MARZO 2019
Come già detto nel mese di Giugno 2018 al paragrafo “Letture e Salmi” nel capitolo dedicato alla “Liturgia della Parola”, il salmo responsoriale viene scelto sapientemente tra i centocinquanta salmi dell’omonimo libro biblico che li raggruppa. A partire dal salmo 9 si è venuta a creare tra il testo originale ebraico masoretico e le versioni greca e latina, una differenza di numerazione. Le traduzioni moderne generalmente le indicano entrambe mettendo una delle due fra parentesi. L’intera raccolta prende il nome di libro dei salmi o salterio. Il contenuto di ciascun salmo è usualmente in linea con il tema della prima lettura, di cui costituisce una continuazione sotto forma di preghiera personale, comunitaria, di fiducia, di ringraziamento, di ravvedimento, di adorazione, di angoscia, di insegnamento e via di seguito.
SALMO 1
(Sal 1, 1-3)
1Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi,
non indugia nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti;
2ma si compiace della legge del Signore,
la sua legge medita giorno e notte.
3Sarà come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che darà frutto a suo tempo
e le sue foglie non cadranno mai;
riusciranno tutte le sue opere.
(Sal 1, 1-3) 1Beato è l’uomo che non segue il consiglio di che si è macchiato di ingiustizia e crudeltà sia seguendo le intuizioni della propria anima che le elaborazioni della sua mente. L’empio che dà i consigli è lo spirito del male che serpeggia tra gli uomini, contaminandoli e inquinandoli attraverso vari livelli di infiltrazione minuziosamente calibrati e personalizzati. Lo spirito angelico ribelle è impotente in sé e necessita della collaborazione dell’uomo per poter realizzare i suoi diabolici progetti. Beato è l’uomo che non indugia nella via dei peccatori tracciata da quanti hanno seguito i consigli dell’empio fino ad averli fatti propri. Beato è l’uomo che non siede in compagnia degli stolti, essi sono coloro che si dimostrano grossolanamente inclini con le parole e nei fatti a sottovalutare la grave insidia proveniente dall’elaborata astuzia degli empi a loro danno. 2Beato è l’uomo che avverte un profondo piacere nella Legge del Signore e la considera attentamente meditandola giorno e notte. 3Tale uomo sarà come un albero le cui radici terrene sono piantate lungo i corsi di acqua battesimale che scorrono senza tema e continuano ad irrigare le fondamenta della terra. Questo uomo darà frutto a suo tempo, quando e dove egli non lo sa perché si è reso strumento nelle mani di Dio e non Suo cronometrista. Ma di una cosa è certo ed in particolare che le sue foglie, la cui struttura è specializzata a prendere parte alla costruzione dei carboidrati, non cadranno mai. Esse resteranno attaccate alla pianta sempreverde della sua vita di fede, ligie alla loro primaria funzione anabolica che consiste nel giungere alla sintesi dei carboidrati a partire da sostanze inorganiche quali l’anidride carbonica e l’acqua. Nell’alternanza della fase luminosa con quella del buio, grazie alla clorofilla, ha difatti luogo la produzione di questi composti fondamentali organici che si realizza in presenza della luce Solare. Tutte le opere di questo uomo riusciranno perché egli ha piena consapevolezza di cosa significhi vivere immerso totalmente nel mistero della vita. Egli ha piena coscienza del suo implacabile rinnovarsi e del prodigio che ogni nuovo concepimento rappresenta per la Terra e l’umanità intera. Questo uomo sa che il suo inizio nella carne ha avuto luogo nella totipotenza del suo essere zigote, sapientemente trasportato dalle acque fino al suo radicarsi nel grembo, dove è divenuto un albero sempreverde provvisto di foglie e di frutti, in virtù della Luce e del nutrimento fornitigli dal Sole di giustizia e di salvezza che è Cristo.
(Sal 1, 4-6)
4Non così, non così gli empi:
ma come pula che il vento disperde;
5perciò non reggeranno gli empi nel giudizio,
né i peccatori nell’assemblea dei giusti.
6Il Signore veglia sul cammino dei giusti,
ma la via degli empi andrà in rovina.
(Sal 1, 4-6) 4Non così non così accadrà agli ingiusti e ai crudeli, siano essi angeli decaduti o uomini che abbiano scelto la dannazione alla salvezza. Gli uomini dannati saranno assimilabili ai residui organici generati dopo la trebbiatura dei cereali che avranno richiesto allo Spirito Santo di venire dispersi dal vento, rimanendo soli avendo preteso deliberatamente di essere esclusi dal processo di panificazione sacramentale. 5Le creature angeliche eversive, prive di radici e immerse nella più profonda e arida solitudine, non potranno opporsi alla sentenza già emessa a loro riguardo, poiché nella loro fuga esistenziale dall’alto della loro contemplazione di Dio avranno già detto irreversibilmente no al Creatore e al suo Amore. La medesima cosa accadrà a quanti tra gli uomini saranno morti impenitenti nei loro peccati. Anche questi non potranno affrontare l’assemblea dei giusti del Paradiso che in vita non hanno riconosciuto tali avendoli deliberatamente massacrati e uccisi con le loro opere perverse ed omissive, senza manifestare la benché minima ombra di ravvedimento o di pentimento. 6Il Signore veglia sul cammino dei giusti e li accompagna materialmente e spiritualmente, mentre la strada degli ingiusti e dei crudeli andrà in rovina.
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SALMO 2
(Sal 2, 1-6)
1Perché le genti congiurano
perché invano cospirano i popoli?
2Insorgono i re della terra
e i principi congiurano insieme
contro il Signore e contro il suo Messia:
3«Spezziamo le loro catene,
gettiamo via i loro legami».
4Se ne ride chi abita i cieli,
li schernisce dall’alto il Signore.
5Egli parla loro con ira,
li spaventa nel suo sdegno:
6«Io l’ho costituito mio sovrano
sul Sion mio santo monte».
(Sal 2, 1-6) 1Perché le persone congiurano, perché i popoli complottano agendo nel segreto sebbene non conseguiranno alcun vantaggio? Perché le singolarità congiurano e la collettività le segue pensando di trarne un qualche profitto? 2Insorgono i sovrani angelici che pensano di possedere la facoltà di esercitare a proprio vantaggio il potere che hanno ricevuto in dono da Dio per guidare gli uomini sulla terra, scatenandosi contro l’umanità dall’alto della loro condizione creaturale invisibile. Sotto il loro governo anche i membri dell’alta aristocrazia sociale umana pensano di potere dirigere la terra sottomessi ai loro comandi. Entrambi congiurano contro il Signore Dio Padre e contro il Suo Messia Gesù Cristo in opposizione allo Spirito Santo nell’affermare concordemente: 3«Spezziamo le catene del DNA che per milioni e milioni di anni hanno codificato l’esistenza dell’uomo sulla terra, distruggiamo questi plurimillenari legami genetici in modo da minare conseguentemente le loro stesse basi spirituali». 4Così se ne ride chi abita nei cieli nell’illusione di non essere scoperto, ignorando che il Signore Dio Uno e Trino tutto domina e governa dalla sommità del Suo infinito Amore. 5Il Signore Dio Padre parla loro con manifestazioni potenti che rivelano la Sua ira, li spaventa sdegnato nel vederli agire sotto la spinta di tanto odio nei confronti della Verità e dell’umanità Sua Figlia e proclama: 6«Io ho creato l’uomo al di sopra di voi, angeli ribelli e l’ho costituito Mio Sovrano dall’alto della Croce piantata sul monte Sion, dove il Mio Unigenito è immolato per donare la salvezza all’intera umanità così flebile e potente da voi trasformata in turpe e malvagia. Al Mio Unigenito ho dato ogni potere in cielo ed in terra».
(Sal 2, 7-12)
7Annunzierò il decreto del Signore.
Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio,
io oggi ti ho generato.
8Chiedi a me, ti darò in possesso le genti
e in dominio i confini della terra.
9Le spezzerai con scettro di ferro,
come vasi di argilla le frantumerai».
10E ora, sovrani, siate saggi
istruitevi, giudici della terra;
11servite Dio con timore
e con tremore esultate;
12che non si sdegni e voi perdiate la via.
Improvvisa divampa la sua ira.
Beato chi in lui si rifugia.
(Sal 2, 7-12) 7Il Dio Unigenito Gesù Cristo proclama: «Annunzierò il decreto del Signore, Padre Mio e Padre Vostro, Dio Mio e Dio Vostro. Egli mi ha detto: “Tu sei Mio Figlio L’Unigenito, Io oggi Ti ho generato nel Grembo Immacolato di Tua Madre e Vostra Madre, nella Potenza dello Spirito Santo, Suo Sposo e Vostro Sposo, che è Signore e dà la Vita. 8Prosegue Gesù rivolto al fedele di ogni tempo, razza e luogo e in particolare di questo momento, chiedi a Me e ti darò in possesso l’intera umanità ad iniziare dall’individualità di ogni cuore a partire dal tuo, affinché possano essere ridisegnati i confini biologici della terra corporea e l’ago del compasso venga riposizionato sull’uomo zigote con la parte scrivente che giunga all’uomo angelo. 9Solo allora spezzerai i legacci del peccato percuotendoli con un bastone di ferro, non accarezzandoli più per umana ignoranza o in onore alla comoda e ripugnante diplomazia. Come vasi di argilla frantumerai ciascuna di tali mortali insidie». 10E adesso voi veri sovrani del cielo e voi veri giudici della terra siate saggi e rivestitevi della Mia Parola; 11Servite Dio Il Creatore e non satana, Sua infedele e decaduta creatura. Servite Dio con timore e pentimento e con autentico tremore muscolare di tutta la vostra persona ed esultate per la Sua Misericordia invocando il Suo Perdono; 12Che Dio non si sdegni per il vostro perseverare nel male e voi perdiate definitivamente la via del Bene. Improvvisa è l’ira di Dio per chi ha paura di cambiare e persiste nel lasciarsi ingannare dal maligno. Beato è colui che si rifugia e confida in Dio Amore.
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SALMO 3
(Sal 3, 1-9)
1Salmo di Davide quando fuggiva il figlio Assalonne.
2Signore, quanti sono i miei oppressori!
Molti contro di me insorgono.
3Molti di me vanno dicendo:
«Neppure Dio lo salva!».
4Ma tu, Signore, sei mia difesa,
tu sei mia gloria e sollevi il mio capo.
5Al Signore innalzo la mia voce
e mi risponde dal suo monte santo.
6Io mi corico e mi addormento,
mi sveglio perché il Signore mi sostiene.
7Non temo la moltitudine di genti
che contro di me si accampano.
8Sorgi, Signore,
salvami, Dio mio.
Hai colpito sulla guancia i miei nemici,
hai spezzato i denti ai peccatori.
9Del Signore è la salvezza:
sul tuo popolo la tua benedizione.
(Sal 3, 1-9) 1Salmo di Davide quando fuggiva da Suo figlio Assalonne che lo inseguiva per ucciderlo. Salmo di un padre inseguito da un figlio che lo ha in odio. Salmo di un genitore inseguito nel corso della sua parentesi terrena dalle forze del male per via di un figlio non voluto, non amato, non curato e non nato. 2Signore quanti numerosi sono i persecutori che attentano alla mia incolumità! Molti si scagliano contro la mia persona con l’intento di schiavizzarmi. 3Molti affermano di me: «Neppure Dio lo salva!». 4Ma Tu Signore sei la mia difesa e operi dall’intimo della mia persona, Tu sei la mia gloria e sollevi il mio capo reclinato sui miei misfatti verso il cielo. 5Al Signore e a nessun altro innalzo la voce del mio cuore ed Egli mi risponde dal monte diaframmatico della mia fisicità spiritualizzata, dove siede alla destra del Padre nel mistero di Morte e Resurrezione cadenzato dalla sistole e dalla diastole. Egli mi risponde dal monte Golgota della Celebrazione Eucaristica. 6Io mi corico e mi addormento repentinamente svegliandomi al momento opportuno perché è il Signore a condurmi. 7Con tale consapevolezza non ho più paura della moltitudine di spiriti decaduti e di anime che si accampa contro di me, con l’intenzione fallita sul nascere di tendermi insidie perché io cada. 8Sorgi Signore e fa che io risorga insieme a Te ogni volta che dopo il confessionale mi unisco nella Comunione al Tuo Santo Corpo, il solo in grado di salvarmi con la Sua Eterna Onnipotenza. I miei nemici sono colpiti nella regione della guancia dall’Eucarestia che attraverso le labbra è appena entrata nel vestibolo della mia bocca prima di venire in contatto con le due arcate dentarie. Essi avendo in odio la Tua Salvezza Sacramentale Eucaristica sono impossibilitati a prendere parte al Rendimento di Grazie. Ai peccatori inveterati hai invece spezzato i denti, perché non peggiorino la loro condizione nutrendosi di Te mentre continuano a odiare il loro prossimo. 9Al Signore Gesù appartiene la Salvezza dell’umanità intra e a nessun altro! Sul popolo che Tuo Padre ha fondato sulla mono-cellularità del Tuo Santo Corpo a Nazareth scenda la Tua Benedizione.
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SALMO 4
(Sal 4, 1-9)
1Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Salmo.
Di Davide.
2Quando ti invoco, rispondimi, Dio, mia giustizia:
dalle angosce mi hai liberato;
pietà di me, ascolta la mia preghiera.
3Fino a quando, o uomini, sarete duri di cuore?
Perché amate cose vane e cercate la menzogna?
4Sappiate che il Signore fa prodigi per il suo fedele:
il Signore mi ascolta quando lo invoco.
5Tremate e non peccate,
sul vostro giaciglio riflettete e placatevi.
6Offrite sacrifici di giustizia
e confidate nel Signore.
7Molti dicono: «Chi ci farà vedere il bene?».
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.
8Hai messo più gioia nel mio cuore
di quando abbondano vino e frumento.
9In pace mi corico e subito mi addormento:
tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare.
(Sal 4, 1-9) 1Al maestro del coro. Alla realtà angelica che illumina, custodisce, regge, governa e dirige la musica polifonica degli strumenti a corda della terra. Questo salmo è indirizzato a quanti, in virtù della maturazione corporea raggiunta, possono suonare la loro personale melodia facendo vibrare le loro corde laringee, cui gli strumenti a corda rimandano, proferendo parole. È del re Davide che avendo interiorizzato il dono della parola desidera comunicarlo ai fratelli pellegrini sulla terra. 2Quando ti invoco dall’intimo del mio cuore Tu rispondimi, Dio mia Giustizia e mia Misericordia: Tu che mi hai liberato da tutte le mie angosce. Abbi pietà di me e ascolta la mia preghiera. 3Fino a quando o uomini che siete fatti come me di acqua, di sangue e di carne, rimarrete duri di cuore? Quale è il motivo che vi spinge ad amare le cose inconsistenti della vita e a cercare la falsità? 4Sappiate che il Signore fa prodigi per chi ha fede in Lui: il Signore mi dà ascolto ogni volta che Lo invoco e intercedo per voi. 5Tremate pure con rapide contrazioni muscolari di giubilo ma non peccate! Sul giaciglio corporeo presso cui è alloggiata la vostra anima riflettete su quanto avete ricevuto in dono e placate ogni impulso distruttivo. 6Offrite sacrifici di giustizia fraterna a partire da voi stessi e dalla vostra esperienza personale di vita confidando nell’Unigenito Figlio di Dio che è il Signore Gesù Cristo che presto di rivelerà. 7Molti dicono: «Chi ci farà vedere il Bene? E non sanno di averlo già introiettato, pur non avendolo ancora visto né toccato sacramentalmente». Risplenda su di noi, Signore Gesù, la Luce del Tuo Volto che narra la vita dell’uomo nei volti dell’umanità. 8Hai messo più gioia nel mio cuore di quanto abbondano vino e frumento sulla terra, poiché intuisco che saranno proprio loro le Specie della Transustanziazione nel Sangue e nel Corpo di Cristo. I movimenti sistolici e diastolici di contrazione e di rilasciamento, di eiezione e di espansione atrio-ventricolare mi danno gioia. 9In pace mi corico e nella Tua Pace subito mi addormento perché Tu, oh Signore al sicuro mi fai riposare proteggendomi da false paure che sono solite insorgere durante le fasi del sonno.
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SALMO 5
(Sal 5, 1-8)
1Al maestro del coro. Per flauti. Salmo. Di Davide.
2Porgi l’orecchio, Signore, alle mie parole:
intendi il mio lamento.
3Ascolta la voce del mio grido,
o mio re e mio Dio,
perché ti prego, Signore.
4Al mattino ascolta la mia voce;
fin dal mattino t’invoco e sto in attesa.
5Tu non sei un Dio che si compiace del male;
presso di te il malvagio non trova dimora;
6gli stolti non sostengono il tuo sguardo.
Tu detesti chi fa il male,
7fai perire i bugiardi.
Il Signore detesta sanguinari e ingannatori.
8Ma io per la tua grande misericordia
entrerò nella tua casa;
mi prostrerò con timore
nel tuo santo tempio.
(Sal 5, 1-8) 1Al maestro del coro. Alla realtà angelica che illumina, custodisce, regge, governa e dirige la musica di quanti sulla terra non hanno ancora sviluppato la laringe. La loro melodia può essere espressa soltanto attraverso un organo in via di formazione, assimilabile agli strumenti musicali aerofoni appartenenti alla “famiglia dei legni”. È un salmo dedicato all’enorme fetta dell’umanità dei viventi che, sebbene non possieda ancora la capacità di far vibrare le proprie corde laringee, è indispensabile ed essenziale per l’armonia poli-sinfonica del Creato. Il re Davide, nella sua incredibile e profonda sensibilità, ha interiorizzato tale realtà umana che piuttosto di rinnegare ha voluto comunicare ai suoi fratelli pellegrini sulla terra. 2La colossale schiera degli incompiuti chiede dunque al Signore di porgere l’orecchio alle parole sussurrate e non ancora vibrate: Lo prega vivamente di intendere e di rispondere al lamento proveniente da persone incomplete nella carne ma non nell’anima. 3Chiede che venga ascoltata la voce di ciascun singolo grido, limpido e brillante come il canto degli uccelli, la cui colonna d’aria si infrange sui tanti fori presenti nelle strutture in formazione da cui avrà origine l’abbozzo laringeo completo delle corde vocali. Tale schiera di persone afferma all’unisono di riconoscere Dio quale Re e Signore perché da sempre Lo prega e per sempre continuerà a farlo. 4Al mattino della vita, nel germogliare della mia esistenza, all’alba della mia corporeità, ascolta dunque la mia voce che Tu hai creato e voluto in divenire affidandola alla sequenza nucleotidica del mio codice genetico. Io t’invoco e resto in attesa che la mia sete di giustizia sia placata. 5Tu non sei un Dio che può compiacersi del male commesso dai miei fratelli maggiori, siano essi angeli o uomini compiuti e presso di Te chi è malvagio non potrà mai trovare una dimora e non potrà mai e poi mai abitare entro le mura della Tua Città Santa. 6Gli stolti che rinnegano l’Annuncio dell’arcangelo a Nazareth ed il percorso che da lì porta a Betlemme alla fine dei nove mesi, non potranno sostenere il Tuo sguardo poiché le loro empietà saranno impresse sul fondo retinico dei Tuoi Santi occhi che tutto vedono ed avranno raggiunto le aree più alte della Tua Infinita Misericordia, riposte nei cassetti più segreti del Tuo Sterminato Amore. Tu detesti chi fa il male, 7Fai perire i bugiardi poiché c’è vita soltanto nella Vita del Tuo Unigenito che è la Via e la Verità per ciascuna creatura. Il Signore detesta difatti la categoria dei violenti inclini a uccidere i loro fratelli in mille modi, ingannando se stessi e gli altri per giustificare le loro opere perverse. 8Ma io, flebile voce tra la schiera degli incompiuti, per la Tua Immensa Misericordia so che entrerò nella Santa Casa del Grembo Immacolato di Maria all’interno del quale cresce maestoso il Corpo Mistico del Tuo Unigenito Gesù Cristo. Sarà nel Suo Corpo Tre Volte Santo e Immortale che mi prostrerò in entrata e in uscita nel passare dal Suo Sacro Cuore.
(Sal 5, 9-13)
9Signore, guidami con giustizia
di fronte ai miei nemici;
spianami davanti il tuo cammino.
10Non c’è sincerità sulla loro bocca,
è pieno di perfidia il loro cuore;
la loro gola è un sepolcro aperto,
la loro lingua è tutta adulazione.
11Condannali, o Dio, soccombano alle loro trame,
per tanti loro delitti disperdili,
perché a te si sono ribellati.
12Gioiscano quanti in te si rifugiano,
esultino senza fine.
Tu li proteggi e in te si allieteranno
quanti amano il tuo nome.
13Signore, tu benedici il giusto:
come scudo lo copre la tua benevolenza.
(Sal 5, 9-13) 9Signore guidami con giustizia allorquando sono difronte ai miei nemici che riconosco miei fratelli. Fa che io possa esprimere loro le mie ragioni in accordo alla Tua Intenzionalità. 10Non c’è difatti sincerità sulle loro labbra ma quasi sempre falsità e malizia. Il loro cuore è indurito e pieno di slealtà piuttosto che essere testimonianza del Sangue espiatorio della Tua connettività che tutto unisce e riporta al grande Cuore di Dio. La loro gola è una tomba monumentale sempre aperta al pubblico, nella ricerca spasmodica di poter ingurgitare cadaveri e carogne di ogni specie e razza pur di mangiare. Sono simili a necrofagi opportunisti il cui parlare asseconda e corteggia colui che hanno di fronte solo per il raggiungimento dei propri interessi personali ed egoistici. 11Intervieni mio Dio con il Tuo Giusto Giudizio di ferma condanna, perché possano finalmente soccombere le loro opere malvage schiacciate dalla Tua Maestà, rimanendo essi stessi vittime dei loro complotti per potersi ravvedere qualora ne abbiano ancora la possibilità. Per tutti i delitti da loro commessi nel nome del diritto e della legalità a danno delle nostre persone fisicamente e giuridicamente deboli e indifese, disperdili dalle pupille dei nostri occhi. Fa che possano dissolversi come pula al vento perché si sono ribellati a Te che sei il Dio della Vita e dell’Amore fraterno. 12Gioiscano invece quanti a Te si rivolgono ascoltandoti dal profondo delle loro coscienze ed esultino senza fine, perché Tu hai dato loro una Casa nel Grembo dell’Assunta ed un Corpo nella Carne e nel Sangue del Tuo Unigenito. È così che Tu li proteggi e ci proteggi perché nella Madre Universale tutti possiamo indistintamente trovare letizia, gioia e pace nel Tuo Santo Nome. 13Signore, Tu benedici il giusto: come uno scudo lo copre la Tua Eterna Benevolenza.
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SALMO 6
(Sal 6, 1-11)
1Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Sull’ottava.
Salmo. Di Davide.
2Signore, non punirmi nel tuo sdegno,
non castigarmi nel tuo furore.
3Pietà di me, Signore: vengo meno;
risanami, Signore: tremano le mie ossa.
4L’anima mia è tutta sconvolta,
ma tu, Signore, fino a quando…?
5Volgiti, Signore, a liberarmi,
salvami per la tua misericordia.
6Nessuno tra i morti ti ricorda.
Chi negli inferi canta le tue lodi?
7Sono stremato dai lunghi lamenti,
ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio,
irroro di lacrime il mio letto.
8I miei occhi si consumano nel dolore,
invecchio fra tanti miei oppressori.
9Via da me voi tutti che fate il male,
il Signore ascolta la voce del mio pianto.
10Il Signore ascolta la mia supplica,
il Signore accoglie la mia preghiera.
11Arrossiscano e tremino i miei nemici,
confusi, indietreggino all’istante.
(Sal 6, 1-11) 1Al maestro del coro. Alla realtà angelica che illumina, custodisce, regge, governa e dirige la musica espressa dalle anime di quanti sulla terra hanno raggiunto un’alta maturità nelle corde vocali posizionate all’interno della loro laringe. La melodia che esprimono è di altissimo livello spirituale che rimanda alla responsabilità personale. È un salmo dedicato a quanti hanno suonato, parlato e scelto durante la vita terrena. Essi hanno potuto spaziare con estrema disinvoltura dall’ottava superiore all’ottava inferiore sul pentagramma della vita, disponendo del tempo sull’ascissa, della frequenza sull’ordinata e del pentimento. Il salmo è del re Davide che, per la sua profondità d’animo, ha ricevuto da Dio la grazia di farsene portavoce. 2Mio Signore, dice allora l’anima che ha consapevolezza di avere peccato durante la parentesi di vita terrena, non punirmi nel Tuo sdegno scaturito dallo scoraggiamento, dalla scarsa fiducia che ho dimostrato in vita nei Tuoi confronti e per non avere intrapreso un cammino di conversione. Non castigarmi nel Tuo giusto furore per la mia tiepidezza e gli infondati timori che in diverse occasioni ho manifestato. 3Pietà di me, mio Signore, vengono meno le mie forze dinanzi alla Tua Maestà che Gesù il Tuo Unigenito rivelerà sulla terra e che io ora già contemplo nei cieli. Risanami, Signore, rabbrividiscono le mie ossa che sostengono e proteggono il mio povero corpo spirituale simile a quello di un angelo. 4La mia anima è totalmente sconvolta, ma Tu Signore fino a quando… (“mi lascerai patire in tale desolata condizione”…)? 5Volgiti Signore a liberarmi, salvami per la Tua Infinita ed Eterna Misericordia. 6Nessuno tra quanti hanno scelto la condizione infernale Ti ricorda, perché sono morti spiritualmente e nell’anima avendo preferito un’esistenza di morte in una regione infinitamente lontana dalla Vita che Tu hai donato. Non c’è nessuno che canti le Tue lodi negli inferi, dove Cristo è sceso per stabilire la Tua Giustizia portandola fino agli estremi confini della terra biologica e della condizione spirituale. 7Credo di non potere resistere oltre, sono veramente straziato per gli interminabili lamenti che di continuo vado sperimentando e che mi procurano dolore lancinante e pianto profuso per i miei peccati non confessati. Ogni notte inondo difatti con le mie lacrime copiose che scendono dai miei occhi il mio giaciglio che funge da letto e lo bagno in maniera del tutto simile a quella con cui il sangue bagna e irrora i tessuti viventi del corpo di un uomo. 8I miei occhi sono consumati dal dolore della mia anima che giace in Purgatorio. In tale condizione di intensa prostrazione vedo indebolirsi la mia anima per le numerose accuse che mi muovono i miei oppressori. So che tutto questo accade per non avere dato in vita nel confessionale a Cristo assetato tutto il mio male, perché lo espiasse. 9Via da me voi tutti che persistete nel fare il male, perché il Signore ascolta la voce del mio pianto. 10È mediante la Sua Chiesa orante che Egli ascolta la mia supplica, accoglie la mia preghiera e mi dà conforto. 11Arrossiscano e tremino i miei nemici, restino confusi in questo preciso istante, indietreggino e desistano dai loro attacchi colmi di rancore, privi di Misericordia e intrisi di passato.
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SAL 7
(Sal 7, 1-8)
1Lamento che Davide rivolse al Signore
per le parole di Cus il Beniaminita.
2Signore, mio Dio, in te mi rifugio:
salvami e liberami da chi mi perseguita,
3perché non mi sbrani come un leone,
non mi sbrani senza che alcuno mi salvi.
4Signore mio Dio, se così ho agito:
se c’è iniquità sulle mie mani,
5se ho ripagato il mio amico con il male,
se a torto ho spogliato i miei avversari,
6il nemico m’insegua e mi raggiunga,
calpesti a terra la mia vita
e trascini nella polvere il mio onore.
7Sorgi, Signore, nel tuo sdegno,
levati contro il furore dei nemici,
alzati per il giudizio che hai stabilito.
8L’assemblea dei popoli ti circondi:
dall’alto volgiti contro di essa.
(Sal 7, 1-8) 1Lamento di re Davide per le parole di accusa ricevute da Cus il Beniaminita, prototipo e modello di tutti gli accusatori della terra e dei cieli. 2Signore, mio Dio, in Te mi rifugio per ottenere la protezione della mia anima e del corpo. Salvami e scioglimi dai lacci della discordia di chi persiste nell’inseguirmi muovendomi accuse. 3Affinché non mi raggiunga e mi divori come fa un leone con la sua preda e non mi sbrani. Salvami nel Nome del Tuo Unigenito che viene sulla terra donandosi quale Sacrificio espiatorio per la mia salvezza. 4Signore mio Dio qualora io abbia agito con intenzioni malvagie nelle opere da me compiute; 5Rispondendo con il male all’amicizia di un fratello; con slealtà nei riguardi dei miei avversari privandoli dei loro beni ingiustamente 6che il nemico mi insegua e mi raggiunga calpestando sotto i suoi piedi la mia vita e spargendo nella polvere della terra il mio onore. 7Ma se non ho agito in tal senso sorgi mio Re nel Tuo sdegno, risorgi per giudicare secondo la Volontà di Dio Padre i vivi e i morti e donami la Tua Pace contro il furore dei miei nemici. 8L’assemblea dei popoli che costituisce la Chiesa Universale Ti circondi pure: Dall’alto della Tua gloriosa Ascensione volgiti verso di essa per perorare la mia causa che Tu solo conosci alla perfezione, leggendo nell’intimo dei cuori.
(Sal 7, 9-18)
9Il Signore decide la causa dei popoli:
giudicami, Signore, secondo la mia giustizia,
secondo la mia innocenza, o Altissimo.
10Poni fine al male degli empi;
rafforza l’uomo retto,
tu che provi mente e cuore, Dio giusto.
11La mia difesa è nel Signore,
egli salva i retti di cuore.
12Dio è giudice giusto,
ogni giorno si accende il suo sdegno.
13Non torna forse ad affilare la spada,
a tendere e puntare il suo arco?
14Si prepara strumenti di morte,
arroventa le sue frecce.
15Ecco, l’empio produce ingiustizia,
concepisce malizia, partorisce menzogna.
16Egli scava un pozzo profondo
e cade nella fossa che ha fatto;
17la sua malizia ricade sul suo capo,
la sua violenza gli piomba sulla testa.
18Loderò il Signore per la sua giustizia
e canterò il nome di Dio, l’Altissimo.
(Sal 7, 9-18) 9E’ il Signore Gesù il Giudice supremo su tutti i popoli della terra perché il Padre Celeste Gli ha conferito tale mandato in virtù dell’Incarnazione. Giudicami Signore, continua re Davide, in accordo con la Tua infallibile giustizia che non prescinde dalla mia giustizia quale frutto della mia condizione umana. Il Tuo Verdetto sia in accordo con la mia innocenza, o Altissimo tra gli uomini. 10Poni termine mio Signore e Dio di Giustizia al male dei malvagi che mi opprime e rafforza l’uomo retto che è in me, Tu che metti alla prova la mia mente e riscaldi del Tuo Amore il mio cuore. 11La mia difesa è unicamente nel Signore perché io so che Egli salva chi è retto di cuore. 12Dio è il Giudice Giusto che nelle Tre Persone Divine ogni giorno prova un vivido sdegno per l’iniquità e la menzogna. 13L’iniquo non torna forse ad affilare la spada della sua lingua per ricominciare a colpire? Non si preoccupa forse di puntare e tendere nuovamente l’arco contro le sue vittime? 14L’iniquo non è forse sempre concentrato a preparare strumenti di morte e ad arroventare le frecce che partono dalla sua lingua per colpire il nemico? 15Ecco di cosa è capace l’empio: di produrre ingiustizia, di concepire malizia e di partorire menzogna. Egli ha ripudiato la femminilità della sua condizione esistenziale e ha in odio la fonte di ogni bellezza femminile che risiede nella Madre Universale. È la creatura più arida e meschina del Creato. 16Per sua libera volontà ha scavato un pozzo profondissimo di iniquità e v’è caduto dentro. 17E’ sommerso fino alla sommità dei capelli del suo capo dalla malizia, che continua a concepire persino dopo morto ed è tale malizia che ripiomba sulla sua stessa testa. 18Io loderò il Signore per la Sua Giustizia e canterò il Nome di Dio Altissimo, Questi nel Suo Unigenito ha stabilito ogni cosa per portare la Sua Giustizia a tutti i popoli della terra e raggiungere in tal modo ogni singola persona.
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SAL 8
(Sal 8, 1-10)
1Al maestro di coro. Sul canto: «I Torchi…».
Salmo. Di Davide.
2 O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra:
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.
3Con la bocca dei bimbi e dei lattanti
affermi la tua potenza contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
4Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
5che cosa è l’uomo perché te ne ricordi
e il figlio dell’uomo perché te ne curi?
6Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato:
7gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi;
8tutti i greggi e gli armenti,
tutte le bestie della campagna;
9Gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
che percorrono le vie del mare.
10 O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.
(Sal 8, 1-10) 1Al maestro di coro. Al maestro del coro angelico che dirige le anime i cui corpi sono passati dal Torchio vinario al sorgere della vita, spremuti come candidi acini d’uva dalla furia malefica. Tale coro è costituito da anime di zigoti, embrioni, lattanti e bambini che sulla terra costituiscono le categorie umane più esposte, fragili e indifese. Il complotto dei ribelli, pur costretto a soggiacere sempre alla Permissione divina per realizzare le sue strategie diaboliche, ha realizzato nel Torchio vinario la fine di tutte queste singole esistenze umane. Tali anime elevano nel presente salmo il loro canto ubbidendo alla direzione del maestro del coro angelico, che le illumina, custodisce, regge e governa indirizzandole ciascuna all’ascolto della Parola di Dio. Il salmo è del re Davide che unitamente a Salomone, Suo figlio, ha ottenuto il privilegio tra i monarchi dell’epoca di salmodiare in previsione della Venuta di Cristo Re. 2 O Signore, nostro Dio Padre, quanto è grande il Tuo Nome su tutta la terra al punto da avere deciso di inviare il Tuo Unigenito per riscattarla, salvarla e redimerla. Sopra i cieli s’innalza dal suolo terrestre la Tua Magnificenza e ogni anima che sarà salvata, redenta e ricapitolata nel Corpo Mistico del Tuo Unigenito verrà ricondotta nella Potenza dello Spirito Santo a Te, Padre Suo e Padre Nostro. 3È attraverso le labbra dei piccoli e indifesi lattanti che Tu, Padre Celeste, confermi la Tua Onnipotenza e riduci senza parole quanti avevano osteggiato il progetto della Tua Creazione, rivelandosi Tuoi nemici. 4Se osservo il cielo, plasmato dalle dita delle Tue mani che si riflettono in quelle dei Tuoi figli; la Luna, emblema della Maternità Universale di Maria Santissima e le stelle, immagine dei Tuoi santi, 5che cosa è l’uomo vissuto prima dell’era procreativa perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo del dopo procreazione, perché Tu abbia cura di lui? 6 Eppure l’hai creato con un’anima ed un corpo. L’hai reso capace di sperimentare il concepimento, la nascita, la sofferenza e la morte, peculiarità tutte inaccessibili all’angelo e tipiche esclusivamente della natura umana. L’angelo, fratello maggiore dell’uomo, nonostante sia più prossimo alla Perfezione divina in quanto puro spirito, non è stato coronato come l’uomo di tanta gloria ed onore. 7All’uomo hai voluto donare difatti i sacramenti che diventano tali nelle mani sacerdotali, ponendo in tal senso l’intera creazione sotto i suoi piedi. 8All’uomo attraverso i ministri ordinati della Chiesa hai donato tutti i greggi ovini e le mandrie di altro genere che costituiscono nell’insieme tutte le popolazioni della terra, quali prefigurazione delle tipologie istologiche che compongono Il Corpo Mistico del Tuo Unigenito. All’uomo, con il potere che hai voluto conferire ai Tuoi sacerdoti, hai affidato ancora ogni bestia della campagna, dalla più infinitesimamente piccola alla più straordinariamente grande. 9Al medesimo hai voluto sottomettere gli uccelli del cielo, quale figurazione delle realtà angeliche e delle anime dei defunti e i pesci del mare come immagine della vita nascente intrauterina dell’uomo. Nei pesci hai riassunto tutti gli organismi viventi acquatici che percorrono le vie del mare, simboleggianti la vita dell’uomo che ha inizio nelle acque dell’Annunciazione a Nazareth e prosegue con l’Ascensione sino alla Seconda Venuta di Cristo. All’uomo acqua fu data la facoltà di costituire il sepolcro sottomarino per l’uomo terra, sulla scia del profeta Giona che per quanto abbia potuto stentare ad annunciare agli abitanti di Ninive quanto gli era stato comandato da Dio, alla fine ubbidì dopo avere sperimentato il ventre del grande cetaceo per tre giorni e tre notti prima di venire restituito alla Terra dal grande mammifero dei mari. Da questo sepolcro di acque profonde e di abissi insondabili il profeta uscirà sulla terraferma rinato e si recherà a nord di Ur dei Caldei, lungo la terra dei due fiumi presso la città di Ninive situata a est del Tigri, per convertire i suoi recalcitranti abitanti dal più grande al più piccolo compreso il loro re. 10 O Signore, Nostro Dio, quanto è grande il Tuo Nome su tutta la terra al punto che hai voluto affidare, non più alle potenze celesti e neppure alle milizie di terra ma molto candidamente ai più piccoli del mare che costituiscono nell’insieme il grande cetaceo della vita sommersa, la Tua sublime strategia. Essa è fondata sulla predicazione che ha inizio nelle acque e trabocca di straordinari contenuti spirituali e corporali. O Signore, Nostro Dio, quanto è grande il Tuo Nome su tutta la terra!
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SAL 9
(Sal 9, 1-11)
1Al maestro del coro. In sordina. Salmo. Di Davide.
2Loderò il Signore con tutto il cuore
e annunzierò tutte le tue meraviglie.
3Gioisco in te ed esulto,
canto inni al tuo nome, o Altissimo.
4Mentre i miei nemici retrocedono,
davanti a te inciampano e periscono,
5perché hai sostenuto il mio diritto e la mia causa;
siedi in trono giudice giusto.
6Hai minacciato le nazioni, hai sterminato l’empio,
il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre.
7Per sempre sono abbattute le fortezze del nemico,
è scomparso il ricordo delle città che hai distrutte.
8Ma il Signore sta assiso in eterno;
erige per il giudizio il suo trono:
9giudicherà il mondo con giustizia,
con rettitudine deciderà le cause dei popoli.
10Il Signore sarà un riparo per l’oppresso,
in tempo di angoscia un rifugio sicuro.
11Confidino in te quanti conoscono il tuo nome,
perché non abbandoni chi ti cerca, Signore.
(Sal 9, 1-11) 1Al maestro del coro che, in questo particolare salmo del re Davide ha ricevuto da parte di Colui che ha composto la musica la richiesta di fare applicare agli strumenti musicali la sordina. Quest’ultimo è un dispositivo meccanico adoperato su varie tipologie di strumenti al fine di modificarne il suono, che risulta attutito e modificato nel timbro. È possibile sordinare archi, ottoni, legni, percussioni ed altro in maniera e con dispositivi assai diversi tra loro. 2Il risultato espresso all’unisono da questi musicanti ha una sola voce soffusa: Loderò il Signore con tutto il cuore e annunzierò le meraviglie che Tu Gesù hai fatto grazie alla Tua Incarnazione nell’assumere la nostra natura umana.3Gioisco in Te al pensiero della Tua Venuta come Salvatore del mondo ed esulto di gioia al punto che già canto inni al Tuo Nome, o Altissimo che da Vero Dio verrai nel mondo quale Vero Uomo. 4Mentre i miei nemici retrocedono, osservo il loro inciampare e morire al cospetto della Tua Maestà, 5perchè sento che il mio diritto e la mia causa saranno sin d’ora da Te sostenuti nella Tua grande Misericordia; Ti vedo già seduto sul Trono del Giudizio finale come Giusto Giudice. 6Hai minacciato le nazioni della terra affinché non persistano nel loro peccato, hai distrutto il malvagio ed i loro nomi hai cancellato dal libro della vita in eterno a motivo del loro rifiuto definitivo di aderire al Tuo Amore. 7Per sempre sono cadute le fortezze del nemico ed è scomparso definitivamente il ricordo delle città che hai colpito. 8Ma Il Signore Gesù sta assiso in eterno alla destra del Padre e per il Suo Giudizio ha eretto il Suo Trono costituito dai nove cori di schiere angeliche: 9da lì giudicherà il mondo con giustizia esprimendosi in maniera retta sulle cause dei popoli.10Il Signore Gesù sarà l’unico riparo per chi è oppresso e il solo rifugio in tempo d’angoscia. 11Confidino in Te quanti conoscono il Tuo Santo Nome perché da sempre Tu che vivi nella Santissima Trinità non abbandoni coloro che Ti cercano, O Signore.
(Sal 9, 12-25)
12Cantate inni al Signore, che abita in Sion,
narrate tra i popoli le sue opere.
13Vindice del sangue, egli ricorda,
non dimentica il grido degli afflitti.
14Abbi pietà di me, Signore,
vedi la mia miseria, opera dei miei nemici,
tu che mi strappi dalle soglie della morte,
15perché possa annunziare le tue lodi,
esultare per la tua salvezza
alle porte della città di Sion.
16Sprofondano i popoli nella fossa che hanno scavata,
nella rete che hanno teso si impiglia il loro piede.
17Il Signore si è manifestato, ha fatto giustizia;
l’empio è caduto nella rete, opera delle sue mani.
18Tornino gli empi negli inferi,
tutti i popoli che dimenticano Dio.
19Perché il povero non sarà dimenticato,
la speranza degli afflitti non resterà delusa.
20Sorgi, Signore, non prevalga l’uomo:
davanti a te siano giudicate le genti.
21Riempile di spavento, Signore,
sappiano le genti che sono mortali.
22Perché, Signore, stai lontano,
nel tempo dell’angoscia ti nascondi?
23Il misero soccombe all’orgoglio dell’empio
e cade nelle insidie tramate.
24L’empio si vanta delle sue brame,
l’avaro maledice, disprezza Dio.
25L’empio insolente disprezza il Signore:
«Dio non se ne cura: Dio non esiste»;
questo è il suo pensiero.
(Sal 9, 12-25) 12Cantate inni al Signore che abita in Sion, il Sacro Monte sul quale è edificata la Città Santa di Gerusalemme. Narrate tra i popoli le opere che il Signore ha compiuto nell’eccesso del Suo Infinito Amore. Difatti, come ciascun popolo è figlio della propria Terra così ciascuna persona che lo compone è figlia di Gerusalemme “Lo Zigote della Terra”. È dalle viscere di quel Sacro Monte che ogni vita umana può avere fisicamente e spiritualmente inizio, così come sarà all’interno delle mura della Città Santa che il suo sviluppo proseguirà sul pianeta fino al completamento nei cieli. Avviene, in pratica, ciò che accade per il divenire di una singola popolazione cellulare che potrebbe vedere già potenzialmente proiettata nel genoma della cellula zigote d’appartenenza, la sua futura e piena realizzazione nel corpo a sviluppo ultimato. Il divenire delle singole popolazioni umane e delle persone che le costituiscono ha esordio a Gerusalemme, il suo compimento sul Golgota ed il suo culmine, una volta conseguita il diritto di cittadinanza suggellato dal Sangue di Cristo, nella Gerusalemme Celeste. 13Colui che ha espiato e si è fatto Garante e Vendicatore del Sangue versato dall’intera umanità che Egli stesso sarà chiamato a versare dall’alto della Croce, serberà il ricordo e non dimenticherà il grido degli afflitti Suoi fratelli. 14Abbi pietà di me, Signore, Tu che vedi la miseria nella quale giacciono il mio corpo e la mia anima per mano dei miei nemici in questo particolare contesto storico. Abbi pietà di me almeno Tu, il Solo che può strapparmi dal precipizio della morte, 15Perchè io possa annunziare le Tue lodi ed esaltare sin d’ora la Tua Salvezza Universale, nonostante al momento presente la mia condizione fisiologica mi collochi soltanto in prossimità delle porte di Gerusalemme. Eppure, intravedo già la presenza delle dodici porte d’accesso alla Gerusalemme Celeste, la Nuova Gerusalemme che scende dal cielo. Esse appaiono ai miei occhi come dodici perle, ciascuna per ogni porta. 16I popoli sprofondino pure nella fossa da loro stessi agognata e scavata grazie al sostegno della scienza, della tecnica e della legge prive della Parola di Dio. Nella loro rete intessuta di complotti diabolici si impigli pure il loro stesso piede. 17Il Signore Dio Padre s’è manifestato e si rivelerà in pienezza nel Suo Unigenito che renderà giustizia al povero, facendo cadere il malvagio nella rete che le sue stesse mani avranno realizzata. 18Tornino i malvagi che appartengono alle schiere angeliche dei puri spiriti negli abissi degli inferi ed insieme ad essi vadano tutti i popoli della Terra le cui persone si sono dimenticate di Dio a privilegio degli idoli costruiti con le loro mani. 19Perchè tutti sappiano che il povero non verrà mai dimenticato da Dio così come la speranza degli afflitti non sarà mai delusa. 20Sorgi, vieni, incarnati Signore Gesù nel Grembo Universale di Maria Santissima, affinché la componente fisica e psicologica umana della persona non prevalga su quella divina: al Tuo cospetto, quale Sommo Giudice, siano giudicate tutte le genti. 21Colma Signore i popoli di paura affinché sappiano che sono mortali e passibili non solo di morte corporale ma anche eterna tramite l’esercizio delle loro scelte. 22Perchè Signore ti sento come se fossi lontano e proprio quando ho bisogno di Te e sono nell’angoscia non Ti fai trovare? 23Tu sai bene come il misero soccomba dinanzi all’orgoglioso rimanendo vittima dei suoi complotti. 24Tu vedi bene il vantarsi dell’empio, la maledizione dell’avaro e riscontri il disprezzo che nutre verso di Te, oh Cristo, che sei Dio. 25L’arroganza che ha colonizzato il cuore e la mente del malvagio gli ha fatto disprezzare il Signore portandolo a pensare: «Dio non si cura del povero, Dio non esiste ed io posso fare ciò che voglio sfruttandolo e strumentalizzandolo a mio piacimento».
(Sal 9, 26-39)
26Le sue imprese riescono sempre.
Son troppo in alto per lui i tuoi giudizi:
disprezza tutti i suoi avversari.
27Egli pensa: «Non sarò mai scosso,
vivrò sempre senza sventure».
28Di spergiuri, di frodi e d’inganni ha piena la bocca,
sotto la sua lingua sono iniquità e sopruso.
29Sta in agguato dietro le siepi,
dai nascondigli uccide l’innocente.
30 I suoi occhi spiano l’infelice,
sta in agguato nell’ombra come un leone nel covo.
Sta in agguato per ghermire il misero,
ghermisce il misero attirandolo nella rete.
31Infierisce di colpo sull’oppresso,
cadono gli infelici sotto la sua violenza.
32Egli pensa: «Dio dimentica,
nasconde il volto, non vede più nulla».
33Sorgi, Signore, alza la tua mano,
non dimenticare i miseri.
34Perché l’empio disprezza Dio
e pensa: «Non ne chiederà conto»?
35Eppure tu vedi l’affanno e il dolore,
tutto tu guardi e prendi nelle tue mani.
A te si abbandona il misero,
dell’orfano tu sei il sostegno.
Spezza il braccio dell’empio e del malvagio;
36Punisci il suo peccato e più non lo trovi.
37Il Signore è re in eterno, per sempre:
dalla sua terra sono scomparse le genti.
38Tu accogli, Signore, il desiderio dei miseri,
rafforzi i loro cuori, porgi l’orecchio
39per far giustizia all’orfano e all’oppresso;
e non incuta più terrore l’uomo fatto di terra.
(Sal 9, 26-39) 26Sulla terra e nei cieli apparentemente le imprese del malvagio riescono sempre, pur contrapposte ostinatamente alle Direttive celesti. Se credesse nella Tua Onnipotenza Signore Gesù, che sei Dio, l’empio non farebbe ciò che fa dal basso della sua condizione decaduta che lo induce a disprezzare tutti i suoi nemici, vale a dire quanti hanno cieca fiducia in Te e non considerano troppo elevati i Tuoi Sapienti giudizi. 27L’empio pensa: «Nessuno potrà mai rimuovermi da dove mi trovo e dal posto che occupo, pertanto vivrò sempre senza che niente di avverso mi accada». 28Di spergiuri, di imbrogli e di trappole progettate per il prossimo si è riempita la bocca. Sotto la sua lingua ipocrita tutto ciò che deglutisce e assimila è iniquità e prevaricazione. 29La sua tattica consiste nello stare nascosto dietro le siepi per uscire dai nascondigli soltanto per uccidere l’innocente di turno. 30 I suoi occhi scrutano l’infelice durante l’agguato che fa scattare nell’ombra, mimetizzandosi come un leone affamato nel suo nascondiglio prima dell’attacco. Sta in agguato per catturare il povero, per metterlo in suo potere facendolo cadere nella sua rete di insidie e ricatti. 31Infierisce in maniera fulminea sull’oppresso e chi è afflitto cede dinanzi la sua astuta e continua violenza psicologica, fisica e verbale. 32Egli pensa: «Dio non potrà mai e poi mai ricordarsi di tutto, è un Dio che dimentica, che nasconde il Volto alle Sue creature avendo ben altro cui pensare. È un Dio che non vede più nulla perché superiore alle bassezze della Terra». 33Ma io so che non è così e allora Ti imploro: Sorgi Signore nel Tuo Unigenito! Alza la Tua mano sacerdotale e fa che io viva i Tuoi Sacramenti perché Ti sei fatto misero per non aver voluto dimenticare i miseri come me. 34Come può l’empio disprezzarTi e maltrattare i Tuoi figli? Come può pensare: «Dio non ne chiederà conto»? 35Eppure Tu vedi l’affanno e il dolore della terra, tutto Tu osservi minuziosamente e tutto mantieni con cura nelle Tue sante mani sacerdotali di Alter Christus. A Te ricorre il misero e colui che è povero di tutto, persino di cellularità. Tu sei il sostegno dell’orfano, di colui che ha perso la genitorialità materna e paterna. Tu sei Padre, Madre, Fratello, Sorella, Conforto e Fondamento di ogni persona. Spezza con il Tuo Braccio Eucaristico e benedicente il braccio dell’empio e del malvagio. 36Tu hai il potere di punire il suo peccato perché hai espiato nella Tua Carne ogni peccato versando il Tuo Sangue e neutralizzandolo con il Tuo Amore perché più non esista. 37Il Signore è il Re in eterno, il Suo Nome è Cristo Re per sempre. Nella Sua Corporeità Redenta e Risorta sono scomparsi sia il vecchio Adamo che la prima Eva e con essi tutte le genti dell’antica alleanza transustanziate nella nuova ed eterna Alleanza. 38Tu Signore accogli sin d’ora i desideri di chi non ha nulla, rafforza i loro cuori ed ascolta le loro richieste serbandole con lungimiranza nel nascondimento del Tuo profondo Amore 39per fare giustizia all’orfano e all’oppresso e perché il vecchio Adamo, fatto di terra rossa, non incuta più terrore al suo fratello fatto di terra, di sangue, di acqua e di cielo.
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SAL 10
(Sal 10, 1-8)
1Perché, Signore, ti tieni lontano,
nei momenti di pericolo ti nascondi?
2Con arroganza il malvagio perseguita il povero:
cadano nelle insidie che hanno tramato!
3Il malvagio si vanta dei suoi desideri,
l’avido benedice se stesso.
4Nel suo orgoglio il malvagio disprezza il Signore:
«Dio non ne chiede conto, non esiste!»;
questo è tutto il suo pensiero.
5Le sue vie vanno sempre a buon fine,
troppo in alto per lui sono i tuoi giudizi:
con un soffio spazza via i suoi avversari.
6Egli pensa: «Non sarò mai scosso,
vivrò sempre senza sventure».
7Di spergiuri, di frodi e d’inganni ha piena la bocca,
sulla sua lingua sono cattiveria e prepotenza.
8Sta in agguato dietro le siepi,
dai nascondigli uccide l’innocente.
I suoi occhi spiano il misero,
(Sal 10, 1-8) 1Perchè Signore non Ti fai conoscere all’uomo e nella Tua Onnipresenza sembri così lontano nei momenti di pericolo, quasi a volerti nascondere? 2Perchè lasci che il malvagio perseguiti con sfrontatezza il povero in cellularità, il povero in conoscenza di Te ed il povero di beni materiali? Che possano cadere tutti i malvagi nelle insidie che hanno complottato a danno dei loro fratelli minori privi della loro alta contemplazione e della loro elevata conoscenza di Dio. 3Il malvagio si vanta dei suoi desideri e l’avido si autoincensa benedicendosi. 4Nel suo orgoglio il malvagio disprezza il Signore che riconosce quale suo Creatore: «Dio non è un ragioniere e non può chiedere conto delle mie azioni, anzi quel Dio non esiste!» Questa la sintesi del suo pensiero. 5Le sue strategie riescono sempre, troppo in alto e diversi dalla sua logica sono invece i Tuoi Giudizi Signore. Con una semplice espirazione si libera dei suoi avversari che in un solo attimo elimina fisicamente. 6Egli persiste nel suo pensiero: «Non sarò mai rimosso dal posto che occupo e vivrò senza avversità per tutta la vita». 7Di spergiuri, di imbrogli e di frodi ha piena la bocca, sulla sua lingua risiedono cattiveria e arroganza. 8La tattica con cui colpisce è quella dell’agguato, agendo di sorpresa da dietro le siepi uccidendo spietatamente l’innocente attonito quando esce all’improvviso dai suoi nascondigli. I suoi occhi non gli servono per ammirare il creato ma per spiare il povero.
(Sal 10, 9-18)
9 sta in agguato di nascosto come un leone nel covo.
Sta in agguato per ghermire il povero,
ghermisce il povero attirandolo nella rete.
10 Si piega e si acquatta,
cadono i miseri sotto i suoi artigli.
11Egli pensa: «Dio dimentica,
nasconde il volto, non vede più nulla».
12 Sorgi, Signore Dio, alza la tua mano,
non dimenticare i poveri.
13 Perché il malvagio disprezza Dio
e pensa: «Non ne chiederai conto»?
14Eppure tu vedi l’affanno e il dolore,
li guardi e li prendi nelle tue mani.
A te si abbandona il misero,
dell’orfano tu sei l’aiuto.
15 Spezza il braccio del malvagio e dell’empio,
cercherai il suo peccato e più non lo troverai.
16 Il Signore è re in eterno, per sempre:
dalla sua terra sono scomparse le genti.
17 Tu accogli, Signore, il desiderio dei poveri,
rafforzi i loro cuori, porgi l’orecchio,
18 perché sia fatta giustizia all’orfano e all’oppresso,
e non continui più a spargere terrore l’uomo fatto di terra.
(Sal 10, 9-18) 9Sta in agguato invisibile, come un leone nella sua tana. Il suo sapere attendere il momento propizio è finalizzato alla cattura della preda, attirando il povero nella sua rete di intrighi. 10Si piega e si rannicchia per non farsi vedere e affondare i suoi artigli sulle vittime designate. 11Egli pensa «Dio dimentica, nasconde il suo volto a chi lo cerca, non vede più nulla figuriamoci se è in grado di vedermi». 12Sorgi Signore Dio, alza la Tua Mano Sacerdotale, non dimenticare i poveri spirituali e materiali. 13Dimmi Signore perché il malvagio disprezza Te che sei Dio e pensa: «Dio non ne chiederà conto?». 14Eppure io so che Tu vedi l’affanno e il dolore dell’umanità, non soltanto li vedi ma li vivi nei Tuoi occhi e li assumi nella Tua Carne Santa e crocefissa a iniziare dai polsi delle Tue mani. A Te ogni povero si abbandona con fiducia e ciascun orfano di madre e di padre Tu aiuti avendogli dato Il Tuo Padre Celeste Onnipotente e la Tua Madre Santissima come genitori. 15Tu rompi il braccio che lo spietato e il sacrilego hanno alzato contro il fratello. Tu solo puoi interrompere la perversa catena dell’odio fratricida dal momento che hai deciso di prendere sulla Tua Divina e Umana Persona le conseguenze del nostro immane peccato ed il frutto della Tua Espiazione è tale che se cercherai il peccato più non lo troverai. 16Il Signore è Cristo Re in Eterno, per sempre: dalla terra creata per Lui, con Lui e in Lui sono scomparse le genti appartenenti al primo Adamo e sono apparsi i Redenti della Nuova Creazione. 17Tu Signore hai accolto nel Tuo Unigenito il desiderio dei poveri di tutto, compresa l’aspirazione dei poveri in cellularità di poter partecipare al Tuo Sacrificio Eucaristico sotto la Specie dell’Acqua. Tu rafforzi i loro cuori spirituali e materiali e tendi loro l’orecchio per carpire ogni minima richiesta. 18Tutto questo Tu operi perché sia fatta giustizia all’orfano di Padre e di Madre celesti e all’oppresso che sperimenta come soffocata sotto un macigno la propria esistenza. Che l’uomo fatto di terra rossa e ingannato dagli spiriti del male cessi di spargere terrore ai suoi simili.
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SAL 11
(Sal 11, 1-7)
1Al maestro del coro. Di Davide.
Nel Signore mi sono rifugiato, come potete dirmi:
«Fuggi come un passero verso il monte»?
2Ecco, gli empi tendono l’arco,
aggiustano la freccia sulla corda
per colpire nel buio i retti di cuore.
3Quando sono scosse le fondamenta,
il giusto che cosa può fare?
4Ma il Signore nel tempio santo,
il Signore ha il trono nei cieli.
I suoi occhi sono aperti sul mondo,
le sue pupille scrutano ogni uomo.
5Il Signore scruta giusti ed empi,
egli odia chi ama la violenza.
6Farà piovere sugli empi
brace, fuoco e zolfo,
vento bruciante toccherà loro in sorte;
7Giusto è il Signore, ama le cose giuste;
gli uomini retti vedranno il suo volto.
(Sal 11, 1-7) 1Al maestro del coro. Salmo di Davide a cui è stata data la grazia di conoscere e di trasmettere le peculiarità dei vari cori che costituiscono nel loro insieme l’orchestra poli-sinfonica dei vari tessuti dell’umanità costitutivi del Corpo Mistico. Le anime degli uomini protagoniste del Salmo presente affermano di essersi rifugiate nel Signore e si meravigliano che si possa dire di loro: «Ti dai alla fuga come un passero dirigendoti verso il monte della gravidanza, sebbene siano le prime a riconoscere la Maternità Universale di Maria». 2Ecco i malvagi si preparano a colpire incurvando l’arco della divisione su cui hanno già posizionata la freccia della discordia sulla corda laringea pronta ad essere lanciata dall’oratore di turno. La loro strategia è quella di colpire nel buio della sofferenza, della malattia e della prova fisica e spirituale chi è retto di cuore. 3Quando sono scosse le fondamenta della vita cosa può fare il giusto che è costretto a vivere in un corpo crioconservato con la propria anima tale dimensione sospesa, se non dirigersi verso il monte delle gravidanze della Maternità Universale di Maria, che riconosce quale sua Casa? È difatti nel Grembo Immacolato dell’Assunta che la vita continua, cresce e viene trasformata attraverso i Sacramenti della Chiesa. Il Suo Grembo è il Grembo di Dio all’interno del quale tutte le generazioni si incontrano, trovano coesione e possono continuare ciascuna la propria maturazione spirituale. Nel Grembo senza macchia della Vergine ciascuna anima trova conforto, per poter rinascere e rivivere in un corpo glorificato non più manipolabile dal male la Resurrezione di Cristo. 4 Il Signore Gesù è Lui in Persona a vivere nel Tempio Santo Mariano una seconda gestazione nel Corpo Mistico dell’intera umanità, che è la Sua Chiesa. Il Signore Gesù ha il Suo Trono nei Cieli, osannato dagli angeli del Paradiso che ardono di puro Amore per Lui nella Gloria della Santissima Trinità. Gli occhi di Cristo sono aperti sul mondo ed è tramite l’apertura iridea delle Sue pupille che la luce riflessa da ogni uomo raggiunge la Mente di Dio Padre nella potenza dello Spirito Santo per lasciarsi scrutare da vicino. 5Il Signore scruta giusti ed empi mediante la luce dell’amore che essi riflettono e c’è una cosa sola che ha in odio: il buio dell’inimicizia tra gli uomini, tra questi e gli angeli e tra ambedue e Dio. 6In tal senso farà piovere sugli empi la brace, vale a dire quanto è rimasto del legno dopo l’accensione con il fuoco dello Spirito Santo, perché si ravvedano e non muoiano ricoperti dalla loro stessa cenere. Farà piovere il fuoco, vale a dire darà la manifestazione di un bagliore brillante quale effetto della combustione d’Amore Trinitario che Dio nutre per ciascuna Sua creatura. Infine, farà cadere giù sull’empio lo zolfo, questo elemento inodore e insapore che rispecchia la sua vita presente ed il vento che brucia, in luogo del Vento della vita, perché attraverso quest’ultimo monito possa ravvedersi e cambiare direzione. 7Giusto è il Signore ed Egli ama solo ciò che è giusto. Soltanto gli uomini retti potranno vedere il Suo Volto quale sintesi dei volti che hanno amato nel prossimo in Cristo.
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SAL 12
(Sal 12, 1-9)
1Al maestro del coro. Sull’ottava. Salmo. Di Davide.
2Salvami, Signore! Non c’è più un uomo fedele;
è scomparsa la fedeltà tra i figli dell’uomo.
3Si dicono menzogne l’uno all’altro,
labbra bugiarde parlano con cuore doppio.
4Recida il Signore le labbra bugiarde,
la lingua che dice parole arroganti,
5quanti dicono: «Per la nostra lingua siamo forti,
ci difendiamo con le nostre labbra:
chi sarà nostro padrone?».
6«Per l’oppressione dei miseri e il gemito dei poveri,
io sorgerò – dice il Signore –
metterò in salvo chi è disprezzato».
7I detti del Signore sono puri,
argento raffinato nel crogiolo,
purificato nel fuoco sette volte.
8Tu, o Signore, ci custodirai,
ci guarderai da questa gente per sempre.
9Mentre gli empi si aggirano intorno,
emergono i peggiori tra gli uomini.
(Sal 12, 1-9) 1Al maestro del coro. Sull’ottava, vale a dire su un intervallo di otto note posizionate nella scala musicale. In questo salmo del re Davide le anime collocate sull’ottava del pentagramma spirituale, hanno raggiunto la piena consapevolezza dei tempi della Creazione in riferimento alla loro venuta al mondo collocata in un punto ben preciso tra le ottave inferiori e le superiori. Alla luce di questa loro elevata contemplazione raggiunta, potranno esclamare all’unisono come in un assolo: 2Salvami Signore! Dal momento che sulla terra non c’è più un uomo che sia rimasto fedele a Te e appare a noi scomparso il valore della fedeltà tra i figli dell’uomo. 3Le persone si dicono bugie l’un l’altro attraverso labbra di menzogna ispirate da cuori induriti, non più in grado di dare agli altri quanto hanno ricevuto al punto da apparire sdoppiati. 4Recida il Signore queste labbra bugiarde con la Potenza della Sua Santa Parola a tutti coloro che ostentano forza con la loro lingua proferendo parole arroganti. 5Tali uomini asseriscono spavaldamente: «Con la forza della nostra lingua ci siamo procurati una difesa inattaccabile che possiamo divulgare senza tema, giustificando ogni singola parola che fuoriesce dalle nostre labbra. Chi potrà competere con noi e chi potrà essere nostro padrone? Nessuno!». 6«Per l’oppressione subita dai Miei figli più sciagurati e per il lamento non ascoltato dei Miei fratelli più poveri io sorgerò, dice il Signore Dio, mi Incarnerò, Morirò, Risusciterò e metterò in salvo nella mia Carne e nel mio Sangue chiunque è stato, è al momento presente e sarà in futuro disprezzato, proteggendolo nel Grembo di Mia Madre». 7La Parola del Signore è Pura, Veritiera ed Immutabile, è simile all’argento raffinato nel crogiolo. Muovendosi in maniera analoga al comportamento chimico-fisico di questo nobile metallo di transizione, Essa è tenera, bianca, lucida e permette la migliore conduttività di calore e di elettricità vitale a chi viene data. Una volta passata dal crogiolo dell’esistenza e di un nuovo concepimento, Essa dà sempre prova di sapere resistere alle alte temperature che spesso si sviluppano nei vari contesti di storia personale, sociale o culturale dell’umanità. I detti del Signore sono come argento purificato dal fuoco dello Spirito Santo sette volte, in forza dell’Incarnazione di Gesù, della pienezza della Sua Missione e della Sua Espiazione salvifica universale per i peccati commessi dall’umanità. 8Tu o Signore ci custodirai tutti nel Tuo Corpo Mistico, ci proteggerai da chi si è lasciato ingannare dal maligno commettendo crimini in suo onore e albergando pensieri perversi di morte e isolamento in luogo della Comunione. 9Nel tempo tenebroso in cui gli angeli ribelli e malvagi si aggirano famelici intorno all’umanità per tentarla e farla cadere nelle loro trappole, vengono fuori i peggiori esemplari di uomini ed i più grandi profeti e santi.
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SALMO 13
(Sal 13, 1-6)
1Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.
2Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi?
Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?
3Fino a quando nell’anima mia proverò affanni,
tristezza nel cuore ogni momento?
Fino a quando su di me trionferà il nemico?
4Guarda, rispondimi, Signore mio Dio,
conserva la luce ai miei occhi,
perché non mi sorprenda il sonno della morte,
5perché il mio nemico non dica: «L’ho vinto!»
e non esultino i miei avversari quando vacillo.
6Nella tua misericordia ho confidato.
Gioisca il mio cuore nella tua salvezza
e canti al Signore, che mi ha beneficato.
(Sal 13, 1-6) 1Al maestro di questo particolare coro tissutale da cui questo Salmo del re Davide si innalza a Dio nell’unità del Corpo Mistico di Cristo. 2Fino a quando Signore continuerai a dimenticarmi? Fino a quando Mi nasconderai il Tuo volto? Fino al momento in cui tu non vedrai nelle esperienze della tua vita la Mia continua assistenza e nel volto degli altri il Mio Volto caratterizzato dalle singole espressioni dell’esistenza umana e dalle sue stagioni. 3Fino a quando proverò affanni nell’anima mia e tristezza nel cuore ogni momento? Fino a quando su di me trionferà il nemico? Fino al momento in cui la tua anima piantata nell’Eden cardiaco della tua corporeità non si riconcilierà con Lo Spirito Santo che è stato soffiato nelle tue narici sin dalla prima cellula. Soltanto allora avrai la gioia nel cuore in ogni momento della tua vita così come, al contrario, nel disaccordo tra la tua anima e lo Spirito Santo sarà data al nemico la possibilità di un trionfo relativo su di te. 4Guarda, rivolgi il Tuo sguardo su di me Signore mio Dio, fa che la Tua Luce raggiunga i miei occhi ed entri, affinché le tenebre interiori siano dissipate e giammai mi sorprenda il sonno della morte nel peccato. Rispondimi ed entra oltrepassando le mie membrane timpaniche per raggiungere le orecchiette del mio cuore. 5Perchè il mio nemico, il satana, non dica quando io vacillo nella fede: «L’ho vinto! E insieme a lui esultino le schiere degli angeli e le anime di quanti si sono voluti dannare nel suo sudiciume ideologico». 6Nella Tua Misericordia ho confidato, nella Venuta del Salvatore Gesù Cristo io spero. Gioisca il mio cuore nella Sua Eterna Salvezza e innalzi canti di lode al Suo Nome che tutto ha beneficato, redento e ricreato.
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SALMO 14
(Sal 14, 1-7)
1Al maestro del coro. Di Davide.
Lo stolto pensa: «Non c’è Dio».
Sono corrotti, fanno cose abominevoli:
nessuno più agisce bene.
2Il Signore dal cielo si china sugli uomini
per vedere se esista un saggio:
se c’è uno che cerchi Dio.
3Tutti hanno traviato, sono tutti corrotti;
più nessuno fa il bene, neppure uno.
4Non comprendono nulla tutti i malvagi,
che divorano il mio popolo come il pane?
5Non invocano Dio: tremeranno di spavento,
perché Dio è con la stirpe del giusto.
6Volete confondere le speranze del misero,
ma il Signore è il suo rifugio.
7Venga da Sion la salvezza d’Israele!
Quando il Signore ricondurrà il suo popolo,
esulterà Giacobbe e gioirà Israele.
(Sal 14, 1-7) 1Al maestro del coro che dirige l’orchestra del Cristo Totale e del Suo Corpo Mistico. Salmo di Davide. Lo stolto pensa: «Non c’è Dio». La corruzione dilaga sulla terra e tutti sono corrotti, nessuno escluso. Gli uomini fanno cose abominevoli: non c’è alcuna persona che agisca bene. 2Il Signore Dio nel Suo Unigenito per la Potenza dello Spirito Santo si chinerà dunque sugli uomini, Sue creature, per vedere se esiste un saggio: se c’è uno soltanto che cerchi Dio su tutta la terra. 3Tutti hanno deviato, sono tutti corrotti e si sono lasciati ingannare dal maligno; nessuno più fa il bene, neppure uno. 4È possibile che sulla terra quanti hanno assunto un comportamento malvagio non realizzino che con la loro condotta stanno divorando il mio popolo, nutrendosi di esso e dei più indifesi tra i Miei figli al pari del prodotto alimentare chiamato pane? 5Non invocano Dio, non bussano alla Porta della scienza e della conoscenza e per tale ragione tremeranno di spavento quando realizzeranno che Dio è sempre dalla parte dei giusti. 6Sebbene l’intento degli empi sia quello di confondere le speranze del povero, a partire dal povero in cellularità, questi avrà sempre come rifugio il Signore Gesù. 7Venga pure dal monte sul quale è stata costruita la città santa di Gerusalemme, il monte Sion della gestazione universale e di ogni gestazione particolare, la salvezza d’Israele! Quando il Signore Gesù ricondurrà il Suo popolo nel Grembo Materno di Sua Madre esulterà Giacobbe e gioirà Israele insieme ai dodici patriarchi.
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SALMO 15
(Sal 15, 1-5)
1Salmo. Di Davide.
Signore, chi abiterà nella tua tenda?
Chi dimorerà sul tuo santo monte?
2Colui che cammina senza colpa,
agisce con giustizia e parla lealmente,
3non dice calunnia con la lingua,
non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulto al suo vicino.
4Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore.
Anche se giura a suo danno, non cambia;
5presta denaro senza fare usura,
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre.
(Sal 15, 1-5) 1Salmo. Del re David. Non ci sono maestri del coro, non c’è un’orchestra ma una direttiva di vita per la crescita armonica del Corpo Mistico. Signore chi abiterà nella Tua tenda? Chi risiederà stabilmente sul Santo Monte della gestazione universale? 2Questi sarà colui che cammina senza colpa, che agisce con giustizia e parla lealmente perché si sarà lasciato purificare da Cristo. 3Non dice calunnia con la sua lingua, non fa danno al suo prossimo e non lancia insulti a chi gli è vicino e lontano nello spazio e nel tempo perché vive la dimensione della Resurrezione. 4Ai suoi occhi è spregevole il malvagio e la sua tattica divisoria adottata presso gli uomini e presso gli angeli, ma onora chi teme il Signore e chi ama l’Unità in Cristo a prescindere dalla fede confessata. Anche se giura a suo danno non cambia la scelta operata a costo della vita. 5Presta denaro senza interessi e rifiuta di accettare doni quale compenso per la falsa testimonianza a danno dell’innocente. Colui che agisce così è saldo per sempre nella Verità testimoniata e incarnata da Gesù.
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SALMO 16
(Sal 16, 1-11)
1Miktam. Di Davide.
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
2Ho detto a Dio: «Sei tu il mio Signore, senza di te non ho alcun bene».
3Per i santi, che sono sulla terra,
uomini nobili, è tutto il mio amore.
4Si affrettino altri a costruire idoli:
io non spanderò le loro libazioni di sangue
né pronunzierò con le mie labbra i loro nomi.
5Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
6Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi,
è magnifica la mia eredità.
7Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio cuore mi istruisce.
8Io pongo sempre innanzi a me il Signore,
sta alla mia destra, non posso vacillare.
9Di questo gioisce il mio cuore,
esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
10perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro,
né lascerai che il tuo santo veda la corruzione.
11Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena nella tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
(Sal 16, 1-11) 1Si tratta di un inno elevato a Dio dalla voce di una persona appartenente ad una particolare popolazione cellulare. Anch’esso è stato affidato a re David. Proteggimi o Dio, in Te mi rifugio. 2Ho detto a Dio: «Sei Tu il mio Signore Uno e Trino, senza di Te non possiedo alcun bene». 3Per i santi che sono sulla terra, in riferimento alla nobiltà delle loro anime piuttosto che alla loro presunta impeccabilità, è tutto il mio amore. 4Si affrettino altri a costruire idoli perché io non prenderò parte alle offerte di sangue presentate ad altre divinità, né le mie labbra pronunzieranno i loro nomi. 5Il Signore Gesù è la mia parte di eredità nella Sua Carne Eucaristica e Sua Madre è il mio Calice pieno del Suo Sangue Espiatorio: nelle Mani Sacerdotali è la mia vita e l’intero creato. 6Ciò che gli altri uomini chiamano destino, è caduto e ha compimento nel luogo delizioso della mia corporeità ed è nella Santa Comunione che la mia eredità viene magnificata. 7Benedico il Signore Gesù che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio cuore viene istruito dalla Sua Parola. 8Io metto sempre innanzi a me il Signore Gesù che abita e vivifica il mio corpo. Non posso vacillare perché Egli sta alla mia destra nel Sangue e nell’Acqua che scaturirono dal Suo costato e permane alla mia destra anche quando mi vedo crocefisso nella carne del cattivo ladrone. 9Di questa consapevolezza gioisce il mio cuore ad ogni sistole e diastole ed esulta la mia anima ad ogni inspirazione ed espirazione; perché il mio corpo riposa nella Sua Pace certo che non sarà mai abbandonato né nella tribolazione continua né nella consolazione perpetua. 10Perché Tu Gesù non abbandonerai la mia vita neppure quando sarò nel sepolcro, né lascerai che in quel momento l’anima del tuo santo veda la corruzione spirituale unitamente a quella corporale. 11In quell’ora continuerai a indicarmi il giusto sentiero che conduce alla vita immortale, perché esso soltanto mi dà la gioia piena mentre lo percorro in Tua presenza all’interno del Corpo Mistico. Tutto questo è dolcezza senza fine alla Tua destra.
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SALMO 17
(Sal 17, 1-7)
1Preghiera. Di Davide.
Accogli, Signore, la causa del giusto,
sii attento al mio grido.
Porgi l’orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c’è inganno.
2Venga da te la mia sentenza,
i tuoi occhi vedano la giustizia.
3Saggia il mio cuore, scrutalo di notte,
provami al fuoco, non troverai malizia.
La mia bocca non si è resa colpevole,
4secondo l’agire degli uomini;
seguendo la parola delle tue labbra,
ho evitato i sentieri del violento.
5Sulle tue vie tieni saldi i miei passi
e i miei piedi non vacilleranno.
6Io t’invoco, mio Dio: dammi risposta;
porgi l’orecchio, ascolta la mia voce,
7mostrami i prodigi del tuo amore:
tu che salvi dai nemici
chi si affida alla tua destra.
(Sal 17, 1-7) 1Preghiera. Di re David. Accetta e dai Tu soluzione Signore Gesù alla causa del giusto, sii attento al mio grido senza voce. Porgi l’orecchio alla mia preghiera silenziosa: sulle mie labbra non c’è inganno e la mia lingua non è neppure morfologicamente formata. 2Venga da Te soltanto e non da altri la mia sentenza ed i Tuoi occhi onnipotenti possano sin dal tempo presente vedere con giustizia la mia causa. 3Saggia la spiritualità del mio cuore che batte all’unisono con il Tuo, donando ad ogni sistole quanto riceve dalla diastole e scrutalo nel riposo notturno della ragione. Mettimi alla prova con il fuoco dello Spirito Santo e sono certo che non troverai alcuna malizia in me. La mia bocca non s’è resa colpevole di insulti e calunnie nei riguardi del mio prossimo, 4giudicando secondo un agire prettamente umano; perché ho seguito la Tua Parola e non ho camminato lungo le strade suggerite dal violento. 5Sui Tuoi sentieri tieni saldi i miei passi perché io non sbagli direzione e i miei piedi non vacillino. 6Io Ti invoco, mio Dio: dammi risposta; porgi l’orecchio, ascolta la mia voce, 7mostrami i prodigi del Tuo Amore Misericordioso in grado di spingersi fino a dare la vita del Suo Unigenito per la salvezza dell’uomo compresi i nemici di Dio, in espiazione dei loro peccati. Manifestati, Tu che salvi dai nemici, chi confida nel Corpo, nel Sangue e nell’Acqua scaturiti dal Costato destro trafitto di Cristo.
(Sal 17, 8-15)
8Custodiscimi come pupilla degli occhi,
proteggimi all’ombra delle tue ali,
9di fronte agli empi che mi opprimono,
ai nemici che mi accerchiano.
10Essi hanno chiuso il loro cuore,
le loro bocche parlano con arroganza.
11Eccoli, avanzano, mi circondano,
puntano gli occhi per abbattermi;
12simili a un leone che brama la preda,
a un leoncello che si apposta in agguato.
13Sorgi, Signore, affrontalo, abbattilo;
con la tua spada scampami dagli empi,
14con la tua mano, Signore, dal regno dei morti
che non hanno più parte in questa vita.
Sazia pure dei tuoi beni il loro ventre
se ne sazino anche i figli
e ne avanzi per i loro bambini.
15Ma io per la giustizia contemplerò il tuo volto,
al risveglio mi sazierò della tua presenza.
(Sal 17, 8-15) 8Custodiscimi come le due aperture funzionali che permettono l’entrata della Tua Luce increata all’interno dei miei bulbi oculari. Salvaguarda tali prodigiose aperture spirituali, di diametro variabile, dalle insidie del maligno che vorrebbe il controllo su di esse per oscurare la mia anima. Proteggimi all’ombra delle Tue ali, difendimi dal male per permettermi di volare spiritualmente staccato dalle cose della terra. 9Fai questo di fronte agli empi che si adoperano per farmi cadere e che desiderano schiacciarmi e dinanzi ai nemici che mi circondano complottando sulle varie strategie finalizzate a silenziarmi. 10Empi e nemici hanno chiuso i loro cuori al Tuo Amore e le loro bocche parlano con arroganza. 11Eccoli che avanzano per assediarmi, puntano i loro occhi su di me e prendono la mira per finirmi con le loro armi infamanti. 12Sono simili a un leone affamato che desidera la sua preda, a un giovane leone appostato per sferrare l’attacco. 13Sorgi Signore, affronta Tu il felino della discordia e della menzogna con l’Onnipotenza della Tua Verità che è Cristo, abbatti ogni ferocia con l’Immensità della Sua mitezza e della Sua misericordia. Tenendo in pugno la spada della Verità espressa dal Tuo Unigenito scampami dalle anime e dagli spiriti invisibili del maligno e dagli uomini perversi. 14Con la tua mano Signore preservami dal regno di quanti consumano la loro esistenza, essendo morti nello spirito e nell’anima, per avere rifiutato la Vera Vita nello Spirito Santo. Sazia pure dei Tuoi beni le necessità terrene di tutti i Tuoi figli pellegrini, dei loro figli e dei figli dei figli. 15Tuttavia io, nel nome della Giustizia Divina che hai irradiato sulla terra, contemplerò il Tuo Volto nel volto di ogni uomo vivente e al risveglio dalla morte corporea mi sazierò della Tua presenza nella Resurrezione dei Morti.
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