SETTEMBRE 2018

 


DOPPIA ELICA PERLATA

(Dalla terra dei padri al grembo di Nostra Madre)

(Seconda sezione)

צ Provando a sintetizzare il tutto si potrebbe dire che la prima generazione di uomini maschi e femmine e tutte le generazioni a seguire, siano state da sempre costituite in ogni loro individuo e sin dalla fase unicellulare da tre componenti: il costituente maschile, il costituente femminile e quale terza componente, il fattore donna. Maria Santissima, la più eccelsa tra le creature, è divenuta la benedetta fra le donne per essere stata concepita Immacolata e per avere mantenuto tale immacolatezza originaria da Figlia, da Sposa, da Madre di Dio e fino a che è divenuta Madre universale di ogni uomo. Con la Sua vita senza macchia, ha così espresso il vertice più alto del genere umano in ambito spirituale, biologico, psicologico, sociale e teologale, guadagnandosi i distintivi di Seconda Eva, di Madre universale di ogni uomo e di Regina dei cieli. Giovanni Battista, ricorda la Sacra Scrittura, è il più grande tra i nati di Donna perché spiritualmente ha testimoniato di essere già figlio della Donna Universale che vive in Maria, non ancora Madre Universale ma già portatrice del Verbo di Dio al tempo della Visitazione. Il che ha fatto sì che Giovanni feto abbia esult nel grembo di Santa Elisabetta al solo suono della Sua voce. Sul piano dell’umanità il legame che unisce Gesù alla Madre è di tipo orizzontale, in quanto Maria ha preceduto ed ha concepito verginalmente nello Spirito Santo il Suo Unigenito. Sul piano divino, il legame è di tipo verticale in quanto è il Figlio a precedere la Madre quale Seconda Persona della Santissima Trinità eternamente generata dal Padre. Il concepimento di Gesù a Nazareth ad opera dello Spirito Santo e la Sua nascita verginale nella grotta di Betlemme, indicano in Maria la creatura prescelta da Dio Padre per divenire il Grembo Universale della Santissima Trinità. Pertanto, sotto il profilo dell’umanità, viene rispettato il legame naturale che unisce ciascun figlio alla madre sin dal concepimento mentre, per quel che concerne il rapporto con la divinità, viene confermato il legame che intercorre tra il Dio Uno e Trino e Maria, la prescelta tra le creature e Colei che sarà Assunta nel Seno della Santissima Trinità, quale Grembo del creato. Sul piano dell’umanità sarà altresì affermato mediante l’Incarnazione, il legame che intercorre tra l’Anima di Gesù ed il Suo Corpo, all’interno del Grembo immacolato di Maria. Il Nucleo Primigenio Trinitario, increato e trascendente alla creazione si è difatti voluto manifestare nella realtà immanente, con il patrimonio genetico diploide di una persona unicellulare assumendo la forma di Gesù-Zigote. La trascendenza di Dio si è fatta immanenza in Colei che, con la Sua Verginità assoluta, ha trasceso il creato donando a Dio l’ovocita aploide che ha generato con il Suo sì il Frutto benedetto del Suo Grembo. Nell’Incarnazione si è così manifestato l’impensabile e l’inimmaginabile per una mente umana, vale a dire l’irruzione del Dio Trinitario metafisico nella Terra biologica fisica mariana che, nella pienezza dei tempi raggiunta dal genere umano nella Sua persona, ha detto sì all’Arcangelo Gabriele. Lo Sposo divino di Maria è Lo Spirito Santo che viene anche definito quale “Ombra del Padre”, in quanto posizionato tra la Divinità increata e l’Umanità generata di Gesù. Nell’attimo del concepimento verginale, la Santissima Trinità è entrata attraverso la Seconda Persona nel Grembo di Maria, trasformandola nella Sposa feconda dello Spirito Santo, il Cui Grembo magnificato contiene adesso al Suo interno il principio e la fine di ogni cosa e dunque l’intero creato. Gesù, nella Crocifissione al momento della trafittura del Costato è divenuto lo Sposo della Chiesa che genera e rigenera mediante i Sacramenti attraverso il Suo Sangue. La Chiesa è il Suo Corpo Mistico che ha iniziato a vivere, generato sulla terra in Cristo, ed a prendere forma nel Grembo di Maria con la Sua Morte e Resurrezione, grazie al sacerdozio ministeriale di cui l’apostolo Giovanni è figurazione. Il Corpo Mistico, al compimento della Sua mistica gestazione, nascerà al cielo assumendo le sembianze di un Figlio maschio. Giovanni prende Maria con sé in ogni Celebrazione eucaristica, lasciando che sia Lei ad impastare puntualmente le tre staia di farina per farne un solo Pane. Gesù è anche lo Sposo della Chiesa umana grazie alla mascolinità feconda del Suo Sangue Espiatorio  che, accolto dalle mani sacerdotali, ha permesso il concepimento e la crescita del Suo Corpo Mistico. Maria è la Sposa dello Spirito Santo, perché è nella potenza della Terza Persona della Santissima Trinità che si realizza la gestazione della Chiesa quale Corpo Mistico di Cristo, nel Suo Grembo. La Chiesa è Sposa perché concepisce sacramentalmente il Corpo vivo di Cristo da cellule morte, da Lui redente e rigenerate per mezzo del Suo Sangue. Siamo dinanzi a due Spose e a due Sposi che non vanno confusi in quanto ciascuno occupa un preciso ruolo nell’economia della redenzione, della resurrezione, della gestazione e della salvezza. La preghiera rivolta da Gesù nel Getsemani al Padre riguarda il desiderio di realizzare, in accordo con la Sua Volontà, tale fisico e mistico ritorno a Casa da parte di tutte le anime con i rispettivi corpi, altrimenti irrimediabilmente morti e sepolti per sempre, grazie alla Sua reiterata immolazione nelle Celebrazioni eucaristiche. La Chiesa apostolica istituita da Gesù e confermata da Cristo Risorto, è fondata sul Sacerdozio, sui Sacramenti e sul primato di Pietro, con il fine di portare la Redenzione e la Salvezza a tutti i Suoi figli di ieri, di oggi e di domani, senza discriminazioni. Con Giovanni apostolo ai piedi della Croce vi è Maria Santissima, insieme ad altre due Marie che designano altrettante sensibilità per sopravvivere a questo difficile momento. Pietro ed il collegio apostolico sono assenti e sprofondati entrambi nello scoraggiamento più cupo, nella fragilità consapevole del tradimento e dell’isolamento conseguiti alla prigionia di Cristo. Giuda iscariota è invece precipitato nella disperazione assoluta facendo così entrare il principe del male nella sua persona, questi lo indurrà al suicidio ingannandolo ancora una volta con l’illusione di poter sfuggire in tal modo alle conseguenze delle sue libere scelte. La Chiesa, nata quale fidanzata di Gesù al momento della scelta dei dodici, diviene Sua Sposa sul Calvario. Questi è il luogo dove l’umanità di Cristo figurata dal patibolo è elevata dalla Sua divinità, espressa dall’asse verticale della Croce. Cristo Sacerdote potrà in tal modo offrire Se stesso quale Vittima sacrificale, celebrando nella persona dell’apostolo del cuore San Giovanni. In questa prima Celebrazione eucaristica viene concepito il Corpo Mistico di Cristo, che è immagine della Sposa nella Chiesa militante, di Figlia nella Chiesa purgante e di Donna nella Chiesa trionfante. Maria addolorata, una volta entrata in casa dell’apostolo vi ha portato la Sua Maternità Universale che condurrà al Trionfo della Donna Universale nei cieli, passando per la Sua trasformazione in Figlia che accoglie nel Calice e nella Patena la Morte divenuta Vita nel Suo Figlio Unigenito. Sotto quella medesima Croce, poco distante da essa, Maria inaugurerà il Nuovo Tabernacolo scavato nella roccia della Parola di Cristo presso cui, nelle quaranta ore successive alla deposizione, lavorerà la farina dei Suoi figli che grazie al Calice della salvezza diverrà un Solo Pane di vita. Con la morte di Cristo muore l’uomo Gesù ma non il Dio Gesù. Il Corpo di Cristo che non conosce la corruzione diviene il Seme Trinitario che, caduto nella Terra mariana, porta molto frutto nella potenza dello Spirito Santo in ubbidienza alla Volontà del Padre. Da quel Seme nasce l’Albero della conoscenza del bene e del male, le cui radici affondano nella redenzione, il cui tronco è resurrezione, la cui chioma è Salvezza o Condanna per i fratelli d’esilio ed i cui frutti sono i Sacramenti che danno: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e dominio di sé. L’incontro tra la dimensione verticale di Dio e l’orizzontalità dell’uomo ha raggiunto nel sacrificio del Golgota il suo compimento sacramentale e definitivo in Cristo, Che ci ha dato Sua Madre quale Nostra Madre e Suo Padre quale Nostro Padre per poter essere in Lui divinizzati. È su tali basi fisiche e mistiche che la Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana ha ricevuto da Dio il gravoso incarico di generare in Cristo la nuova umanità, concepita nella Sua morte con il Battesimo e invitata a crescere in un solo Corpo mediante la Vita liturgica e sacramentale. La Chiesa pellegrina che è Sposa di Gesù, Sacerdote, Vittima e Altare, avrà sempre nella Sua Casa Maria quale Grembo della Sua incommensurabile fecondità in terra e nei cieli.

Il periodo di tempo impiegato dall’umanità per poter giungere dalla condizione unicellulare alla pro-creazione  fu molto lungo. Con la procreazione sopraggiungessero, per la prima volta nella storia dell’umanità, figli e figlie concepiti e nati dal grembo di una madre e non più dalle viscere di madre Terra. La nuova discendenza costituì la progenie dei: «Figli dell’uomo concepiti e nati da una donna» o, se si preferisce dei: «Figli concepiti e nati a seguito dell’accoppiamento dei rispettivi genitori naturali». Da questo momento il nome di Eva assunse il significato più ampio di «Madre dei viventi», in quanto il gamete maschile avrebbe incontrato l’ovocita in attesa di essere fecondato all’interno del corpo della sua genitrice, più precisamente dentro la sua tuba uterina, facendo sì che divenisse madre di una nuova vita. Questa nuova discendenza sarebbe succeduta alla progenie dei «Figli di Dio creati  per via diretta da madre Terra», quale primizia dell’Amore di Cristo non ancora rivelato. Il  numero sterminato di queste persone vissute in un lontano passato, in virtù delle loro anime immortali, costituiranno le primizie più remote  che il Celebrante presenta nell’offertorio a Dio Padre durante la Celebrazione eucaristica, unitamente alle  primizie più recenti che quotidianamente muoiono nel grembo materno o in una provetta di laboratorio o a conclusione di una vita vissuta. Nella consacrazione sono difatti soltanto le primizie a potere essere impastate in tre staia di farina da Maria Santissima, perché tutta fermenti in un solo Pane che il comunicando riceverà con la Comunione Sacramentale. Dirà Gesù a Giuda Iscariota: «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto quello mi tradirà e aggiunge, il Figlio dell’uomo se ne va come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Il significato di tali Parole vuole esprimere il prezzo pagato da Cristo per ottenere la Salvezza degli uomini a partire dalla condizione unicellulare di ciascuno, assimilabile ad una primizia. Gesù precisa che sarebbe meglio per qualsiasi traditore in avvenire che come Giuda Lo abbia conosciuto, morire nel grembo materno piuttosto che, divenuto Suo apostolo, tradirLo e venderLo a chi non L’ha ancora conosciuto condannandolo a morte. Il prezzo della Salvezza per il riscatto e la redenzione delle anime dei traditori reclama a Cristo una sofferenza molto maggiore da pagare, perché di gran lunga superiori sono state le grazie loro donate e la Misericordia che hanno conosciuto e predicato. Il prezzo in termini di sofferenza che Cristo dovrà pagare per la salvezza di un’anima lontana da Dio, per quanto abbia potuto commettere le medesime colpe o anche di più gravi, sarà certamente inferiore per non avere conosciuto sacramentalmente né il Suo Nome, né il Suo Amore, né la Sua Infinita Misericordia. Le doglie che Maria dovrà soffrire per la nascita di un’anima al cielo saranno parimenti proporzionate all’intensità dei dolori sofferti dal Figlio. Grazie al dono della procreazione, il nucleo adamico ed evitico contornato dal citoplasma unicamente evitico della vita nascente, avrebbe dato d’ora in avanti origine alla nuova persona custode e portatrice delle caratteristiche ereditarie ricevute dai genitori naturali. Ciascuno di essi avrebbe mantenuto la continuità genetica con il proprio albero genealogico, quale espressione vivente di un Solo Corpo della Creazione in Cristo veniente. Le molecole di DNA e di RNA, i due strumenti d’elezione sui quali Dio ha fondato il perpetuarsi della vita, sono propriamente legati all’ereditarietà il primo e all’attività di costruzione e di rimaneggiamento dell’edificio corporeo il secondo. Entrambi i polinucleotidi rappresenterebbero dunque le tracce visibili e invisibili del profondo legame teandrico che connette i Cieli di Dio alla Terra affidata agli uomini. L’incarnazione di Gesù, che ha assunto interamente la natura umana, testimonierebbe come ci sia alla Fonte un Ordine Condiscendente Increato DivinoPericoretico, di Amore unitivo e diffusivo, resosi visibile nella Persona umana e divina di Gesù, per donare ad ogni uomo la conoscenza intima di essere persona nella Sua Persona. Tutto ha avuto origine da Gesù e niente esiste al di fuori di Lui ed è proprio nell’acronimo del DNA che andrebbero letti il senso delle Scritture ed il senso della Sua Venuta quale «Dio Nostro Amore». Nella Doppia Catena Polinucleotidica assunta da Gesù e complessata nelle strutture cromosomiche della specie umana, posta all’apice della creazione, sono saldamente unite a Lui tutte le generazioni passate, presenti e future dal principio alla fine dei tempi. Tutte le molecole di DNA e di RNA presenti sulla terra hanno origine dal Corpo di Cristo ed è alla luce di tale Verità che realizza con le Sue mani la frusta di cordicelle per scacciare di volta in volta i venditori di turno dal Tempio vivo della Sua creazione. Saranno innanzitutto i mercanti della Parola a dovere comprendere come ogni forma di vita provenga da Cristo che è Dio ed a Dio ritorni in Lui, perché: «Tutto è stato fatto per mezzo di Lui, e senza di Lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste» (Gv. 1, 3).

ק Con il procedere delle conoscenze, teologica, filosofica, storica, scientifica e medica, i nomi di Eva e di Adamo si sono arricchiti di nuovi e più pregnanti significati. Il senso profondo della femminilità spirituale e fisica  ha difatti raggiunto in Maria Santissima e, in particolare nel Suo essere stata proclamata Donna dall’Unigenito ai piedi della Croce, la pienezza degli uffici di Figlia, Sposa e Madre. Quale Madre Universale, è stato a Lei affidato da Cristo di donare la Sua Redenzione e Resurrezione a ciascun figlio che vive la seconda gestazione mistica nel Suo Grembo Santo e Immacolato, in ubbidienza al Volere del Padre Celeste.

ר Il primo Adamo, identificabile con il nucleo del corpo umano unicellulare della prima generazione di uomini, quella delle origini della specie, non realizzerà da subito di avere dentro di sé i germi dell’Eva nucleare e citoplasmatica quale compagna di vita sin dal suo esordio, a costituire una sola carne. Sarà soltanto con il raggiungimento della dimensione fisica pluricellulare stabile dell’organismo umano compiuto, in grado di pro-creare, che l’Adamo ridestato riconoscerà Eva dentro e fuori la sua persona dandole il nome di madre dei viventi. Adamo costituirà la componente bio-psico-socio-spirituale maschile presente in ciascuna persona, sia maschio che femmina, ed Eva la componente bio-psico-socio-spirituale femminile complementare. La mascolinità matura che il genere umano avrà raggiunto con la pro-creazione sarà rivelata in pienezza da Gesù, così come la femminilità matura conseguita nella sua pienezza sarà rivelata da Maria. L’Inviato del Padre Celeste, venuto nel mondo quale Nucleo primigenio del Creato per Redimere e Salvare l’umanità maschile e femminile con la Sua Incarnazione, la riporterà sacramentalmente nel Grembo verginale della Madre di tutti i viventi, da dove rinascerà una seconda volta prima di ascendere al Cielo e venire giudicata.

ש In ciascuna persona sono compresenti Adamo ed Eva sin dal suo concepimento e, a prescindere dalla generazione e dal sesso  questa è da subito in connessione ed in continuità biologica e spirituale con i corpi evitici e adamici delle generazioni che l’hanno preceduta e con quelle che seguiranno. Ciascuno è invitato a scoprire, indagando nelle profondità del proprio essere, la connessione che da sempre lo tiene unito a Gesù e a Maria sotto il profilo antropologico, spirituale e sacramentale e sarà da tale consapevolezza che l’umanità potrà conseguire la perfezione ultima di potere vivere qualsiasi differenziazione fisica, sociale, economica e culturale  all’interno di un Solo Corpo. La fratellanza in Cristo nella figliolanza di Maria dirigeranno la libertà e la legalità alla luce della grazia e della misericordia che Dio riverserà sull’uomo nuovo. Il superamento dei rancori, dei vecchi giudizi e dei pregiudizi di un tempo, consegneranno attraverso la Maternità Universale di Maria la conoscenza della Bontà di Dio Padre che, per i meriti conseguiti dal Figlio sanerà ogni corpo sofferente e malato liberandolo definitivamente, nella potenza dello Spirito Santo, dalla schiavitù del peccato e della morte per redimerlo dalla prima cellula.

ת La costola dalla quale Eva fu tratta rimanda al tessuto osseo e alla sequenza genica del DNA che lo codifica. In anatomia topografica questo osso costituisce il componente principale della gabbia toracica, al cui interno sono custoditi organi preziosi dal simbolismo spirituale notevole. Al fine di comprendere la relazione che Dio Padre ha stabilito con l’uomo compiuto per mezzo del Corpo del Suo Unigenito e di Maria Sua Madre, sarà opportuno approfondire i vari significati di tale area anatomica che ha permesso alla Sposa dello Spirito Santo di manifestare la Sua regalità quale Seconda Eva. Cristo, con la Sua morte di Croce e l’effusione del Suo Sangue è divenuto lo Sposo della Chiesa, fecondandola sacramentalmente nei corpi dei Suoi fedeli. La Terza Persona della Santissima Trinità, attraverso la Sua Sposa, rianima e ridona il respiro e la circolazione sanguigna ad ogni uomo che era morto, perché creato a sigillo dell’immagine di Cristo e a suggello della Sua somiglianza.

La costola è un segmento toracico nastriforme che consta di una parte ossea la quale, ad eccezione delle coste fluttuanti, si continua con un tratto cartilagineo che converge anteriormente sullo sterno. La componente ossea ha al suo interno il midollo osseo che è deputato a fabbricare, attraverso cicli di produzione pressoché continui, le cellule della serie rossa e le cellule della serie bianca del sangue. Entrambe le tipologie cellulari danno luogo unitamente al plasma, al tessuto sanguigno che istologicamente è un tessuto connettivo allo stato liquido, responsabile del nutrimento, dello sviluppo, della difesa e della crescita dell’organismo. Le ventiquattro costole svolgono nel loro insieme una funzione meccanica protettiva e dinamica di gabbia, munita di un ritmico movimento inspiratorio ed espiratorio a custodia  e per la funzionalità degli organi in essa contenuti che sono essenzialmente il cuore, i grossi vasi, la trachea, l’esofago ed i polmoni. Le costole, oltre a proteggere tali organi, partecipano difatti all’unisono all’espletamento delle funzioni respiratoria e cardio-circolatoria, che costituiscono due attività fondamentali per la vita dell’uomo sulla Terra, assimilabili all’esercizio della preghiera continua nella vita spirituale. Gesù, il Venerdì Santo, ha donato al mondo il contenuto più prezioso custodito nel Suo torace riversando all’esterno, per mezzo della trafittura, il Suo Sangue Espiatorio dall’inestimabile valore teologico, antropologico, storico, filosofico, biblico, liturgico e spirituale, a beneficio dell’umanità. Sul Golgota, a cuore fermo, lo spazio intercostale destro del Suo torace venne difatti raggiunto e trafitto dalla lancia del soldato che ne divelse la costola sovrastante da quella sottostante, raggiungendo il sacco pericardico pieno del Suo Sangue sedimentato. Su tale letto di scorrimento neoformato un Fiume di morte e di vita presero a sgorgare da quella sorgente, generando una vera e propria cascata toraco-addominale di cui dà testimonianza l‘apostolo Giovanni, il Sangue, quale segno della presenza cellulare differenziata del Dio della Vita, l’Acqua, a conferma della componente liquida nella quale la vita fu sin dal principio immersa. La fuoriuscita ematica si riversò su Maria ai piedi della Croce, trasformandola nel Calice e nella Patena riceventi il Corpo ed il Sangue del Suo Unigenito. Maria è l’Eva del costato chiamata ad accogliere ed a distribuire le ricchezze toraciche del Dio Incarnato.

ת Prima di raggiungere la tappa della pro-creazione, l’uomo aveva abitato il Paradiso terrestre della corporeità in una Terra incontaminata. Ciascuna persona, creata a immagine e somiglianza di Dio, irradiava l’amore misericordioso ricevuto dalla Santissima Trinità. L’Adamo nucleare monocellulare, plasmato dalla Terra, aveva vissuto gioiosamente la sua vita ed era divenuto l’Adamo parvi e pluricellulare. Allorquando le linee evolutive maschile e femminile raggiunsero la loro piena maturità anatomica, funzionale e sessuale, la prima Eva fu tratta dalla costola d’Adamo per custodirvi i tesori toracici. L’umanità matura, composta da individui sessualmente maschi e femmine, si sarebbe però presto assopita spiritualmente per riconoscere soltanto al suo risveglio Eva quale compagna di vita e sua sposa toracica, messa da Dio a protezione del tesoro più grande di cui disponeva rappresentato dal cuore. Il peccato originale avrebbe fatto il suo ingresso sulla terra dividendo l’uomo dall’uomo con il privare Adamo dell’unione intrapersonale sponsale appena contratta con Eva. Fu così che l’umanità perse la visione beatifica di cui aveva goduto fino a quel momento, avendo vissuto nel bene ad immagine e somiglianza di Dio. Adamo si sarebbe separato da Eva così come il maschio dalla femmina e l’uomo dal suo angelo custode, allontanandosi da Dio. Le persone sarebbero divenute sempre più sordastre alla voce dei loro custodi sebbene Adamo ed Eva, sotto l’egida del peccato e della concupiscenza, continuavano impassibilmente il loro fisiologico e inesorabile cammino biologico, culturale, sociale, religioso e spirituale. L’uomo, voluto da Dio sin dal principio maschio e femmina, creato e specificato dalla coppia di cromatidi presenti in ciascuna delle ventidue paia di cromosomi somatici e nella ventitreesima coppia di cromosomi sessuali, era divenuto preda dell’inganno satanico che lo aveva  spezzato internamente ed avrebbe continuato a confonderlo e a frantumarlo psicologicamente. La componente maschile creata per riflettere la gloria di Dio in ciascuna persona, quale portatrice di affidabilità e sicurezza paterne che ogni individuo maschio avrebbe dovuto testimoniare, era decaduta. Così come era regredita la componente femminile presente anch’essa in ogni persona ed espressione, originariamente negli individui di sesso femminile, di protezione, di cura e di affetto tipicamente materni. I due archetipi si sarebbero con il tempo sempre più separati e contrapposti fino a mescolarsi disordinatamente l’uno nell’altro. L’incarnazione di Gesù nel Grembo della Vergine a Nazareth, la Sua nascita a Betlemme, la Sua crescita nel silenzio durata circa trent’anni, la Sua predicazione pubblica di tre anni e la Sua deliberata immolazione sulla Croce, cambieranno il corso della storia e dell’umanità a iniziare dai singoli uomini. La Sua Venuta determinerà la netta unificazione nel Suo Corpo Mistico della realtà creata prima di Cristo e di quella creata dopo Cristo, quale risposta divina alla separazione diabolica che il peccato aveva prodotto tra l’umanità dell’immacolatezza originaria e l’umanità concupiscente. Il grande fiume di morte e di vita che prese a sgorgare dal Costato trafitto di Cristo raccolto da Maria Santissima, ha ripristinato definitivamente l’antica frattura sponsale tra il primo Adamo e la prima Eva. Questa è stata riabilitata in Maria che è divenuta la Patena, il Calice e l’Acquedotto nei quali il Corpo del Figlio è stato deposto ed il Suo Sangue ha preso a scorrere, per raggiungere e riscattare tutti i Suoi figli dalla morte con la morte di Cristo. La prima Eva toracica aveva rinunciato al suo ruolo di Donna e di Madre, rendendo l’uomo estremamente vulnerabile alle insidie del male. La Fedeltà e l’Immacolatezza della Vergine Custodiranno e renderanno nuovamente feconda in Cristo la vita sponsale, biologica, psicologica, storica, culturale, antropologica, filosofica, sociale, teologica e spirituale dell’umanità intera, da quella plasmata dalla Terra in Adamo all’umanità della pro-creazione nata dal suo costato con la prima e la seconda Eva. Il ruolo della Madre Universale è focalizzato primariamente nello svegliare dal torpore spirituale ciascun figlio morto nel peccato, per ridonargli la vita attraverso i sacramenti del Suo Unigenito Risorto. L’uomo adamico ed evitico, che aveva già sperimentato nell’Eden della sua corporeità sponsale l’appartenenza ad un solo Corpo, pur senza che questi fosse ancora stato rivelato, occuperà il posto per lui preparato nel Corpo Mistico mediante la Comunione Sacramentale prevista sin dall’eternità per l’umanità ed affidata ai fedeli degli ultimi tempi. La frenata d’arresto nel processo di perfezionamento spirituale inflitta all’uomo dal peccato originale, ha dovuto cedere il posto alla Riedificazione ed alla Ricapitolazione del Creato nell’Unigenito Figlio di Dio. Tale universale e irreversibile ripresa raggiungerà il culmine con la Seconda Venuta Trionfale di Cristo sulle nuvole del cielo.

Fu in pre-visione della nascita di Maria Santissima che il primo Adamo, su ispirazione dello Spirito Santo Suo Sposo Divino, ebbe a dire appena si destò dal lungo sonno dello spirito: «23[…] Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall’uomo è stata tolta. 24Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne» (Gn 2, 23-24).

L’uomo nuovo è invitato a scoprire oggi dentro di sé il Mistero Trinitario che lo caratterizza, amministrando saggiamente la componente maschile e femminile della sua persona creata ad immagine e somiglianza di Gesù Cristo, Il Prototipo e  L’Icona Vivente inviata dall’Archetipo increato, il Padre Celeste, nella Potenza dello Spirito Santo, per la redenzione e la salvezza dell’umanità. Sarà la Mascolinità di Cristo, Sposo della Chiesa nella fecondità del Suo Preziosissimo Sangue, a neutralizzare ogni falsa pre-comprensione del passato e a riunificare l’umanità nel Suo Corpo Mistico affidandola alla gestazione del Grembo Materno.

Il ridestato Adamo stenta ancora a comprendere come sia Maria Santissima la piena realizzazione  della Donna che vive in ogni persona portandovi Gesù, di Cui è carne della Sua carne e osso dalle Sue ossa nella Carne, nelle Ossa e nel Sangue del Suo Corpo Mistico del quale è una preziosissima cellula. L’Adamo ridestato è invitato a considerare Maria come Colei che, prescelta da Dio e tratta dal gregge dell’umanità, è divenuta la Tenda, l’Ovile ed il Grembo che ha in gestazione il Corpo Mistico per riportare a Casa del Padre tutti i Suoi figli dispersi dalla diaspora ideologica, esegetica ed ermeneutica conseguita al peccato. L’Adamo ridestato, una volta marianizzato e santificato non potrà che cambiare vita,  vivendo sulla Terra in Cristo la sacralità di Dio nella sacralità della sua carne. Il comunicando è il testimone di questa realtà in espansione destinata a coinvolgere l’intera umanità. È difatti il corpo del fedele sacramentato la sala del Banchetto di Nozze, all’interno della quale, la pietanza del Pane e le bevande dell’Acqua, e del Vino transustanziati nel Sangue, nell’Acqua e nel Corpo di Cristo, unitamente alla Sua Anima, possono venire offerte alle anime del Purgatorio, chiamate a partecipare al Banchetto dopo avere indossato il vestito senza cuciture della Parola di Dio che crea vita dal nulla e dalla morte.

La si chiamerà Donna perché è dal Costato destro trafitto di Cristo che Maria Santissima è stata tratta ai piedi della Croce, quale Madre Universale. La si chiamerà Donna per l’immensa fedeltà che ha testimoniato in vita sino al punto che il Padre  Celeste L’ha voluta quale Calice, Patena, Ostensorio e Tabernacolo in ogni Sua Chiesa ed all’interno di ciascuna Celebrazione Eucaristica. Ogni fedele La chiamerà mea Domina, nel senso di mia Signora o Madonna, riconoscendone la presenza materna nella sua carne e la regalità presso gli angeli ed i santi. In quel giorno, ciascun fedele la cui corporeità e intenzionalità avranno riconquistato sacramentalmente la condizione paradisiaca dell’Eden, abbandonerà gli antichi insegnamenti del mondo, il padre e la madre naturali per proseguire il suo cammino verso il Cielo in onore dei Genitori Celesti, nel pieno compimento del quarto comandamento mosaico. L’Adamo ridestato vivrà nel fedele il rapporto spirituale di coppia di Gesù con Maria e sarà l’offerta perenne gradita a Dio quale strumento di santificazione per i fratelli, così come recita la seconda epiclesi della Preghiera eucaristica lll^. Attraverso l’apostolo Giovanni, che ha fatto entrare Maria nella sua casa corporea ai piedi della Croce ancor prima che nella Chiesa, ciascun fedele è chiamato a divenire Chiesa particolare al servizio della Chiesa ecclesiale. Egli potrà parlare tutte le lingue della spiritualità del mondo, quale cellula in dialogo con le altre cellule del Corpo Mistico di Cristo, all’insegna di un ecumenismo sostanziale e non più formale o di facciata.

ש Prima che il peccato originale facesse irruzione nell’umanità, l’anima viveva in perfetta armonia con il corpo e guidava con somma sapienza la sua progressiva edificazione, nel rispetto delle intuizioni provenienti dall’angelo custode in accordo con le fasi di crescita filo ed ontogenetica. Quando Eva fu tratta dalla costola di Adamo, questi realizzò di avere dinanzi ai suoi occhi non più soltanto una compagna a lui complementare bensì il volto, la corporeità e la spiritualità dell’altra parte di sé. Adamo comprese di essere stato pensato e impastato da Dio sin dal principio come coppia, a costituire una diade  maschile e femminile. Grazie alla sua parte femminile, le relazioni intra ed interpersonali divennero sempre più chiare dinanzi ai suoi occhi e gli istinti primordiali di un tempo, originatisi dal fango della terra, erano adesso coadiuvati dalle  percezioni scaturite dalle altezze toraciche della sua stessa corporeità. La nascita di Eva fu determinante per il passaggio epocale dalla condizione meramente istintuale a quella intuitiva, razionale e spirituale dell’umanità. Eva, in qualità di regina e signora della regione toracica del corpo dell’uomo compiuto, avrebbe mediato ogni  pensiero ascendente e discendente dalla pianta dei piedi alla volta cranica.  Con  l’avvento del peccato, la vita sulla terra si sarebbe allontanata sempre più dall’Intenzionalità di Dio per sposare i più disparati desideri, le più incontrollate emozioni e le più vane illusioni suggerite dal male sia a livello personale che collettivo. La vigilanza ed il governo degli angeli custodi sarebbero stati rifiutati dal libero arbitrio di un uomo sempre più fragile, isolato e indipendente dagli altri. Ogni nuova vita umana, pur vivificata dall’anima, sarebbe stata sin dalla fase del suo concepimento espressione dell’insanabile frattura tra Adamo ed Eva confermando, una volta nata, tale divisione. L’uomo aveva smarrito l’originaria visione beatifica e perduto la gioia della vita. Adamo non era più il saggio amministratore  del corpo ed Eva aveva cessato di proteggerlo e custodirlo maternamente. Entrambi si erano svenduti al tentatore, l’una per avergli prestato ascolto, l’altro per avere accettato di mangiare insieme  alla sua compagna il frutto della conoscenza del bene e del male che già possedevano per essenza, essendo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio. La nascita di Eva dal tessuto connettivo costale di Adamo, pur posizionandola ad un gradino superiore sulla scala della creazione rispetto ad Adamo nato dalla Terra, aveva fatto di lei l’anello di congiunzione con l’infausta realtà angelica decaduta quale attrice al servizio del regista del peccato. Il meretricio spirituale auricolare, consumato attraverso il senso dell’udito, portò Eva a passare insensibilmente dalla percezione originaria sintonizzata sull’Intenzionalità di Dio ad una sensibilità posizionata sulla lunghezza d’onda dei bisogni personali e dei desideri secolarizzati, senza più nulla di ecclesiale ed universale. Eva aveva rotto la comunione con Dio e con gli uomini ed era entrata in un dialogo, tuttora aperto, con il più astuto tra le creature, con il più dissomigliante da Dio Trinità e con il totalmente nudo della Sua Parola creatrice, in quanto distruttore per antonomasia. Il passo successivo che avrebbe portato dalla stazione dell’ascolto a quella del desiderio e, dunque, alla tappa della deglutizione del frutto proibito fu molto breve e ancora più rapido  il passaggio successivo di offrire il frutto ad Adamo inducendolo a mangiarne. Il peccato, sotto il profilo teologico, è sempre un atto personale. Esso presuppone il coinvolgimento dell’anima e del corpo  e tiene conto della gravità della materia della colpa, della piena avvertenza e del deliberato consenso del peccatore. La responsabilità nel peccato e le conseguenze del peccato coinvolgono invece più persone, fino a costituire un vero e proprio atto collettivo. L’attenta disamina dell’atto fisiologico del mangiare è di grande aiuto nella comprensione delle dinamiche implicate nell’atto peccaminoso. L’atto della deglutizione prevede difatti vari stadi, all’inizio v’è il momento cerebrale del desiderio, conosciuto come stadio cefalico di stimolazione vagale sensoriale che si avvia al pensiero del cibo. In questa fase, la vista, l’olfatto, il tatto e l’udito precedono il senso del gusto, in particolare per i cibi appetibili che tra l’altro sono spesso anche i più dannosi per la salute. A questa prima fase fanno seguito con l’ingresso del bolo alimentare nel canale digerente che ha inizio nella bocca, le due fasi successive, gastrica ed intestinale. Mangiare significa essenzialmente frammentare in pezzettini più piccoli quanto è stato assunto in bocconi più grandi, apprezzandone la bontà ed assimilandone le sostanze assunte ridotte in minuscoli frammenti molecolari. Sul piano fisiologico e spirituale, è fondamentale discernere ciò che può da ciò che non dovrebbe mai entrare nel corpo e nell’anima di una persona, onde evitare che venga conseguentemente metabolizzato ed entri nel circolo sanguigno che scorre  al suo interno. La fase digestiva e la successiva fase d’assorbimento permettono, difatti, ai minuscoli frammenti del bolo originario di essere trasformati in chimo e successivamente in chilo. Distribuite nell’organismo, le singole molecole raggiungeranno attraverso il sangue circolante gli estremi confini della terra corporea. Lo sminuzzamento del frutto proibito in numerosissime piccole molecole, dal peccato originale in poi, ha inficiato le molecole dell’Amore che Dio aveva donato all’uomo creandolo immacolato nel Paradiso terrestre. Nel processo di assimilazione spirituale le molecole del male sono entrate in competizione con quelle del bene. La superbia, l’avarizia, la lussuria, l’invidia, la gola, l’ira e l’accidia costituiranno i sette pilastri portanti del Tempio dell’umanità peccatrice. Conosciuti dalla teologia occidentale come i sette vizi capitali, nascono in realtà in oriente sotto il nome degli otto pensieri o spiriti malvagi di Evagrio Pontico della teologia orientale.

ר  L’angelo della dissomiglianza, della morte, del dissidio e della crudeltà, nascosto sotto la falsa aura di luce, ha saputo attendere con pazienza che si compisse il fatidico passaggio della pro-creazione e della nascita di Eva dal torace di Adamo per sferzare, allo scoccare di quel momento, il suo devastante attacco. L’avere intrapreso il dialogo con Eva piuttosto che con Adamo, indica quanto sia elevata rispetto all’uomo la sua diabolica abilità strategica che renderà il suo essere creaturale possessore di caratteristiche proprie  del tutto assimilabili a quelle di un serpente strisciante sulla terra, sordastro e privo di arti. Il ribelle, scegliendo di tradire il Creatore, ha fatto sì che il suo corpo spirituale celeste  luminoso di un tempo subisse i suddetti cambiamenti, assumendo istantaneamente  le  proprietà proprie dei rettili ectotermi a cominciare dalla vista acuta associata alla sordità, quali immagini della superbia e dell’egoismo appena acquisiti. Satana e le sue schiere sferzeranno agguati spietati diurni e notturni alle prede umane, confondendole, disgregandole ed insidiandole in mille modi. L’obiettivo del principe del male fu,  sin dal principio, la conquista dell’anima lavorando, con l’inganno, sulla debolezza del corpo ed i bisogni fisiologici e spirituali della persona. Dopo il peccato originale, l’intelletto, la memoria e l’affettività presenti nell’anima furono assoggettati ai suoi disegni sin dall’attimo di ogni nuovo concepimento. La capacità di soggiogare le persone  da parte del maligno, asservendole ai suoi progetti, deve però in ogni caso sottostare alla Sovrana Permissione divina del Padre Celeste. Il Padre, amante dello infinitesimamente piccolo ha comunque confidato, sin dalla creazione del mondo, nella superiorità dell’uomo rispetto all’angelo a motivo della sua inferiorità creaturale fatta a immagine e somiglianza di Dio in Cristo. Il serpente, dopo avere separato Eva da Adamo, ha iniziato la sua opera screditando la figura femminile prima e quella di Madre dei viventi e di Madre Universale poi. Impotente e sgomento dinanzi alla nascita della Vergine, con la quale non riuscirà mai a dialogare in quanto totalmente impermeabile alla tentazione, oserà tentare Gesù nel deserto. La nascita nella pienezza dei tempi di Maria Santissima rappresenterà per il ribelle l’epilogo delle sue più funeste ambizioni, allorquando sperimenterà l’Onnipotenza materna in Cristo, nel vedersi immobilizzato al suolo con la sua testa sotto la volta plantare del piede della Vergine insieme ad ogni sua diabolica macchinazione. Il maligno è tuttora costretto ad ingannare se stesso insieme ad i suoi adepti ostentando un falso potere fondato sull’immobilità, sulla menzogna e sulla morte contrapposto alla potenza di Cristo, Via, Verità e Vita. La forza di cui dispone è direttamente proporzionale alla mancanza di fede da parte dell’umanità. La Beata Vergine ha dato lustro all’Eva toracica, in qualità di Figlia, di Sposa, di Madre e di Donna per divenire con la Sua Assunzione la Porta del Cielo e la Regina degli angeli e dei santi. L’antico serpente, nel frattempo diventato il drago, le bestie ed il falso profeta dei tempi a venire descritti nell’Apocalisse, sarà definitivamente separato dall’umanità e dagli angeli che avranno scelto il bene  e recluso con i suoi adepti nello stagno di fuoco e zolfo che avranno scelto.

La nostra progenitrice Eva, nel mangiare il frutto della conoscenza del bene e del male, aveva aperto all’uomo di ogni epoca, razza e continente un cammino segnato dall’ipoacusia spirituale, che lo avrebbe spinto a percorrere la strada della frammentazione e dell’assimilazione dei frammenti, perdendo di vista le grandi cose e gli universali. Con il peccato l’uomo avrebbe imparato ad accusare il prossimo per giustificare se stesso, a iniziare dalla coppia che aveva dentro di sé. La decisione di Eva di porgere parte del frutto ad Adamo perché ne mangiasse, avviò il sovvertimento dell’intero ordine del creato. L’Adamo nato dalla terra avrebbe dovuto difatti proporre quanto ricevuto da Dio ed Eva, tratta dal torace, custodire ed eseguire insieme ad Adamo quanto ricevuto, similmente al nucleo ed al citoplasma di una cellula che agiscono all’unisono nel proporre e dirigere la sintesi proteica. Eva e Adamo, nel mangiare il frutto proibito, mangiarono e frantumarono la conoscenza del bene e del male che già possedevano nella loro anima, allontanandosi dalla sapienza di Dio per dare inizio alla catena di accuse che sarebbe stata alla base della frammentazione di qualsiasi relazione intrapersonale, interpersonale e sociale. Nel linguaggio botanico, la pianta veterotestamentaria del melo appartiene alla famiglia delle rosaceae il cui vero frutto  è il torsolo e non la polpa, le piante del gelso e del fico presenti nel Nuovo Testamento appartengono alla medesima famiglia che è produttrice di falsi frutti, anche definiti frutti complessi. Eva e Adamo spezzettando e masticando la parte più interna della mela, hanno frammentato e masticato il dono della conoscenza immortale ed intellettuale depositato nell’intimo della loro anima, che aveva permesso loro di vivere fino a quel momento nella visione beatifica. Addentando la buccia e la polpa avevano dato priorità alla ragione neuronale rispetto all’intelletto spirituale e denudato l’endocarpo con dentro i semi di Verità. I nostri progenitori distrussero il frutto complesso della conoscenza del bene e del male nella sua interezza mortale ed immortale. Staccato dalla pianta e ridotto in tanti minuscoli frammenti, tale frutto, la cui raccolta ed utilizzo quale alimento erano stati proibiti, sarebbe andato difatti incontro al destino metabolico di qualsiasi altro alimento ridotto da bolo in chimo e da questi in chilo per fare irruzione nei vasi ematici e linfatici dell’organismo e diffondersi nei tessuti sotto forma di materiale nutritivo piuttosto che come principio di conoscenza indispensabile per le singole cellule. La sposa toracica d’Adamo e custode delle intuizioni divine aveva tradito i suoi nobili natali, decadendo lei stessa insieme al suo sposo. Eva e Adamo avevano perso i ruoli di donna e di uomo conservando rispettivamente quelli di femmina e di maschio. Fu su tali basi che Adamo ed Eva si scoprirono denudati della veste spirituale che li aveva tenuti insieme quale coppia di sposi all’interno della medesima persona. Veste cucita tutta d’un pezzo sin dal primo livello cromosomico di zigote e con la quale erano state progressivamente rivestite tutte le loro strutture interne ed esterne compresa la cute. Le percezioni sensoriali presero il sopravvento sulle originarie intuizioni spirituali e l’antico canale acustico dell’ascolto bilaterale venne gradualmente sostituito dal canale alimentare, impari e mediano che, in luogo dell’ascolto metabolizzato nell’orecchio medio, avrebbe masticato e deglutito al pari di un qualsiasi altro alimento il frutto complesso della conoscenza del bene e del male. L’ordine della creazione era stato sovvertito perché l’Eva del costato, la donna di Genesi 3 e la madre di tutti i viventi si era prostituita al tentatore, tradendo Adamo sulla terra  ed il Creatore nei cieli.

La coppia dei nostri progenitori, che fino a quel momento aveva permeato gioiosamente la persona armonizzando le intuizioni dell’anima con le ragioni del corpo, guidandola e custodendola dal nucleo al citoplasma, dalla mente al cuore e dal midollo alla cute, aveva  abbandonato il paradiso terrestre della propria corporeità allontanandosi verso la regione della dissomiglianza. Il peccato originale avrebbe lasciato in ciascuna persona un’immagine sbiadita e deturpata di Dio, facendo svanire la visione beatifica, l’immacolatezza, l’impassibilità e la gioia. Eva non avrebbe  più ricevuto e custodito le informazioni da Adamo bensì direttamente dal maligno, codificandole e decodificandole in base alle direttive di volta in volta impartitele. Fu l’uomo a dare inconsapevolmente tale potere a satana, in sé impotente, nel tradire l’Onnipotenza e la Bontà misericordiosa  di Dio.

Dopo il peccato l’intero ordine della creazione, specchio dell’ordine e della bellezza supremi di Dio,  fu sovvertito. Entrarono nel mondo la sofferenza, la malattia e la morte e la direzione delle informazioni per la sintesi proteica all’interno di una cellula, che da sempre partiva dal nucleo per raggiungere il citoplasma, giunse in taluni casi ad essere invertita causando un’ulteriore destrutturazione della cellula e l’aggravarsi del disordine nel creato. Per quanto gravemente colpita e danneggiata, la creazione riconosceva tuttavia ancora Adamo ed Eva al suo vertice. La condizione di peccato originale verrà ereditata dalla progenie dell’umanità come un peccato contratto nell’anima della persona, sia pure non commesso, al pari di una malattia genetica presente sin dall’attimo del concepimento. Sarà ereditato come uno stato che condizionerà la vita di chi ne è affetto e non un atto e, dunque, trasmesso ai posteri sin dal loro concepimento unitamente all’inclinazione al peccato. A conferma di quanto detto in campo biologico, è evidente oggi come esistano nei retrovirus e nei prioni delle modalità di trasmissione dell’informazione genica che esulano dalla consueta modalità unidirezionale dal nucleo al citoplasma, infrangendo il dogma centrale della biologia molecolare. I retrovirus conservano difatti le informazioni genetiche sotto forma di RNA e, durante il ciclo della loro replicazione utilizzano un meccanismo di retro-trascrizione nel DNA che successivamente va ad integrarsi nel genoma dell’ospite. I prioni sono invece delle proteine in grado di replicarsi nel citoplasma avvalendosi delle strutture mitocondriali ivi presenti, senza dovere ricorrere alle informazioni geniche custodite nel nucleo della cellula ospitante.

 

ק Il dogma centrale della biologia molecolare aveva custodito sino a quel momento il principio secondo il quale ogni flusso di informazione genetica procedesse unicamente dal nucleo al citoplasma. L’informazione iniziata nel DNA nucleare e trascritta sotto forma di RNA avrebbe raggiunto il citoplasma per dare luogo alla sintesi proteica. Le proteine, la forma operativa decodificata delle informazioni contenute nel genoma, una volta sintetizzate avrebbero rappresentato il prodotto finale necessario alla vita dell’organismo. Le proteine attingono per la loro formazione da un capitale di aminoacidi costituito da ventidue unità fondamentali,  laddove ciascuna proteina formerà una catena di varia lunghezza con le più disparate disposizioni spaziali. I ventidue aminoacidi specificati dalle ventidue coppie di cromosomi sono i mattoni prodotti dalle fornaci cellulari, con forma, dimensioni e grado di complessità vari e disparati finalizzati a dare origine ai costituenti fondamentali che permetteranno la costruzione dell’organismo sotto il profilo fisico, plastico, dinamico, ormonale, ematico ed enzimatico.

Prima del peccato originale ciascun flusso di informazione visibile ed invisibile veniva trasmesso sulla Terra ed in Cielo, dopo essere stato copiato fedelmente  a partire dal Nucleo primigenio intra-trinitario di Dio, in vista dell’Incarnazione di Gesù. Il mondo inorganico e organico, i regni minerale, vegetale e animale, portarono gradatamente alla formazione di tutti gli elementi che avrebbero dato origine alla prima cellula uomo, ubbidendo fedelmente al Dogma della creazione del quale il dogma centrale della biologia molecolare era il riflesso. Dopo il peccato originale, con il sopravvento della ragione neuronale sull’intelletto dell’anima, la superbia, l’accusa, la divisione, l’invidia e l’odio iniziarono a serpeggiare nella terra corporea dell’uomo quale conseguenza dell’ingestione del frutto della conoscenza del bene e del male, le cui conseguenze avevano inaugurato i tempi della demonizzazione del mondo.  I conflitti tra l’anima ed il corpo, dell’uomo contro l’uomo e della persona contro Dio erano appena esorditi tuttavia soltanto dopo l’Incarnazione di Gesù il maligno si sarebbe visto costretto ad uscire allo scoperto per schierarsi apertamente contro la Sua Opera di Redenzione, di Salvezza e di Santificazione del mondo. L’angelo ribelle rimarrà sgomento ed impotente al cospetto della Maternità divina, umana ed universale di Maria e, non potendo nulla contro di Lei, oserà tentare il Suo Unigenito nel deserto accecato dalla superbia e dalla presunzione di poterLo sottomettere ai suoi voleri. In tale circostanza il male subirà le tre sconfitte paradigmatiche della storia e l’anticipazione del suo destino tra i tormenti, nella lontananza definitiva da Dio per l’Eternità. Il Frutto Benedetto del Grembo Santo di Maria, Gesù Redentore e Salvatore del mondo, vivificherà difatti la morte stessa con cui avrà infierito con la crocefissione del Golgota. Il maligno sperimenterà nel deserto come, in virtù della fedeltà di Maria, il disordine provocato dal peccato sarebbe stato interamente risanato dal Suo Unigenito, costringendolo a ritirarsi lontano da Lui nella regio dissimilitudinis di San Bernardo che è anche la regio longingua di Sant’Agostino. L’angelo della morte avrà intuito sconcertato come non sia stato sufficiente avere  infestato i campi della corporeità umana spargendovi i semi dell’accusa, della zizania e della discordia, per avere la meglio sulla Vita, sulla Luce e sulla Gioia di Dio che aleggeranno sovrane sulle acque del male. Il demonio, con un terzo degli angeli che lo avranno seguito, precipiteranno dai cieli sulla Terra assistendo impotenti e sgomenti al realizzarsi della Salvezza di Cristo che accompagneranno creando confusione e frastuono sino all’inverosimile. Alla resa dei conti sarà il pozzo infernale la loro condizione abitativa definitiva dove lo zolfo della discordia ed il fuoco dell’odio reciproco da essi prodotti non li abbandoneranno mai per tutta l’Eternità. Il maligno sa molto bene come Maria Santissima sia la Madre di Dio e degli uomini e che è soprattutto la sua Regina e la Regina del creato. Conosceva perfettamente che attraverso Lei la Pace del Suo Unigenito che è Dio sarebbe stata veicolata sacramentalmente nell’anima e nei corpi degli uomini, ma non volle riconoscerlo né, accecato dalla superbia volle demordere dal suo infame disegno sovversivo. Il demonio presagì che il Progetto affidato alla Vergine, una volta innescato avrebbe inesorabilmente portato alla sua sconfitta definitiva e che, all’apogeo del male sulla Terra e nei Cieli, la sua fine sarebbe stata imminente ma non volle arrendersi. Il libro dell’Apocalisse, che insegna le cose che dovranno accadere, relega l’antico serpente in Eterno nello stagno di fuoco e di zolfo insieme alla bestia dell’accusa e al falso profeta della divisione. Il medesimo libro attesta come i tre saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli dal rifiuto della Comunione con Dio. Tuttavia il maligno, che aveva scimmiottato nella sua perversa natura puramente spirituale il mistero trinitario assumendo lo spirito dell’odio, dell’accusa e della divisione in contrasto all’Amore, al Perdono e alla Comunione, fino al sopraggiungere del Giudizio Finale continuerà a mimetizzarsi sotto tante maschere irradiando il mondo con il suo malefico influsso.

צ Dal peccato originale ad oggi l’attività del male ha assunto peculiarità sempre più violente, arricchendosi di connotati disumani e di pensieri aberranti oltre ogni immaginazione. L’errata conoscenza di Dio sembrerebbe spingere l’umanità all’autodistruzione, vittima di tale macchinazione diabolica i cui connotati sono quelli di un vero e proprio complotto ordito dalle alte sfere angeliche ai danni della creazione. L’umanità, per quanto un giorno possa giungere all’autodistruzione, in quanto concepita in Cristo quale gregge cellulare del Suo Santo Corpo Immortale, ha comunque diritto alla Redenzione e alla Resurrezione e alla scelta della Salvezza o della Morte Eterna. Le menti ed i cuori degli uomini sono sulla Terra indirizzati a tutt’altro che Cristo e la Sua Morte Espiatoria culminata nel Dono dell’Eucarestia, tutto questo rende inverosimile la Sua Opera redentrice e plausibile qualsiasi scelta o racconto anche a sfondo religioso. Gesù Cristo, continua a dare coerenza e integrità al Suo Corpo Mistico donandosi all’uomo sotto le Specie sacramentate del Pane e del Vino, affinché l’umanità smarrita ed in fuga possa vincere in Lui qualsiasi sofferenza e la stessa morte, compresa quella agghiacciante provocata dall’assalto del male sugli elementi del gregge isolati, inseguiti e sbranati dal lupo senza pietà. La Seconda Venuta del  Messia sulle nubi del cielo sarà a conferma del Suo definitivo dominio su tutte le cose della Terra. L’umanità sarà tutta immacolata,  marianizzata cristificata in tale giorno ed avrà riacquistato la visione beatifica abbandonando l’attuale lettura distorta delle cose, essendosi riappropriata in Cristo del Paradiso perduto ad iniziare dal proprio Eden corporeo. Ogni singolo uomo imparerà nuovamente a percepire sin da dentro il grembo materno la voce sussurrata dal suo angelo custode, per fronteggiare vittoriosamente qualsiasi sfida della vita. La santità eroica conseguita da tanti nostri fratelli proclamati santi dalla Chiesa, diverrà icona di una condizione universale nella quale ciascuna persona avrà permesso a Cristo di agire quale Sovrano nella propria vita, accogliendoLo sotto la guida di Maria prima nelle vesti di figlia e poi in quelle di sposa per donarLo agli altri, nelle vesti mature di madre e di donna, dopo averLo concepito e visto nascere e crescere in sapienza, età e grazia nella quotidianità della propria esistenza. L’eroicità delle virtù testimoniata nelle circostanze più critiche insegna a non demordere mai e a non deresponsabilizzarsi dinanzi ad alcuna circostanza propizia o avversa di vita. I santi hanno riconosciuto e vissuto la santità della loro carne nella sacralità della Carne di Cristo e rappresentano per tale motivo l’offerta perenne presentata sull’Altare Eucaristico e gradita a Dio, a favore dei fratelli d’esilio che sono le cellule preziosissime del Suo Corpo Mistico.

 

פ Quando Gesù venne innalzato sulla Croce e spirò, dal Suo costato trafitto scaturirono Sangue e Acqua. Questi due elementi corrispondono alla parte corpuscolata e alla soluzione acquosa del sangue, quest’ultima conosciuta come plasma. Ad ogni Celebrazione Eucaristica, al momento della Consacrazione, il vino e l’acqua dell’offerta diventano la parte corpuscolata e la componente plasmatica del Corpo di nostro Signore e l’ostia il Suo Cuore. Nella transustanziazione ciò che muta non è la sostanza fisica delle specie del pane e del vino e neppure cambiano le percezioni visiva, tattile, olfattiva e gustativa, ciò che muta e si rende presente è la Sostanza Divina velata sotto le Specie fisiche del Pane, dell’Acqua e del Vino. Nella consacrazione il regno minerale, presente sotto le sembianze dell’Acqua ed il regno vegetale velato sotto quelle del Pane e del Vino, sono transustanziati nel Corpo Glorioso di Cristo Sacramentato per la redenzione dell’umanità. La Celebrazione eucaristica è la Ricapitolazione mirabile della prima e della seconda creazione riunificate sull’Altare nel Corpo del Signore. Pertanto, in ogni Santa Messa sono presenti tutti i singoli passaggi che dall’esordio della materia creata dal nulla sono giunti alla Gloria della celebrazione dei Sacramenti, passando dall’Incarnazione di Gesù attraverso il Natale, la Pasqua, la Sua Morte, la Sua Resurrezione, la Sua Ascensione e la  Sua Seconda Venuta. Con brevi e succinte Parole e gesti essenziali, Gesù si offre Vittima sacrificale sull’Altare eucaristico del Golgota e spezza attraverso le mani del sacerdote il Suo Cuore di carne, che dona agli uomini insieme al Calice espiatorio del Suo Sangue. L’emopericardio ad ogni Celebrazione fa  sgorgare, come un calice che trabocca, la Sorgente inestinguibile di morte e di vita custodita al suo interno. Da circa duemila anni questa Sorgente continua a versarsi e a riempire del Sangue e dell’Acqua di Cristo il Calice materno sottostante la Croce, per essere distribuito da questi all’umanità. Grazie a tale emodinamica spirituale che ha come unico Emissario il Sangue e l’Acqua fuoriusciti dal Suo Sacro Cuore, il Redentore ed il Salvatore del mondo ha accolto tutte le morti dell’umanità dalla prima all’ultima, donando in cambio a ciascuna di esse  la Sua Vita Immortale e la dignità di persona redenta. Dalla morte di Gesù in Croce a oggi, il grande fiume dell’Espiazione continua a essere alimentato dall’acqua e dal sangue provenienti dall’umanità peccatrice assunta da Cristo, per divenire nella Consacrazione l’Acqua e il Sangue presentati e versati sull’Altare per essere comunicati. Pertanto, a ogni santa Messa, ogni singola nuova morte viene assunta dalla grande Morte di Cristo e introdotta nella Redenzione per la Resurrezione di Vita o di Morte. La Preghiera del Getsemani che Gesù rivolge al Padre non si è mai conclusa ed il Suo Calice, pieno delle vecchie e delle nuove sofferenze, continua a traboccare dal Suo torace trafitto per versarsi nel Calice materno e venire distribuito ai fedeli. Nell’offertorio della Santa Messa si celebra l’esordio della vita dell’uomo sulla Terra, che ha avuto origine da Adamo ed Eva in una singola cellula e che grazie al suo successivo sviluppo in popoli e nazioni costituisce da sempre un unico Corpo in Cristo. Nel solenne momento della Consacrazione si onora e ci celebra la Morte santa e santificante di Gesù Cristo che, nel Suo Corpo oltraggiato e crocefisso, ha espiato, riscattato e ricapitolato tutte le sofferenze e le morti della storia dell’umanità, nessuna esclusa, per ridonare loro la Sua Resurrezione e la Sua Misericordia.  Per avere accesso al Sacramento eucaristico è necessario che il fedele abbia ricevuto in confessionale l’assoluzione dei peccati, affinché lasci che il Corpo esanime di Cristo sia deposto nel sepolcro nuovo scavato nella roccia della Parola all’interno della sua persona appena assolta. In questo senso, il sepolcro nuovo di Giuseppe di Arimatea diventa icona del giardino cardiaco rinnovato di ogni comunicando chiamato a ricevere Cristo sacramentato non solo per sé ma per comunicarlo ai fratelli d’esilio. Durante la Celebrazione della Santa Messa, quanto si svolge sull’Altare coarta le distanze spazio-temporali in un PresenteEterno permettendo al Sacrificio espiatorio di attualizzarsi nel momento più solenne della Consacrazione. L’unione matrimoniale di Cristo Sposo con la Chiesa Sposa ha luogo nell’intimità del sepolcro nuovo del fedele sacramentato ed è preceduta da due momenti fondamentali.

Il primo momento è legato al letto di scorrimento del Fiume espiatorio che, una volta lasciato il Calice sorgivo pericardico, riconosce quali suoi argini naturali le costole divaricate dalla trafittura. Nel proseguire la corsa per caduta gravitazionale si trasforma in una cascata misericordiosa che, dalla sommità della rocca toracica del Corpo di Cristo crocefisso, si versa nel Calice e nella Patena sottostanti della Madre addolorata ed impietrita ai piedi della Croce. Il secondo momento è collegato ai due contenitori materni che accolgono il Divino Contenuto Filiale perché venga distribuito, attraverso le mani del Celebrante, ai comunicandi e da questi ai fratelli d’esilio. Dal Calice e dalla Patena ha inizio la distribuzione capillare del Corpo, del Sangue, dell’Anima e della Divinità di Cristo Sacramentato nel corpo, nel sangue, nell’anima del comunicando divinizzato sacramentalmente in Cristo, chiamato a sua volta a divinizzare in Lui i fratelli d’esilio. Il fedele che ha ricevuto il Sacramento dell’Eucarestia è divenuto il punto di irradiazione di Cristo per il mondo. Vi sono distinti momenti durante i quali il Calice e la Patena, insieme o separatamente, sono elevati dal piano alto dell’Altare al cielo dalle mani sacerdotali. In un primo tempo il celebrante presenta al Padre l’offerta delle primizie, in un secondo tempo v’è la preghiera di ringraziamento a nome della Chiesa universale per il gradimento dell’offerta da parte del Padre che ha transustanziato, nella potenza dello Spirito Santo, il pane ed il vino nel Corpo e nel Sangue del Figlio. In un  terzo tempo è l’Agnello Pasquale ad essere elevato sull’Altare nell’Ostia spezzata, che è il Suo Cuore. Nel gesto di elevazione del Calice e della Patena il celebrante stringe tra le sue mani Maria Assunta con dentro il Contenuto Filiale del Corpo Mistico . La Cena Pasquale che è stata preparata sulla Terra viene in tal modo elevata e presentata al Banchetto Eucaristico Celeste per venire consumata e poter donare Redenzione e Salvezza all’umanità in attesa. In questo contesto di Grazia la persona di Maria è celata sotto le sembianze inanimate del Calice e della Patena che accolgono il Sangue ed il Corpo del Suo Unigenito. Ella diviene sull’Altare Eucaristico la Madre Universale e la Donna Fedele che non abbandonerà mai un figlio, neppure per un istante, perché lo ama nel Suo Unigenito di un Amore superiore. Calice e Patena, come dei canali di grazia verseranno dunque il Divino Contenuto nel corpo del celebrante e dei comunicandi e, per loro tramite, ai fratelli di ogni tempo, luogo e credo, redimendo e risuscitando quanto viene raggiunto sin dagli abissi più insondabili degli inferi.

Maria, per i meriti conseguiti da Cristo e in forza della Sua Assunzione è divenuta il Grembo di Dio per ridare  la casa all’interno del Corpo Mistico a quanti si erano auto-sfrattati dal proprio Eden corporeo, a motivo del peccato. In virtù del mandato ricevuto dal Figlio morente ai piedi della Croce, Ella fa circolare il Fiume toracico in piena di morte Redentrice e Salvezza vivificante all’interno della Chiesa, dagli abissi più profondi della terra alle vette più alte dei cieli. Ciascun figlio lontano, in forza della potenza sacramentale dell’Eucarestia può ricevere, se lo vuole e nel Nome di Cristo, la Vita del Risorto per passare istantaneamente dalla morte alla Vita. Da qui l’urgenza da parte del fedele sacramentato di testimoniare, in ogni circostanza propizia o avversa di vita, l’Amore ricevuto da Dio ai fratelli d’esilio a iniziare dai più lontani e bisognosi. È così che la Santa Comunione diviene un perenne Rendimento di grazie a Dio nella gratitudine di essere stati elevati sulla terra ad un così alto ufficio. Maria è l’unica creatura che è rimasta fedele al Suo ruolo di Figlia nei riguardi del Padre, di Sposa nei riguardi dello Spirito Santo e di Madre nei riguardi di Gesù e lo sarà fino al compimento della Sua Seconda Venuta, per l’Eternità. Il Suo Grembo santo e verginale ha iniziato sul Golgota a ricevere in gestazione i suoi figli dispersi, riconoscendoli quali cellule del Corpo Mistico del Suo Unigenito, per nutrirli e farli crescere spiritualmente nella Potenza sacramentale dello Spirito Santo Suo Sposo, fino al parto escatologico. Nel Suo Grembo Mistico gli Altari eucaristici disseminati sulla Terra costituiscono un solo Altare Eucaristico Placentare.

 Sarà sempre Lei a canalizzare l’Acqua viva e trasparente come un cristallo, che zampillerà dal Trono di Dio della Gerusalemme Celeste per portare la Vita Eterna a tutti i figli che saranno oramai divenuti cittadini della Città Santa, che scenderà sulla Terra nuova adorna di cieli nuovi.

 

ע Il mandato della Divina Maternità fu accolto storicamente da Maria Santissima a Nazareth dal Sì che diede in risposta all’Arcangelo Gabriele, sebbene tale Richiesta Divina fosse già recepita nel segreto della Sua anima ed operante sin dall’Eternità in Seno alla Santissima Trinità. Il Padre Celeste considera difatti da sempre Maria quale Figlia prediletta, così come Gesù La guarda da sempre quale Madre e lo Spirito Santo La considera da sempre Sua Sposa. Gesù, avendo dato all’umanità per mezzo degli apostoli il Padre Suo quale Padre Nostro, darà prima di spirare sulla Croce per mezzo dell’apostolo del Cuore la Madre Sua quale Madre Nostra.

In quella circostanza la Maternità Universale, preconizzata alle nozze di Cana di Galilea, si manifesterà in pienezza sul monte del Sacrificio con l’apostolo Giovanni che darà testimonianza all’Acqua e al Sangue scaturiti dal Costato trafitto. Il Battista aveva annunciato Gesù come l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Ogni anima privata del corpo con la morte potrà adesso ritrovare nel Corpo Mistico di Cristo in gestazione nel Grembo di Maria, il posto a lei riservato sin dall’Eternità. Giovanni è stato il primo ministro ordinato della Chiesa di Pietro a prendere parte alla prima Messa celebrata all’aperto sul Golgota, dove Cristo in Persona, Sacerdote, Altare e Vittima si è lasciato immolare alla presenza di Sua Madre. In tale solenne momento la Santa Vergine, prefigurazione del Calice e della Patena che saranno utilizzati nelle Celebrazioni successive, si lasciò riempire fino all’orlo del Sangue e del Corpo del Figlio.

 ס Il significato Eucaristico di “Rendimento di grazie” è già presente nella parte istruttiva della Messa ad iniziare dalla Liturgia della Parola, laddove ciascun fedele marianizzato viene invitato a lasciarsi trasformare sull’esempio di Maria, in un canale di redenzione non soltanto per sé ma per quanti incontrerà lungo il cammino della vita, in particolare per quelli che non credono, disperano o che hanno notizie distorte circa la Salvezza operata da Cristo. Il comunicando comunica alle anime che gli sono di volta in volta affidate, il posto sicuro e definitivo che Cristo ha preparato per ciascuna di loro all’interno del Suo Corpo Mistico, laddove Maria è la Gestante ed il Suo Grembo la porta della Salvezza e la sede dove ha luogo l’Opera di Redenzione. L’Onnipotenza Eucaristica non è dunque mai unicamente limitata alla sola persona che se ne nutre estendendosi alle anime dei fratelli in esilio che le vengono affidate da Dio in ciascuna Celebrazione. Il comunicando che assimila le Specie Divine viene in realtà assimilato sacramentalmente al Corpo Mistico del Risorto, divenendo un preziosissimo canale di grazia per sé ed i fratelli che congiunge la Terra al Cielo.

נ Sin dalle origini del cristianesimo i significati di paternità, maternità e fratellanza hanno assunto connotati spirituali paradigmatici. Il primo Adamo non è mai definito padre di tutti i viventi, in quanto tale Paternità appartiene esclusivamente a Dio, nella Persona Divina del Padre Celeste.  Eva è definita madre di tutti i viventi in pre-visione della Maternità Universale di Maria. Adamo fu creato a immagine di Dio in vista dell’Incarnazione di Gesù pertanto può essere considerato Suo fratello maggiore in accordo alla nascita nel tempo e progenitore dell’umanità, quale prima cellula uomo comparsa sulla faccia della terra. Il medesimo Adamo fu creato a somiglianza di Dio nel Bene, cui corrispose pienamente fino al peccato originale. Il Padre dei due figli della Parabola evangelica, che rivolge ad entrambi l’invito di andare a lavorare nella vigna, potrebbe identificarsi con la Persona del Padre Celeste che chiede alla realtà angelica e all’umanità l’invito a lavorare per Cristo, Il Suo Unigenito. Così come la Parabola del Padre misericordioso conosciuta anche come Parabola del Figliol prodigo, potrebbe ravvedere nel figlio maggiore l’angelo creato al quarto giorno e nel minore l’uomo del sesto giorno della creazione.

Saranno presumibilmente passati milioni di anni prima che la macro-generazione adamica, caratterizzata da una esistenza unicellulare in ambiente verosimilmente acquatico, abbia passato il testimone della vita alla macro-generazione successiva parvi-cellulare per giungere alla macro-generazione pluricellulare capace di respirare sulla terraferma e dunque alla macro-generazione attuale della pro-creazione. Eva, dal momento in cui fu tratta dall’osso costale d’Adamo al compiersi del peccato originale, si comportò come una sposa fedele al suo sposo. Le anime ed i corpi che si susseguirono di generazione in generazione, ad iniziare dalla prima unicellulare fino a quella della pro-creazione alla vigilia del peccato, conservarono intatte le facoltà della loro anima, quali l’intelletto, la memoria e l’affettività e furono totalmente esenti dalla sofferenza e dalla malattia nel corpo. Con il peccato tutto cambierà radicalmente e drammaticamente in senso degenerativo.

Ciascun uomo delle generazioni successive, concepito quale cellula di un solo Corpo in Cristo, crescerà con il marchio del peccato che erediterà sin dal concepimento portandone i suoi effetti devastanti nell’anima e nel corpo, senza salti generazionali. Maria soltanto sarà concepita e nascerà verginalmente. «Ogni cellula nasce da una cellula» è l’espressione concisa del celebre aforisma di Rudolf Virchow, essa desidera sottolineare come per mezzo della mitosi da una cellula madre abbiano origine due cellule figlie. Le cellule figlie saranno provviste del medesimo corredo cromosomico diploide della cellula madre. La meiosi equivale ad una doppia divisione mitotica da cui si originano quattro cellule figlie, i cui corredi cromosomici dimezzati sono definiti aploidi. Gesù, Il Nuovo Adamo, si incarnerà a Nazareth nella forma corporea immacolata iniziale di una Cellula Zigote. Con tali fattezze Egli ripercorrerà sin dal principio ogni singola fase della vita biologica umana, per poterla riscattare interamente avendola assunta totalmente dalla prima all’ultima mitosi.

Analogamente a quanto pre-visto per le anime, create immortali in vista e in funzione dell’Anima Immortale ed Eterna di Gesù, ciascun corpo, voluto e creato dal Padre Celeste nel Corpo del Suo Unigenito, precursore, modello e compimento di tutti i corpi, sarà da Lui assimilato alla Sua morte per essere redento e risuscitato. Dal peccato originale ai nostri giorni ciascun uomo inizia dunque il suo cammino sulla Terra sotto le sembianze fisiche di una singola cellula che, pur avendo perso l’immagine e la somiglianza di Cristo, che è Dio, potrà riottenerle sacramentalmente anche dopo la morte ed in qualsiasi stadio di vita si trovi grazie alla Sua discesa agli inferi. Ogni persona è tuttavia invitata già durante la sua vita terrena a partecipare per mezzo del Battesimo sacramentale o attraverso il Battesimo d’intenzione al disegno di Redenzione, Resurrezione e Salvezza operato da Cristo, ed avere in tal modo accesso agli altri sacramenti. La Madre del Corpo Mistico ha bisogno del contributo sacramentale di questi figli per potere strappare le anime all’Inferno e fare transitare dalla concupiscenza alla santità le anime del Purgatorio, essendo Lei a sopportare per ciascuna di esse le doglie del parto.

מ La cacciata dal Paradiso terrestre di Adamo ed Eva, ovvero l’allontanamento dalla condizione fisica e spirituale che aveva sancito sin dal principio una perfetta e gioiosa armonia tra la parte maschile e femminile dell’uomo e tra questi e Dio, significò per entrambi i progenitori l’inizio di un drammatico esilio culminante nella fuga da se stessi. Lo spirito satanico sperimenterà una totale impotenza dinanzi alla Vergine Immacolata  e, nello sferzare il triplice attacco a Gesù nel deserto, ne uscirà devastato e sempre più accecato dalla superbia. Scagliandosi con accanimento sul gregge dell’umanità, prediligerà i cuori preparati a ricevere la semina del buon grano alterandone la produzione con la semina della zizzania. Nel superamento delle grandi prove architettate dal male nasceranno i più grandi santi della Chiesa mentre il menzognero, cavalcando il destriero della concupiscenza, non demorderà dall’ispirare nelle menti degli uomini di ogni epoca le più disparate, perverse ed infestanti distorsioni e dottrine teologiche. La sua diabolica strategia è riuscita a scagliare uomo contro uomo e a trasformarlo da accusatore a carnefice dei suoi stessi fratelli. La parte occidentale delle mura di contenimento del Tempio di Gerusalemme, preso  a modello del Suo Corpo da Gesù quale Tempio Unico dell’umanità, rappresenterà la testimonianza architettonica più eclatante del Suo Costato trafitto da dove, nel cuore della Città vecchia di Gerusalemme continueranno a sgorgare pianto, sofferenza e morte unitamente ai germi nuovi sacramentali di Vita Eterna.

Gesù, Fondamento, Conduttore e Fine Ultimo della creazione, scaccerà con L’Autorità di Dio i mercanti dal Tempio dopo avere costruito da Sé una sferza di cordicelle utilizzando delle strisce la cui struttura rimanda alla disposizione spaziale della doppia elica di DNA. “Tutto è stato fatto per mezzo di Lui e senza di Lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste!”. È alla luce di tale Verità che le Sue mani hanno potuto impugnare la frusta della creazione a doppia spirale, antiparallela e informazionale di DNA e allontanare con il Dito di Dio gli spacciatori di false verità che, quali figli di ogni tempo, basano il loro commercio fraudolento sulla compravendita di quanto hanno ricevuto per grazia.

«[…]15Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, 16e ai venditori di colombe disse: “Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato” […]» (Gv 2, 15-16).

È Gesù a realizzare la sferza della creazione perché è Lui con il Padre e lo Spirito Santo ad avere creato tutte le cose visibili e invisibili. Nessuno al mondo avrebbe mai potuto confezionare una tale frusta e dargliela e nessuno potrà mai sottrargliela, visto che tale sferza è il simbolo visibile dell’Amore Infinito Trinitario invisibile, increato ed eterno che lega il Padre al Figlio nella Potenza dello Spirito Santo. La vecchia scala di Giacobbe, che agli occhi di Mosè apparve sotto forma di un bastone in prossimità del roveto ardente capace di trasformarsi in serpente, che in mano ad Aronne aveva assunto l’aspetto di una verga ed in mano a san Giuseppe era diventato un ramo di mandorlo con dei germogli, aveva preso nelle mani di Gesù le sembianze originarie della frustra della creazione. Ciascun uomo, chiamato a divenire pietra templare del Corpo di Cristo e non più monolito sinagogale di uno dei tanti edifici della dispersione è, dunque, esortato a riprendere con maggiore cura la custodia del proprio corpo, sotto la guida della sua anima, al fine di ripristinare l’unità fisica e spirituale della sua persona che metterà al servizio degli altri se vorrà prendere parte alla Vita del Corpo Mistico. Il peccato, la sofferenza e la morte erano riusciti a separare il corpo dell’uomo dalla sua anima con la mediazione di vari mercanti operativi nel Tempio dell’umanità. Con la Sua PrimaVenuta Gesù ha voluto riportare all’Immacolatezza originaria le anime degli uomini in modo da poter permettere, con la Sua Seconda Venuta, alle medesime anime redente e ricapitolate in un solo gregge, di riprendere ciascuna il proprio corpo nella Resurrezione Finale e vivere gioiosamente per l’Eternità nell’Eden della Nuova Creazione. Tra gli uomini, soltanto chi persisterà sino alla morte nell’impenitenza finale alimentata dalla ribellione ostinata a Cristo potrà dannarsi in Eterno. Con il Battesimo il fedele diviene sulla Terra una cellula ecclesiale del Corpo Mistico di Cristo prendendo sacramentalmente parte, con la sua persona, alla terza ed ultima ricostruzione del Tempio di Gerusalemme. I sacramenti servono difatti a riconsegnare al Tempio di Gerusalemme, del quale il Corpo Mistico di Cristo è immagine, le cellule umane che erano state rase al suolo dalla forza distruttrice del male. Le innumerevoli cellule sinagogali, disperse come monoliti nelle più disparate diaspore della vita di ciascuno, potranno così essere nuovamente reintegrate una ad una nella riedificazione del Tempio Redento. I doni votivi di un tempo saranno tutti riepilogati nel Rendimento di grazie dei comunicandi e delle anime che, tratte dagli inferi, verranno riposizionate al loro posto nel Tempio. Allorquando l’umanità avrà realizzato cosa Dio ha fatto per lei, ogni genitore cesserà di scandalizzare i propri figli, a prescindere dalla condizione di vita nella quale si trovano. Nessuno oserà più ferire spiritualmente il proprio angelo custode o interrompere il corso biologico di una vita umana, strappando l’acino dal grappolo. In quei giorni il Corpo Mistico avrà assimilato a Sé, nei Suoi tessuti, l’umanità redenta che Maria partorirà al cielo ordinatamente in ogni sua singola cellula nelle doglie del parto.

ל Ad ogni Eucaristia, la nuova Spiga della Resurrezione ed il nuovo Vitigno della Comunione prendono puntualmente vita  dalla Patena, innaffiati dal Calice dell’Espiazione. Dall’intima unione del Figlio con la Madre, senza confusione di Persone, Messa dopo Messa, la morte dell’umanità viene Redenta da Cristo e trasformata in Vita. Con la prima deposizione Gesù venne adagiato sulla Terra materna che Lo aveva generato, nella quale era cresciuto e dalla quale era stato partorito. Con la seconda deposizione Gesù fu introdotto nel Sepolcro nuovo, quale figurazione del Grembo dell’Assunta nel quale il Suo Corpo Mistico crescerà e dal quale nascerà grazie alla cooperazione del corpo dei comunicandi marianizzati che già sulla terra partecipano alla Redenzione. Perseverando nella fede si seguirà Gesù nei Suoi apostoli riconoscendo Pietro quale principe della Sua Chiesa, chi non persevererà fino alla fine si staccherà dal Vitigno seccando come un tralcio reciso.

L’Incarnazione, l’Evangelizzazione, la Morte, la Redenzione, la Resurrezione, l’Ascensione e la Seconda Venuta di Gesù sono sette passaggi attraverso i quali la Salvezza Universale raggiungerà in Cristo l’intera umanità.

Il Battesimo dà inizio a questo cammino di Fede in conformità con il Magistero della Chiesa. Tale realtà ecclesiale, umana e divina, è assimilabile alla componente placentare del Corpo Mistico di Cristo, chiamata a pascolare sulla Terra con umiltà e sotto la guida di un unico Pastore, il Papa, il gregge dell’intera umanità. Tale moltitudine, altamente diversificata e differenziata sarà in tal modo protetta dal maligno durante il pascolo e sorvegliata all’interno dell’Ovile mariano nel tempo del riposo. Il carattere indelebile ricevuto con il Battesimo conferisce a ciascun battezzato la graziasacramentale di fratello sorella in Cristo del suo prossimo, quali figli di un solo Padre e di una sola Madre nella potenza dello Spirito Santo. L’Eucarestia permetterà di assaporare attraverso i sensi fisici e spirituali la Comunione fraterna, da condividere con i fratelli d’esilio nel rendimento di grazia a Dio. Il fedele dovrà sentire impellente la necessità di confessare anche la sua più piccola mancanza, rivolgendosi abitualmente a Cristo Sacerdote  nella persona del ministro ordinato, perché consapevole del Sacrificio espiatorio pagato dall’Unigenito per lui. Questo percorso di Fede illuminerà qualsiasi prova della vita all’insegna del pentimento nella più profonda compunzione del cuore. Gesù, con la Sua morte ha sperimentato la separazione dell’anima dal Corpo ed ha percepito, in tale momento di non vita, l’abbandono del Padre durante la Sua discesa agli inferi. Ha dunque provato l’umiliazione del Suo Corpo Inanimato di Dio della Vita, fino alla stratificazione del Sangue pur senza conoscere la corruzione della carne. Era questa la strada da percorrere per potere soddisfare ogni giustizia nei cieli ed in terra, ripristinando definitivamente quanto il peccato aveva mandato in frantumi. Il Bambinello, deposto nella mangiatoia della casa del Pane a Betlemme per illuminare i pastori e che da adulto avrebbe avuto intorno a Sé i pescatori, nel corso dei tre anni di predicazione, avrebbe sperimentato nel Getsemani l’ematoidrosi nell’incedere verso la Croce. La preghiera che in quel momento rivolgerà al Padre Celeste sarà di fare di Lui, anche al momento della Sua Morte la Sorgente traboccante di vita che è sempre stato sin dall’Eternità. Il Padre acconsentirà alla Sua richiesta e farà sì che ad ogni Celebrazione eucaristica, per mezzo della Consacrazione, quel Fiume di morte e di Vita continuasse a scorrere ed a versarsi nel Calice materno dell’Addolorata. Attraverso la Transustanziazione ci sarà anche il Cuore dell’Unigenito, adagiato sulla Patena materna, a nutrire l’intera umanità mediante i fedeli sacramentati.

Il Creato, Consacrazione dopo Consacrazione, sarà così totalmente raggiunto ed illuminato dal grande Fiume di grazie che il Padre continua ad elargire con generosità al mondo. Lo scorrere di tali grazie, dalla Sorgente alla periferia, ha luogo in ubbidienza alla forza di gravità in virtù della quale vengono puntualmente incanalate nell’acquedotto mariano e distribuite fino alle più estreme diramazioni capillari. È il centro della Terra, specchio del nucleo incandescente interno  di ogni zigote uomo ad implorare, dalla notte dei tempi, le grazie provenienti dalle altezze divine esercitando tale forza di gravità, per poterle assimilare nel fortificarsi lungo il cammino di ritorno verso la casa del Padre. Maria è la custode del Corpo Mistico di Cristo pre e post-pasquale. È Lei ad avere in gestazione sacramentale, nel Suo Grembo santo e immacolato, l’umanità precedente e susseguente l’Incarnazione del Suo Unigenito. Fu Lei difatti ad averLo in gestazione per i nove mesi del tempo d’Avvento e fu sempre Lei ad accoglierLo tra le braccia nella Prima e Seconda Deposizione del tempo di Pasqua. La Chiesa universale è chiamata a nascere dal Suo Grembo, fedele dopo fedele,  per essere partorita in cielo senza più macchia né difetto. La Chiesa Ministeriale si identifica, nei Suoi ministri ordinati, con l’Organo placentare il quale attraverso i diaconi, i presbiteri ed i vescovi impartisce a tutti i fedeli i Sacramenti che permetteranno alla Chiesa  Corpo Mistico di svilupparsi e crescere fisicamente e spiritualmente in Terra ed in Cielo.

כ Il sacramento del Battesimo è la porta di tutti i sacramenti della Chiesa, così come il primo giorno della creazione è la porta dei giorni successivi e lo zigote è la porta dell’organismo compiuto.

La Parabola della vigna e dei vignaioli omicidi spiega come sia Gesù la Fonte di ogni Vita, lo Zigote del Creato concepito di Spirito Santo, cresciuto nel Corpo dell’Immacolata e da Lei nato verginalmente per divenire, con la Sua Morte e Resurrezione, il Vitigno regale piantato dal Padre nella medesima Terra mariana. La vigna fu consegnata in un primo tempo a dei vignaioli che non solo non ne ebbero cura ma ne patrocinarono una falsa immagine, il vigneto fu allora affidato ai sacerdoti della Chiesa Cattolica per produrre molto frutto, grazie alla presenza sacramentale nelle loro persone della Persona di Cristo.

«[…]33Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano […].43Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti.» (Mt 21, 33- 43).

L’uomo che possedeva il terreno è Dio Padre, il Cui Amore sul piano dell’umanità è stato rivelato dal Figlio. Il terreno è la Persona della Sua figlia prediletta Maria Santissima, Che da sempre ne riconosce la paternità cui si affida totalmente. La vigna è il Suo Unigenito, i cui grappoli sono segno dell’alternanza delle generazioni nella Sua Persona. La siepe che La circonda è il Grembo immacolato dell’Assunta che Lo ha accolto zigote, embrione e feto e che, dopo averlo partorito e visto crescere, ne ha ricevuto tra le braccia il Corpo esanime. La siepe demarca dal mondo il Corpo Mistico dell’Unigenito che vive nel mondo, al suo interno, la seconda gestazione sacramentale. La vigna è il Sangue consacrato di Cristo sull’Altare, Che può così raggiungere ogni acino umano dal concepimento alla morte quale sua origine fontale e nutrimento di Vita Eterna. Il succo ematico che si ottiene dalla spremitura e dalla rottura del Cuore di Cristo, unifica nella Sua Morte ogni morte e riporta al Padre, nella potenza della Redenzione, ogni vita che era stata resa cadavere dal peccato. La buca scavata per il torchio allude alla discesa agli inferi, che ha luogo durante la Seconda Deposizione all’interno del Sepolcro nuovo. Il Suo Corpo esanime è così che produce sulla Terra, ad ogni elevazione del Calice sull’Altare, il Vino Nuovo che nutre le anime in cielo dall’alto della Sua Gloriosa Ascensione grazie all’Assunzione di Maria. La torre simboleggia la parte istruttiva della Parola che crea, essa affonda le sue radici nella storia della creazione tramandata da Israele per via orale e poi scritta, fino ad approdare nella Chiesa quale liturgia della Parola. La torre rappresenta la ricostruzione nella Verità di Cristo della vecchia torre di Babele, che gli uomini bisognosi di spiritualità nell’emigrare dall’oriente di Dio avevano tentato invano di innalzare nella loro città, sulla pianura di Sennaar, quale segno del piattume dei loro bisogni, delle loro pulsioni e dei loro progetti meramente esistenziali. Le fondamenta della nuova torre aggettano nelle vertiginose altezze delle Sacre Scritture scritte dal dito di Dio con il Sangue sgorgato dal Cuore spezzato di Cristo, sorgente e origine fontale di ogni cosa visibile e invisibile. La lingua non sarà più balbettata ma fluirà continua e correvole dalle labbra sacerdotali.

È difatti nella Celebrazione eucaristica che si realizza, in un modo solo apparentemente incruento, la spremitura di Uva nel Torchio vinario del Cuore di Dio crocefisso e deposto nel Grembo di Maria, forgiato a Calice ed a Patena. Al Suo interno gli acini costituiscono i fedeli e gli infedeli bisognosi entrambi di Misericordia. Ciascun acino è in effetti il simbolo di ciascuna esistenza umana che, dopo aver visto conclusa sulla Terra la sua prima fase di vita ed essersi staccata dal grappolo generazionale e dal contesto socio-culturale d’appartenenza, viene adesso raggiunta ed assunta con la Consacrazione dal Sangue di Cristo, quale cellula legittima e reintegrata del Suo Corpo Mistico. La Torre diviene emblema della Volontà sovrana del Padre Celeste, che ogni cosa ha fatto nel Verbo Incarnato, la Cui intenzionalità condiscendente L’ha rivelato al mondo con la Sua Venuta. La Torre è la realizzazione architettonica della doppia elica di DNA che, nella condiscendenza del Padre nel Figlio per la potenza dello Spirito Santo identifica, nella Dolorosa Passione di Cristo, il compimento dell’Opera di Salvezza nel passaggio finale del Suo Sangue e della Sua Acqua lungo le doghe costali della trafittura del costato. La Sacra Scrittura, la Patristica, la Tradizione e il Magistero resteranno i quattro pilastri fondamentali sui quali poggia la realtà ecclesiale della Chiesa Universale. Sarà lo Spirito Santo che per loro tramite continuerà ad ispirare i pontefici, i dottori della Chiesa, i religiosi, i laici ed i singoli fedeli ad una migliore comprensione di quanto già pienamente rivelato. Il Magistero della Chiesa è quel maestoso torrione che ergendosi in alto svetta sulla dimensione orizzontale della contingenza unendo, per mezzo della Scrittura, della Patristica e della Tradizione, il nucleo più profondo della Terra al vertice più alto nei Cieli. Il Padre Celeste inviò nella Terra immacolata di Maria a Nazareth Suo Figlio, quale Seme primigenio della creazione. Gesù Zigote si sviluppò, nacque e crebbe sotto l’egida di San Giuseppe per offrire, da adulto, a conclusione dei tre anni di predicazione la Sua vita sul Golgota per la Salvezza dell’umanità. Il Padre Celeste volle trapiantare nella stessa Terra Materna, con la prima e la seconda Deposizione, il Vitigno esanime ed incorrotto del Suo Unigenito. In forza di ciò il Padre ha dato avvio, nella Potenza dello Spirito Santo, ad un nuovo ed inaudito processo di Morte e di Resurrezione di tutte le cose create in vista di Lui e da Lui ricapitolate nella Nuova creazione. A conclusione di questa seconda ed ultima gestazione sacramentale sarà ancora una volta Maria a dare alla luce nel cielo, tra le doglie del parto, i Suoi figli quale cellule del Corpo Mistico. Questi nascerà con le sembianze di un Figlio maschio che verrà subito rapito verso Dio e il Suo Trono per governare tutte le nazioni con scettro di ferro, nella ricapitolazione cosmica finale del creato.

PER UNA PIÙ AGEVOLE COMPRENSIONE DEGLI ARGOMENTI TRATTATI SONO STATE INSERITE NEL COMPARTO RISERVATO ALLA GALLERIA, UNA TERZA ED UNA QUARTA RACCOLTA «LE VIE DEL SANGUE» DAI TITOLI: “DALLA MELA AL GREMBO” E “DAL CIELO ALLE ACQUE DAL PESCE ALL’EUCARESTIA”, PER UN TOTALE DI ULTERIORI 40 IMMAGINI.

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