GENNAIO 2019

 

LA SPADA

Il ritorno dai cinque continenti corporei nell’Eden di Dio.

Quella che il vecchio Simeone profetizzò a Maria fu una Lama speciale riservata esclusivamente alla Madre del Messia per quando Ella, al culmine dell’Opera di Redenzione realizzata dal Figlio, si sarebbe trovata impietrita ai piedi della Croce al fianco dell’Apostolo del Cuore.
Il vecchio Simeone aveva riscattato con l’ubbidienza e la mitezza l’antica tribù di Israele di cui portava il nome, avendo saputo attendere il fine ultimo della sua esistenza nella più autentica fedeltà all’Alleanza stretta con Dio. Nell’avere conseguito tale traguardo, aveva preso profeticamente tra le braccia il Bambinello Gesù e benedetto Dio, perché i suoi occhi avevano visto la Salvezza preparata davanti a tutti i popoli. La sua rappresenta una benedizione a nome dell’uomo di tutte le generazioni. Le sue parole non sono fondate sulla percezione tattile che indubbiamente deve avere sperimentato con le mani nel ricevere tra le braccia l’Unigenito ma, primariamente, sono fondate nella gratitudine del cuore per la Luce penetrata al suo interno che ha evidentemente illuminato l’intera sua persona. È grazie ai bulbi oculari collocati alle estremità periferiche del senso della vista e dunque attraverso gli occhi oramai stanchi e avanti negli anni, che al profeta viene concesso di vedere distintamente tra i quanti di luce, la Salvezza e la Gloria del Dio Onnipotente annunciato alla casa di Israele. La Luce da Luce ed il Dio Vero da Dio Vero sono nelle sue mani. La percezione che il profeta elabora attraverso la via visiva precede dunque i sensi del tatto e dell’udito nel vedere la Parola Incarnata esprimersi, in quel particolare momento, mediante vagiti. Circa i sensi dell’olfatto e del gusto il Vangelo sembra non fare alcuna menzione, per quanto non si possa escludere che siano stati anch’essi attivati in tale gloriosa occasione offerta al vecchio Simeone.
In relazione a quanto accennato in riferimento al nome del profeta bisogna dire che Simeone e Levi, capostipiti delle omonime tribù, in uno dei più tragici momenti della loro esistenza avevano stretto un patto d’alleanza con il popolo dei Sichemiti fondato sull’inganno. Entrambi difatti, dopo avere circonciso in massa i maschi di quel popolo, nel terzo giorno successivo a tale rito, vale a dire nel momento più critico dell’insorgenza del dolore, passarono a fil di spada Camor, suo figlio Sichem e tutti gli uomini di quella popolazione quale vendetta per il disonore che avevano subito da parte di quest’ultimo che aveva violentato la loro sorella Dina. La loro risposta fu quella di saccheggiare e impossessarsi dei loro greggi, ricchezze, donne e bambini. È vero che Sichem aveva oltraggiato Dina ma è altrettanto vero che subito dopo aveva avuto il buon senso di chiederla in moglie al padre Camor che, a tal fine, aveva concordato con i figli di Giacobbe l’alleanza tra i due popoli, accettando di sottoporsi insieme al figlio e ai sudditi al rito della circoncisione. Sul letto di morte così Giacobbe dirà di Simeone e Levi: «Maledetta la loro ira perché violenta e la loro collera perché crudele».
Il vecchio Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, avrebbe mutato con il “Nunc dimittis” l’antica maledizione paterna in un prodigioso Annuncio di Pace e di Gloria. Nel Cantico che sino ad oggi viene recitato a compieta e che utilizza le medesime parole del testo originale, è annunciata la Venuta del Messia nella Gloria quale portatore della Salvezza Universale che, dal popolo d’Israele, si irradierà per raggiungere con l’Eucarestia gli estremi confini della Terra fisica e corporea.
Il senso allegorico e la valenza spirituale della Spada cui Simeone allude nell’ultima parte della profezia allorquando, rivolto a Maria, preannuncia che Le sarà trafitta l’Anima, sottintende le Parole che Gesù morente rivolto a Lei proclamerà dall’alto della Croce chiamandola Donna e non più Mamma. Sarà questa proclamazione a rivelarsi più tagliente di una Spada a doppio taglio, come dirà in seguito San Paolo l’apostolo delle genti. Essa penetrerà dall’alto verso il basso senza alcuna esitazione per raggiungere il punto di connessione più profondo dell’Anima con il Corpo della Vergine. Sarà lungo tale percorso che il Fendente separerà tutto ciò che di naturale aveva sino ad allora legato Maria al Suo Unigenito da tutto ciò che sarà d’ora in poi chiamata a connettere altrettanto intimamente dall’alto della Sua Nuova condizione di Madre Universale. Il Fendente penetrerà dunque come un dardo infuocato nella Sua tenera Carne di Madre Addolorata e Immacolata. Maria, una volta battezzata nell’Acqua e nel Sangue traboccati dal Costato trafitto di Cristo diverrà la Madre Universale dell’uomo di ogni generazione. La Lama a questo punto non cesserà di proseguire implacabilmente la sua azione di taglio, recidendo senza indugio ogni giuntura sentimentale ed emozionale di Madre Particolare ancora presente nella Sua Persona, perché al suo passaggio venga disgiunto tutto ciò che incontra e spezzato persino il più tenue legame fisico di relazione parentale ancora superstite. Questa spada renderà L’Addolorata straziata, prostrata e impietrita ai piedi della Croce, riducendola al pari di un oggetto inanimato che solo così potrà accogliere le spoglie mortali dell’Unigenito immolato, il Cristo di Dio. Sarà durante tale disumana e divina Opera di spoliazione che Maria pronuncerà nel silenzio più profondo e nell’Amore incondizionato che nutre nei riguardi dell’uomo universale il Suo Secondo Sì, lasciandosi definitivamente privare di ogni sentimento, emozione o affetto che possano ancora trattenerla sulla Terra quale Madre Naturale del Suo Figlio Unigenito Gesù. Offrirà dunque Il Cristo Morente e Se stessa al Padre nella più perfetta oblazione e, da quell’istante, metterà al Suo servizio il Manto di Donna ed il Grembo di Madre Universale appena ricevuto quale Suo personale contributo alla Salvezza dell’umanità. La Trafitta e La Benedetta tra le donne diviene in tal modo l’Unica Madre sulla faccia della Terra a poter sentire e percepire visceralmente come Suoi figli i carnefici del Figlio e quale Suo figlio ogni nuovo e vecchio concepimento avvenuto sulla Terra da qui all’Eternità. La Lama imperterrita nella sua azione, giunta a tale livello e non potendo più approfondirsi oltre, inizia l’opera sottile e paziente di ”Ablazione” e di ”Calicizzazione” del Corpo Santo e Immacolato della Vergine, prendendo a roteare al Suo interno fino a raggiungere la parte più profonda del Suo scheletro: il midollo osseo. Tale matrice vitale che fino ad allora aveva prodotto i globuli bianchi, i globuli rossi e le piastrine lascerà il posto alla Nuova Matrice Ossea confacente alla nuova condizione di Madre Universale il cui DNA sarà quello di Cristo presente nel Suo Sangue Espiatorio. Tale minuziosa e scarnificante opera di svuotamento consentirà a Maria di poter piangere dopo due millenni circa alle porte di Roma e con i Suoi stessi occhi, il Sangue del Figlio e non più il Suo a Civitavecchia in località Pantano. Sarà durante questa fase di accurata e radicale rimozione delle Sue radici biologiche nella salvaguardia della componente storico-culturale che la Madre Universale riceverà dall’Altissimo la trasformazione nella Patena della Vita e nel Calice della Salvezza. L’essere stata resa degna di poter accogliere nella più perfetta e verginale purezza il Corpo e il Sangue dell’Unigenito Le permetterà di poterlo distribuire attraverso le mani sacerdotali a tutti i Suoi figli, grazie al processo di placentazione spirituale del Corpo Mistico che è stato appena concepito. Il Fendente non ancora pago, nel suo incessante roteare raggiungerà ancora il midollo spinale del distretto vertebrale, separando in tale territorio la materia grigia dalla bianca, i neuroni dai dendriti e gli assoni dalle placche neuromuscolari e dalle sinapsi inter-neuronali. Ecco la Madre Perfetta dell’Uomo-Dio che per salvarci aveva chiesto e ottenuto dal Padre che il Suo Sangue fosse trasformato in plasma vitale prima ed in siero inanimato dopo, defluendo unitamente alla componente corpuscolata dal Suo costato trafitto. Con quest’ultima azione provocata dalla fredda Lama, Maria si separerà definitivamente dalla logica del mondo e della carne venendo assunta per entrare a far parte della Logica di Dio. Il Calice e la Patena dei quali è figurazione, potranno soltanto ora essere elevati al Cielo dalle mani sacerdotali ed offerti al Padre nella Celebrazione Eucaristica. Nel profetizzare la Spada che avrebbe trafitto l’Anima di Maria, il vecchio Simeone ha certamente ricevuto in visione quanto detto unitamente al ruolo che Maria avrebbe svolto nell’Opera di Redenzione di Cristo, quale Donna e Madre Universale. Maria è il Calice, la Patena e il Ciborio della Celebrazione Eucaristica nonché l’Acquedotto mediante il quale ogni grazia proveniente da Dio può raggiungere l’uomo.
Dal peccato originale all’Incarnazione, la morte, quale ricompensa finale del male alla schiavitù dell’uomo soggiogato al suo volere, era riuscita a separare l’anima dal corpo riducendolo in cenere. Le forze del male avevano mirato sin dal principio a conseguire tale obiettivo al fine di ottenere la separazione definitiva dell’anima da Dio. Attraverso la disobbedienza e il peccato era stata compromessa la fisicità della singola persona con l’insorgere della sofferenza e della malattia, mentre Dio veniva mendacemente indicato quale responsabile e colpevole di ogni cosa. La rottura dell’originaria relazione d’Amore che aveva precedentemente legato il Creatore all’uomo nel giardino dell’Eden, avrebbe fatto entrare nei nostri progenitori Adamo ed Eva il meccanismo pernicioso dell’accusa fraterna. Dopo la nascita del loro primogenito Caino, all’accusa avrebbe fatto seguito l’odio fratricida e l’omicidio. Per porre rimedio a tale immane disastro umanitario e dare soddisfazione a ogni giustizia nel trionfo della Verità, l’opera salvifica di Gesù è stata annunciata prima dai profeti per potere essere poi affiancata e supportata non solo dalla presenza ma anche dal consenso di Maria, sia come Madre Naturale dell’Uomo-Dio che come Donna e Madre Universale della Chiesa. Sarà in virtù della drastica azione di taglio esercitata dalla Parola di Gesù in Croce poco prima di consegnarsi liberamente alla morte, che ogni uomo dilaniato, frantumato, decomposto e incenerito dal peccato avrebbe potuto finalmente trovare in Maria il rifugio materno, il tramite e il canale di grazia per poter raggiungere la Casa del Padre. Perché non sembrasse un accidente inaspettato Gesù aveva più volte preannunciata ai Suoi apostoli la Sua morte di Croce, unitamente all’annuncio della Sua Resurrezione. Da quel momento grazie alla fedeltà espressa da Maria, sotto il Suo Manto di Figlia e di Sposa e dentro il Suo Grembo di Madre e di Donna ci siamo tutti noi uomini di oggi, di ieri e di domani, quali cellule preziosissime appartenenti ciascuna ad una precisa popolazione cellulare del Corpo Vivo e Mistico di Cristo. La spoliazione totale della Madre ai piedi della Croce ha dato dunque avvio alla Prima Celebrazione Eucaristica della storia presieduta dal Vescovo Sua Eccellenza San Giovanni Apostolo con Lei, Calice e Patena viventi, al suo fianco. Con la Prima Deposizione ha avuto inizio la Gestazione Spirituale del Corpo Mistico di Cristo nel Grembo di Maria, Donna e Madre Ecclesiale. Da quel momento il Calice della Nuova ed Eterna Alleanza sarà innalzato al Cielo dalle tante mani sacerdotali, insieme al Corpo e al Sangue dell’Agnello di Dio che restituiranno in tal modo a ogni uomo la dignità di persona con l’immagine e la somiglianza di Dio presenti nel Corpo del Risorto. L’intera umanità composta da fedeli e da fedifraghi, da credenti e da atei, da gnostici e da agnostici, da maschi e da femmine è dunque tutta presente nel Sangue sedimentato di Cristo che si versa nel Calice Materno ad ogni Celebrazione Eucaristica così come nel Pane spezzato sull’Altare. Tutto ciò accade affinché ciascuna persona, contrita e pentita, possa riprendere Vita nel Suo Corpo Mistico e in Lui risuscitare dal Sepolcro Nuovo della Seconda Deposizione scavato nella roccia della Sua Parola. Il Sangue di Cristo è assimilabile al lievito della parabola evangelica che la Madre prende e nasconde ad ogni Celebrazione Eucaristica in tre staia di farina, per farne il corpo tripartito dell’uomo nel Corpo Tripartito e Trinitario di Cristo, affinché tutta sia fermentata in un Solo Pane, che è la Carne Redenta del Corpo Mistico di Cristo, Morto, Risorto e Asceso al cielo.
Maria Santissima è la sola Donna della storia ad avere subito la trafittura invisibile dell’Anima senza che questa venisse separata dal Suo Corpo Immacolato. Come Adamo fu concepito candidamente nella terra del Paradiso terrestre sviluppandosi nel sangue della vita che rese la medesima terra di colore rosso, così Gesù fu concepito nella terra immacolata di Maria a Nazareth rendendola rossa dall’alto della Croce a Gerusalemme. Come Eva fu tratta dall’osso costale d’Adamo quale sua sposa e madre dei viventi, così Maria fu tratta dal Costato trafitto del Corpo Esanime di Cristo quale Donna e Madre Universale dei redenti. Alle ferite penetranti, cruenti e sanguinanti dell’Unigenito provocate dai Suoi crocifissori la Nuova Eva rispose e continua a rispondere con il Silenzio più profondo nel Dono totale di Sé, serbando nel Suo Cuore di Madre Universale e di Donna il desiderio della Salvezza dell’intero genere umano. La partecipazione attiva della Vergine al Sacrificio Espiatorio cruento e incruento del Figlio, si fonda nell’avere accettato di divenire Madre di Gesù a Nazareth con l’Annunciazione e Madre Universale di ogni uomo vivente nel Corpo Mistico di Cristo sul Golgota. È Lei La Mea Domina, La Madonna e Mater Noster, Contenente Perfetto, Puro e privo di qualsiasi contaminazione in grado di potere accogliere il Corpo, il Sangue, l’Acqua, l’Anima e la Divinità di Cristo, L’Unto di Dio che le mani sacerdotali distribuiscono all’uomo di ogni tempo e luogo. La Sua Grandezza e la Sua Fedeltà seguitano a essere celate sotto le spoglie inanimate, semplici e preziose del Calice, della Patena, del Ciborio e della Pisside che i sacerdoti prendono, riempiono, consacrano, elevano, ripongono, svuotano e asciugano minuziosamente con il purificatorio, sugli Altari Eucaristici di tutto il mondo. Le suddette dinamiche fisiche e metafisiche preannunciate dal vecchio Simeone fanno di Lei ”L’Acquedotto di Grazia” e ”Il Granaio di Dio” attraverso cui ogni anima che lo desideri possa essere maternamente, teneramente e in tutta sicurezza ricondotta a Dio Padre nella Potenza dello Spirito Santo, Suo Sposo Divino.

 

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