.
ב Nella vita terrena, con il Battesimo, si è introdotti fisicamente e spiritualmente nel Mistero della figliolanza divina. In tale contesto sacramentale, le Acque del Giordano si incontrano con le Acque ematiche del Costato trafitto di Cristo, misticamente e liturgicamente sull’Altare. Il carattere indelebile di tale Sacramento viene dunque impresso nell’anima e nel corpo del battezzato, che viene a trovarsi contemporaneamente immerso nelle Acque delle origini e nelle Acque di Morte e Resurrezione sgorgate sul Golgota. La potenza sacramentale del Battesimo ha coartato il tempo e lo spazio nel Presente Eterno di Dio dove, ogni cosa creata visibile e invisibile, si riunisce mirabilmente a Cristo nella persona del battezzando come nel giorno primo ed ultimo della creazione. Il neobattezzato diviene la cellula più luminosa del Corpo Mistico di Cristo nello sperimentare, sulla sua persona, il Presente Eterno di Dio che ha abbracciato l’intera storia della Creazione, dall’immacolatezza originaria alla morte entrata con il peccato. Gesù, il Vincitore della morte, il Principio e la Fine di tutte le cose, il Signore e l’Autore della vita dell’uomo e degli angeli, ha voluto così arricchire la Porta di tutti i sacramenti di tale onnipotente bellezza. Il neobattezzato, immerso in tali Acque, partecipa da subito alla Vita del Risorto e, pur rimanendo figlio della sua generazione, è in continuità con le generazioni che si sono succedute nel passato sin dal primo Adamo e con quelle che si susseguiranno in futuro, sino all’ultimo uomo. Il sigillo battesimale conferisce difatti al fedele il recupero della Visione Beatifica e, con essa, la capacità di leggere in Cristovisione tutto ciò che lo circonda. Anima e Corpo, riportati all’immacolatezza originaria, saranno ora in grado di sperimentare la Vera fratellanza sulla Terra, quali figli di Una Sola Madre e di Un Unico Padre nella potenza di un Solo Spirito Santo. Anima e Corpo saranno chiamati a fortificarsi l’un l’altro mediante gli altri sacramenti che il fedele seguiterà a ricevere. La vita post-battesimale consisterà nel progressivo allontanamento dai propri interessi a vantaggio di quelli del Corpo Mistico, al fine di raggiungere la perfetta gratuità nel servizio ai fratelli.
Ciascun fedele che avrà combattuto nel nome della Verità di Cristo, dopo essere partito da Ur dei Caldei ed essersi ritrovato prigioniero in Egitto, dovrà attraversare con i suoi piedi stanchi il mar Rosso, il deserto, il torrente Jabbok ed il fiume Giordano. Dovrà guadare quest’ultimo fiume da oriente ad occidente, dal Cuore spezzato di Cristo crocefisso al Suo costato trafitto, se vorrà conseguire la Vita Eterna in Paradiso, la cui porta fu aperta alle tre del pomeriggio di quel lontano Venerdì Santo per mezzo della lancia del soldato.
Entrando nella Vita di Cristo con il Battesimo, non esisterà desiderio più grande di progredire in essa, nonostante l’inclinazione al peccato che è la concupiscenza. La confessione libera il penitente dall’oppressione dei suoi peccati e dai sensi di colpa. Il fedele, per suo tramite, diviene sempre più consapevole di come ciascun peccato di qualsiasi entità, sia stato realmente e totalmente espiato da Cristo sulla Croce. L’effetto di tale sacramento consiste nella remissione e nell’assoluzione dei peccati, che il Padre Celeste concede al fedele mediante le mani e le Parole del sacerdote, che opera a sua volta nel confessionale in Persona Christi. Con il Sacramento della Comunione, il fedele esprime il personale Rendimento di Grazie per essere stato chiamato dalla Misericordia Divina a partecipare, con la sua corporeità, alla crescita fisica e spirituale del Regno di Dio sulla Terra e nei Cieli. La partecipazione alla Santa Comunione o Eucarestia ha primariamente un valore ecclesiale, oltreché personale. La Cresima conferma attraverso un secondo Segno indelebile impresso nell’anima, l’appartenenza del fedele al Corpo Mistico di Cristo, quale cellula-soldato specializzata e differenziata al servizio del tessuto immunocompetente dell’organismo. Il cresimato è, spiritualmente parlando, paragonabile ad un centurione romano al servizio del grande esercito celeste nella difesa del Bene, pronto a consegnare la sua stessa vita a sostegno della Verità. Il Sacramento dell’Ordine conferisce il terzo ed ultimo sigillo indelebile nell’anima del fedele che ha risposto alla chiamata. Mediante i gradi dell’Episcopato, del Presbiterato e del Diaconato continua nei sacerdoti la missione affidata da Gesù agli apostoli ed ai Suoi discepoli, tutti rivestiti indistintamente della Santità di Cristo e tutti ordinati in conformità alla successione apostolica a partire dalla Chiesa delle origini. Nel Sacramento del Matrimonio sono gli sposi, maschio e femmina, a celebrare il Rito matrimoniale in presenza di un Ministro della Chiesa, generalmente un sacerdote. È un patto indelebile che impegna per l’Eternità i coniugi a divenire in Cristo un solo Corpo nel Suo Corpo Mistico. La fecondità della pro-creazione fisica e spirituale, alla quale sono entrambi chiamati, richiama la sponsalità dei cromatidi maschili e femminili presenti nel nucleo di una cellula i quali, manifestano la loro fecondità durante la sintesi proteica che ha luogo nel citoplasma come pure nella divisione cellulare. Gli sposi, giurando fedeltà alle promesse fatte, diventano una sola Cellula Madre al servizio del Corpo della Chiesa Universale, che è il Corpo Mistico di Cristo. L’Unzione degli infermi, molto spesso somministrata al capezzale del morente, andrebbe estesa e ripetuta in tutte quelle circostanze ove la vita di un uomo sia in pericolo, quali ad esempio le fasi iniziali di una malattia, durante il suo decorso e in prossimità di un intervento chirurgico. L’Unzione conferisce al malato che sta attraversando uno di questi stati di fragilità fisica e spirituale, un inaudito vigore conseguente alla potenza della preghiera e alla Sostanza Divina del Viatico.
א Al di fuori del linguaggio simbolico utilizzato nella presente lettura spirituale ve ne sono tanti altri e, tra questi, il linguaggio diabolico che, come già detto, è subdolo e mimetizzato all’interno delle varie categorie di linguaggio proprie delle varie culture. Il termine diabolico deriva dall’unione del suffisso greco δια (dia «Separazione») con il verbo βάλλω (ballo «Mettere»). Il significato letterale è: «Separare – Porre frattura – Porre barriera», da qui il termine «Diavolo» a indicare «Colui che divide per antonomasia». Il Separatore greco, il Diaballo, vorrebbe demolire quanto la Parola ebraica, Dabàr ed il Verbo Incarnato latino, Verbum hanno creato e unificato. Satana è tra le creature dell’universo la più intelligente e la più spietata. Il suo non è un intelletto fondato su una base anatomica neuronale ma puramente spirituale, ricevuto da Dio gratuitamente e in sovrabbondanza. L’antico serpente nel quale si mimetizzò la prima volta, dopo avere deposto le uova del tradimento e della menzogna da cui presero vita la bestia che nasce dal mare e la bestia che sale dalla terra, si è trasformato col tempo nel drago dell’Apocalisse, quale espressione dell’estrema lontananza spirituale da Dio. L’accanimento satanico contro l’uomo fu scatenato dall’invidia e dalla superbia. In primo luogo, la partecipazione privilegiata mediante la pro-creazione dell’uomo rispetto all’angelo all’Attività Creatrice di Dio, dovette costituire un primo motivo di tormento, di inquietudine e di ribellione per il traditore. La pro-creazione potrebbe essere stata quella goccia che ha fatto traboccare il vaso dell’invidia e della superbia dando l’avvio, nel giardino immacolato della corporeità umana bisognoso di essere coltivato, custodito ed illuminato, al progetto diabolico. Tale disegno col tempo non avrebbe esitato a ingannare l’uomo fino ad indurlo a trasformare con le sue stesse mani l’Eden terreno della sua corporeità in un inferno tenebroso di intriganti ostilità. Dovette risultare insopportabile al puro spirito omicida, accettare la totale dipendenza da Dio Creatore in tema di fecondità pro-creativa, dal momento che all’uomo era stato invece offerto il beneficio di un tale dono. In aggiunta, la scelta operata da Dio Padre nella pienezza dei tempi dell’Incarnazione del Suo Unigenito nel Grembo di Maria, in luogo di una plausibile Inangelizzazione, più opportuna a suo giudizio, dovette giocare un ruolo determinante nello scatenare l’ira funesta degli ultimi tempi. Il Dio della Vita, Creatore del Cielo e della Terra si era fatto Figlio dell’uomo e non dell’angelo, una provocazione imperdonabile per l’intelletto superiore. L’avere assistito impotente e sconfitto all’Incarnazione del Figlio di Dio nel Grembo di Maria piuttosto che nel corpo spirituale di un angelo, inasprì verosimilmente la ribellione di tutti gli spiriti decaduti al suo seguito, inducendoli a potenziare ulteriormente le già disumane persecuzioni nei riguardi del genere umano. Grazie al Mistero dell’Incarnazione Dio avrebbe rivelato al mondo, in Cristo Suo Unigenito, la Primordiale Matrice Increata dalla quale tutta la genetica ed ogni forma di Vita, umana ed angelica, visibile ed invisibile, avrebbe attinto nei secoli dei secoli. Tale Matrice di Verità allo stato puro, custodita da sempre nel Seno di Dio all’interno del Nucleo primigenio della Seconda Persona della Santissima Trinità, significò per l’intelletto orgoglioso ed invidioso un’inaccettabile supremazia della creatura umana, in Cristo fatto uomo, nei confronti della realtà angelica. Allorquando Adamo ed Eva giunsero alla porta della procreazione, la cellula spirituale angelica più luminosa ed intelligente del Creato che aveva servito fino a quel momento Dio nella fedeltà, si ribellò al Suo Amore precipitando e strisciando sulla Terra come un serpente per ingannare con la menzogna l’uomo. La ribellione dell’angelo e la caduta dell’uomo nel peccato, comportarono la comparsa e lo sviluppo nell’anima e nel corpo di ciascuna persona dei primi malesseri fisici e funzionali, accompagnati da ogni sorta di disturbi spirituali e morali. Con il trascorrere del tempo tutto ciò non fu più sufficiente a placare l’arsura ed il desiderio di vendetta del ribelle con le sue schiere, che si impegnarono ancora più nel fomentare l’uomo all’autodistruzione di sé insieme al Pianeta. L’acuirsi della crudeltà, nei riguardi della quale il genere umano sarebbe stato sin dal principio l’oggetto ed il soggetto, avrebbe superato ogni immaginazione, aprendo contestualmente la Terza Era della «Fine dei tempi del male» con l’avvento della Seconda Venuta di Cristo ed il Giudizio Universale.
Oggi, ciascun uomo è più che mai invitato ad accostarsi ai Sacramenti della Chiesa per poter vivere e crescere quale cellula del Corpo di Cristo, visibile ed invisibile. È mangiando e bevendo il Suo Corpo immolato unitamente al Suo Sangue che ogni morte, persino la più infamante e lontana nel tempo, riprende vita nella Celebrazione eucaristica.
Dei nostri antenati vissuti sulla Terra soltanto ad Enoch, al profeta Elia ed a Maria Santissima fu concesso il privilegio di non conoscere la morte e di ascendere al cielo in anima e corpo. Ad Enoch ed Elia tale riconoscimento fu verosimilmente concesso per l’eroica integrità con cui seppero custodire in vita le loro anime ed i rispettivi corpi nel Corpo Unico della Creazione, in pre-visione della Rivelazione di Cristo. Maria Santissima fu invece insignita di tale onore, per essere stata l’Unica creatura al mondo concepita senza peccato originale, che avrebbe deliberatamente immobilizzato sotto la volta plantare del Suo piede santo la testa spietata e dissacrante del serpente infernale. Maria non permise mai al peccato di entrare in Lei né ad alcuna tentazione di scalfirla. In forza della Sua atavica e coriacea Fedeltà, il Padre Celeste dispose sin dall’Eternità che l’intero Creato vivesse in Lei la Prima e la Seconda Gestazione spirituale. Riguardo la Prima Gravidanza, quale Madre di Gesù che avrebbe riscattato la prima Eva di Genesi ed accolto in Lui l’intero creato. Circa la Seconda Gestazione, quale Madre di Cristo e Donna del Golgota, Che avrebbe accolto nella Sua Maternità Universale Sacramentale il Corpo Mistico di Cristo per la Redenzione, la Resurrezione, l’Ascensione, la Salvezza e la Condanna dell’intero Creato. Quest’ultima gestazione è tuttora in atto e, come preannunciato nell’Apocalisse al dodicesimo capitolo, da Lei nascerà un Figlio maschio destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro. Una Gestazione quest’ultima che avrà termine con le doglie del Parto escatologico allorquando l’umanità intera, redenta e rapita al cielo dalla verticalità di Dio sederà in Cristo alla destra del Padre, verso il Suo Trono, per entrarvi al momento opportuno con il Giudizio Universale.
«Mi sono più volte chiesto cosa sia mai la povertà evangelica se non la povertà in Cristo? Chi potrà mai essere sulla Terra più ricco di un fedele che abbia conosciuto le Sacre Scritture e viva una vita di fede accostandosi frequentemente ai Sacramenti? E chi mai potrà essere più povero di un ricco di beni materiali e onorificenze varie che abbia ignorato la Verità di Cristo o che, pur avendola conosciuta abbia deciso di escluderla dalla propria vita? Evangelizzare significa donare agli altri quanto si è ricevuto fino a impoverire se stessi al pari di una sistole cardiaca, mettendosi alla sequela del Maestro nato in una grotta e morto in Croce che ritmicamente e puntualmente riempie nuovamente i Suoi evangelizzatori, come nella diastole. Mi chiedo spesso nelle vesti di credente e cellula del Suo Corpo Mistico, che si nutre, è nutrito e nutre dell’Eucarestia l’immensa realtà cui appartiene, se realmente permetto che nella mia vita di ogni giorno si realizzi regolarmente il passaggio dal Sacrificio al Sacramento in ogni circostanza che mi viene provvidenzialmente e pedagogicamente presentata. Mi chiedo ancora quale siano le mie risposte all’Amore che Gesù gratuitamente riversa sulla mia persona e sull’intera umanità nella quale sono immerso, cui dovrei corrispondere sempre e comunque con gratitudine a prescindere dagli eventi fausti o infausti che possano toccare la mia esistenza.
Mi sono interrogato inoltre soventemente sul perché muoiano sulla Terra molti più agnelli di pecore e montoni e sul perché siano molte di più le persone crioconservate senza nome rispetto agli adulti ibernati e identificabili dal nome. Mi interrogo reiteratamente su quante volte sia stato dato avvio a programmi e proposte disumanizzanti, sempre e unicamente a svantaggio dei più deboli e delle popolazioni cellulari più fragili e indifese del Corpo Mistico. Continuo a domandarmi come sia possibile continuare a tollerare che esista oggi una moltitudine sterminata in espansione di persone, nostri fratelli, dichiarate “Non persone” dalle leggi vigenti al fine di potere disporre dei loro corpi mortali a piacimento dei già nati. Mi risulta impossibile e contraddittorio continuare a tacere su tali crimini e recitare nel contempo la Professione di Fede Cristiana secondo il Simbolo degli Apostoli o il Credo Niceno-Costantinopolitano. Mi sento fisicamente e spiritualmente partecipe del grido angosciato di questi nostri fratelli che invocano Giustizia da Dio e pietà dagli uomini, nella ferma consapevolezza di una comune appartenenza all’Unico Corpo Mistico di Cristo, morto, risorto e asceso al cielo e che verrà sulla terra una seconda volta per giudicare i vivi e i morti. Egli tutto ha unito, tutto ha redento e tutto desidera salvare. La mia principale speranza consiste nel non vedere più calpestato e ulteriormente oltraggiato il diritto alla vita di chi, tra gli uomini, sta attraversando la fase più fragile della propria esistenza, impegnato a guadare le acque amniotiche della vita oppure a lottare da solo e in questo momento contro la sofferenza, la vecchiaia, la malattia, la demenza o la morte cerebrale. Condizione quest’ultima di altissima sacralità che accompagna la cessazione di tutte le funzioni vitali espletate dall’encefalo ad una aumentata e persistente vitalità di pressoché tutti gli altri organi e della stessa anima. «[…]14Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli […]» (Mt 18, 14)».
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